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Lunedì 28 AGOSTO 2023
Se il dottor Guido Tersilli è ancora convenzionato con la Mutua



Gentile Direttore,
La Repubblica il 23 di agosto ha pubblicato l'intervista fatta ad un medico gettonista. il medico descrive lo status di medico libero professionista simile a quello di una pedina versatile a qualsiasi ruolo e setting che si muove su una scacchiera fatta di pronto soccorsi ed eventi sportivi dando una connotazione alla professione medica dequalificante e disancorata dai valori e dai principi che portano migliaia di medici a lotte sindacali a giornate e nottate passate trattare e discutere casi clinici. Tuttavia senza tralasciare la passione e la necessità di aggiornarsi ed imparare continuamente la disciplina di Esculapio.

Considerare un turno in pronto soccorso come un intermezzo tra due giornate sulle piste da sci riduce la considerazione della propria scelta professionale ha una occupazione lavorativa priva di empatia e responsabilità verso i pazienti, senza contare il dovere etico di essere nelle migliori condizioni psicofisiche per poter prestare la propria opera medica.

L'articolo è una vera e propria bomba atomica, su tutte le buone intenzioni che hanno i dirigenti medici e le direzioni generali, una devastazione delle regole del team building che sono alla base di una performance sanitaria efficace ed efficiente che si conclude con l'assistenza e la cura ai cittadini divenuti fragili per una patologia acuta o cronica. Essere medico non vuol dire scegliere i posti dove si lavora di meno o che hanno attrattive turistiche.

Nell’intervista si dipinge un vero e proprio paese dei balocchi che si trova al di là della laurea dove si può guadagnare molto lavorando poco e divertendosi. Nella lettura non si lascia respiro al recupero della dignità professionale facendo il paragone con le entrate economiche di un primario(si è troppo impegnati a contare i soldi per scoprire che il termine non esiste più) senza pensare che un medico devi attingere consigli ed insegnamenti da un direttore di struttura complessa e non confronti economici. Voglio credere ancora che esistano ragazze e ragazzi che una volta laureati non smettano di essere affamati di conoscenza e corrono notte giorno in pronto soccorsi o in corsie dove il concerto dei telefoni e dei campanelli non conosce una fine. Voglio credere che ci siano medici(anche i liberi professionisti)che desiderino confrontarsi con i colleghi ragionando sulle posologie,sulle procedure diagnostiche o chirurgiche.

Lavorare in un organizzazione sanitaria (pubblica e privata) vuol dire essere al servizio dei cittadini dentro un sistema complesso e talvolta complicato che nonostante tutto conferisce ancora ai medici la dignità della loro professione sottolineandone il ruolo sociale. Va ricordato che i “pronto soccorsi” non campano per i medici gettonisti ma per la una squadra silenziosa e laboriosa fatta di infermieri sempre pronti, di personale paramedico che risponde alle esigenze dei pazienti in barella e lontani da casa, di personale tecnico che permette che funzioni una radiologia, che si abbia un riscaldamento adeguato. Concludo citando anche i volontari che gratuitamente sono sulle ambulanze, trasportano pazienti a fare esami e visite, rispondono alle loro esigenze quando sono ricoverati.

Purtroppo il dottor Guido Tersilli è ancora convenzionato con la mutua……

Dr. Bruno Nicora
palliative care physician ASL AL

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