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Martedì 05 SETTEMBRE 2023
Morti sul lavoro. In Veneto 51 nei primi mesi 7 dell’anno 

Ai 40 decessi avvenuti direttamente sul lavoro, si aggiungono i 11 registrati nel percorso casa-lavoro. L’ultimo caso pochi giorni fa, un operaio agordino morto durante i lavori di faceva manutenzione ad una seggiovia nel comprensorio della Marmolada. Per i sindacati “una conta infinita di morti, caratterizzata da negligenze e superficialità. È necessaria maggiore formazione e più investimenti dal lato delle aziende, per la sicurezza dei lavoratori”.

In Veneto sono 40 i morti sul lavoro rilevati tra gennaio e luglio 2023 (dai Inail), a cui si aggiungono gli 11 avvenuti cioè nel percorso casa–lavoro, con o senza mezzo proprio. A morire di più sono i giovani. L’ultimo caso risale a pochi giorni fa: un operaio morto nell’agordino mentre era impegnato sugli impianti di risalita delle Dolomiti.

All’indomani dell’incidente in provincia di Belluno, mentre si cerca di capire come si poteva evitare l’ennesima morte sul lavoro, il segretario generale della Cisl Belluno Treviso, Massimiliano Paglini, parla di “una conta infinita di morti, caratterizzata da negligenze e superficialità. Urge procedure di sicurezza più severe, così come regole e pene più rigide per punire i responsabili delle morti e degli infortuni e, se sarà appurato che alla base della morte dell’uomo che stava lavorando su un palo della seggiovia vi è stato un errore di comunicazione ci domandiamo quale sia il valore della vita umana di un padre di famiglia di 57 anni che non farà più rientro a casa”.

Nella stessa direzione tuona anche la segreteria confederale della Cgil di Belluno, sottolineando attraverso una propria nota come la provincia di Belluno sia tra le più funestate dagli infortuni sul lavoro, con il numero di morti sul lavoro tra i più alti d’Italia. “In questo contesto – si legge nella nota - non sono assolutamente sufficienti la solidarietà e l’intervento successivo degli organi ispettivi. Occorre invertire questa drammatica tendenza. Dobbiamo smettere di parlare di ‘tragica fatalità’, quando avviene un incidente mortale sul lavoro, e chiederci invece cosa si sarebbe potuto e dovuto fare per evitarla. È necessaria maggiore formazione e più investimenti dal lato delle aziende, per la sicurezza dei lavoratori, ma è altrettanto necessario l’aumento esponenziale dei controlli nei cantieri e nei luoghi di lavoro, con sanzioni severe per quelle imprese che non rispettano la normativa e non tutelano la salute dei propri dipendenti”.

Endrius Salvalaggio

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