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Venerdì 15 SETTEMBRE 2023
Maxi emergenze. La Asl Roma 5 introduce un nuovo Piano



Gentile Direttore,
in un'epoca caratterizzata da sfide globali e crisi sistemiche inaspettate, la resilienza societaria emerge come un concetto fondamentale. Ma cosa significa veramente? E come può essere coltivata e sostenuta? La resilienza, in termini generali, si riferisce alla capacità di un sistema di adattarsi e recuperare da avversità e shock. Quando parliamo di resilienza societaria, ci riferiamo alla capacità di una comunità di anticipare, ma principalmente di affrontare, riprendersi e adattarsi di fronte a eventi avversi che possono metterla in condizioni estremamente critiche. Questa capacità di risposta da parte delle società non nasce dal nulla, ma è il risultato di un impegno collettivo di realtà intermedie come enti locali e organizzazioni della società civile.

Queste entità giocano un ruolo cruciale nella creazione di una consapevolezza del rischio. È essenziale comprendere che il rischio zero non esiste. Tuttavia, con una preparazione adeguata e una comprensione chiara delle potenziali minacce, è possibile ridurre significativamente l'impatto di eventi avversi.

Gli enti locali, le strutture territoriali, che sono le prime ad essere investite dalla crisi e che nei primi momenti si trovano sole a dover rispondere e limitarne i danni, con la loro capacità di prendere decisioni e implementare politiche a livello territoriale, hanno la responsabilità di creare un ambiente favorevole alla resilienza. Ciò significa investire in infrastrutture sicure, promuovere la formazione e la preparazione e sostenere le iniziative della società civile. La collaborazione tra enti locali e organizzazioni della società civile è fondamentale per garantire chele risorse siano utilizzate in modo efficace e che le comunità siano adeguatamente preparate. Attraverso programmi di formazione e sensibilizzazione, si contribuisce a preparare gli operatori, che sono anche cittadini, a gestire situazioni di crisi. Questi programmi sono essenziali per garantire che le comunità siano pronte a rispondere in modo efficace e tempestivo.

Un esempio concreto di resilienza societaria può essere osservato in una iniziativa presentata dalla ASL Roma 5 in questi giorni. Questa realtà, che serve una popolazione di 500.000 abitanti attraverso una rete di cinque ospedali, due poli e sei distretti, ha riconosciuto e confermato l'importanza della preparazione e della formazione. Con l'introduzione del PEIMAF (Piani per il massiccio afflusso dei feriti), la ASL Roma 5 ha evidenziato l'urgente necessità di una pianificazione territoriale robusta, sostenuta da procedure di intervento, pronta ad affrontare eventi di crisi.

Questo progetto, che coinvolge anche enti locali e organizzazioni della società civile, è un esempio lampante della consapevolezza di come la preparazione e la collaborazione possano giocare un ruolo fondamentale nella gestione delle emergenze. La ASL ha programmato esercitazioni specifiche per il mese di ottobre, mirate a diffondere la consapevolezza delle situazioni di rischio, a familiarizzare il personale con i protocolli in vigore e a perfezionare quella comunicazione istituzionale locale, che, indirizzata sia verso gli operatori stessi, sia verso i cittadini, rappresenta un elemento chiave per affrontare efficacemente una crisi specialmente nelle prime ore di un evento.

Il termine “resilienza societaria” non è solo una parola di moda che infiocchetta in una veste nuova una parola abusata come resilienza, ma una necessità urgente in un mondo in continua evoluzione. La chiave del suo successo risiede nella collaborazione e nell'interazione tra le diverse realtà della società. Solo attraverso un impegno collettivo e condiviso possiamo sperare di costruire comunità più forti, più preparate e, in ultima analisi, più resilienti.

Ferruccio di Paolo
Professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la UniCusano
Cultore della materia presso la cattedra di Relazioni Istituzionali e Responsabilità Sociale d'Impresa di UniRoma I Sapienza
Specialista in comunicazione di crisi
Già Esperto Nato in Crisis Communication
Presidente Associazione Culturale CPB-APS

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