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Venerdì 22 SETTEMBRE 2023
Precarietà nei Ps. Anaao FVG: “Difficilmente passeremmo indenni l’inverno”

Contro la carenza di personale, l'Anaao FVG evidenzia come la soluzione non possa limitarsi ai riconoscimenti economici, “poiché ad un certo punto il medico non ce la farà comunque più”. La proposta è togliere quel 30% di codici bianchi e verdi e aumentare le uscite dal Ps: “Confrontiamoci con i professionisti del territorio per un piano serio”. Infine “l'ospedale deve ricreare un contesto ‘protettivo’ per la sua porta d’ingresso”.

“Vista la carenza di personale nei pronti soccorsi, nella Regione del Friuli Venezia Giulia è arrivato il momento di decidere cosa vogliamo fare con l’organizzazione in generale. Diversamente, se si lascerà tutto com’è adesso, difficilmente passeremo l’inverno indenni” A dirlo è sono il segretario regionale Anaao Assomed, Massimiliano Tosto, e il referente regionale per l’emergenza-urgenza, Lorenzo Iogna Prat.

Una situazione, riferiscono i sindacati, che sta pesando moltissimo a livello regionale visto il numero sempre più esiguo di personale in servizio. Ma ciò che preoccupa maggiormente Tosto e Iogna Prat è l’organizzazione che ci sta dietro al personale in servizio che, come spesso accade è composta da una parte di personale dipendente dell’Azienda e da una parte di medici liberi professionisti, ovvero provenienti da cooperative ecc. ecc.

“Per trattenere il personale nei Pronto soccorso, lo strumento su cui dobbiamo lavorare non è per forza di cose sullo stipendio del medico– dice il segretario Tosto – poiché arrivati ad un certo punto chiunque potrà dire che non ce la farà più. E lo dico in base a ciò che sto sentendo e vedendo personalmente. Chi lavora nei pronto soccorso lascia il posto fisso non perché nel privato hanno stipendi maggiori ma perché nel privato si ha una vita migliore, una vita più conciliabile con la propria moglie e con i propri figli. Le Aziende e la Regione le hanno provate tutte per trovare medici che potessero lavorare nei pronto soccorso ma fino ad ora non è servito a rimpiazzare un esodo di personale che ogni mese dà le dimissioni spontaneamente”.

Al netto del problema del personale che manca sia a causa che molti se ne vanno nel privato, sia a ragione dell’attuale qualità della vita, che sta determinando un numero di medici che scelgono il percorso dell’emergenza urgenza sempre minore, per Anaao soluzioni immediate non ce ne sono e non se ne vedono nemmeno nel breve medio periodo. La proposta che arriva sia da Tosto che da Iogna Prat, fresco di nomina, che di mestiere lavora proprio al Pronto soccorso dell’ospedale di Tolmezzo è quello, per prima cosa, di togliere quel 30 per cento di codici in entrata costituiti da quelli bianchi - verdi ed aumentare le uscite.

“Si parla da sempre di territorio e dell’importanza dei medici di medicina primaria – spiegano Tosto e Iogna Prat – perché non ci sediamo tutti attorno ad un tavolo con i professionisti del territorio, professionisti dell’emergenza urgenza, della degenza, della Direzione ecc. con la volontà di costruire un piano serio che impedisca gli accessi dei codici bianchi e verdi? Altro annoso problema sarà quello di favorire contestualmente l’uscita superando il problema della mancanza dei posti letto. Perché questo avvenga bisognerà mettere mano alle medicine rendendole più capienti così che il collega che dovrà ricoverare un paziente non lo dovrà tenere fermo in corsia creando un imbuto nello stesso Ps”.

“Il modello che noi stiamo assumendo – spiega Iogna Prat – è quello di lavorare nell’emergenza urgenza fra diverse figure, fatte da una parte di dipendenti dell’azienda e da una parte di medici liberi professionisti che difficilmente lavorano coordinati nello stesso team, creando a sua volta un malcontento generalizzato per i dipendenti che vedono dei medici esterni, magari che sanno l’italiano a malapena e che guadagnano quanto un proprio primario”.

Per l’Anaao occorre, quindi “creare delle selezioni per chi lavora nell’emergenza urgenza analoga a quella in atto nei concorsi ordinari, secondo dei criteri di competenza, non solo linguistica ma anche di capacità professionali, per poter accedere a servizi pubblici di emergenza compresi anche per chi vi afferisce tramite aziende esterne in libera professione. Se si vorrà fermare l’esodo delle dimissioni volontarie, si dovrà ricreare un contesto “protettivo” da parte dell’ospedale nei confronti della sua porta d’ingresso, ridefinendo l’ospedale come comunità di professionisti che condividono l’obiettivo di dare alla popolazione la miglior risposta possibile in termini di salute e sdoganando il fatto che i problemi del pronto soccorso sono i problemi di tutto l’ospedale. Questo può essere fatto attraverso la definizione di tavoli permanenti con i rappresentati di tutti servizi coinvolti ad ogni livello di governance del sistema sanitario, dal generale al locale. È ora di fare delle scelte che, se saranno fatte ci permetterà di restare o ‘dentro oppure fuori’”, conclude Iogna Prat.

Endrius Salvalaggio

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