quotidianosanità.it
Gentile Direttore, Il quale Ministro finora ha fatto tanti discorsi dal tono un po' affranto mentre molte forze politiche e sindacali e molta stampa segnalano la crisi sempre più grave della sanità, sottofinanziata, abbandonata e minacciata da uno sconsiderato regionalismo. Molti si chiedono casa faccia la sinistra, nessuno pone la vera domanda: cosa fa la destra che è al governo e può agire mentre l’opposizione si oppone ma non decide? Chi governa, la destra sociale o il libero mercato, attento al profitto anche nei servizi basilari per la convivenza civile, la scuola e la sanità? Gli esperti su QS hanno analizzato le cause di questo disastro non più annunciato ma presente e proposto rimedi diversi, logico frutto di idee dissimili, ma sempre rese coese dal richiamo ai principi della riforma sanitaria e della Costituzione, l’universalità del diritto, l’uguaglianza delle prestazioni, la solidarietà, e, nello stesso, dal riconoscimento che la questione del personale è dirimente per l’efficacia della sanità. Quindi tre no rigorosi: al sottofinanziamento, al regionalismo differenziato, alla privatizzazione. Ma cosa ci possiamo attendere se non qualche spicciolo, un obolo meloniano? I cittadini che più soffrono della crisi della sanità pubblica sembrano rassegnati anche perché, al di là dei milioni di poveri che di solito non votano, vi è un modesto diffuso benessere che intorpidisce il pensiero, nel trionfo dell’individualismo e nella crisi del rispetto dei beni comuni. I proclami della sinistra, come i documenti degli esperti, non spostano voti e la destra procede con determinazione pari alla confusione, tagliando alla sanità anche i fondi del PNRR. Non sarà facile intendersi sulla salvaguardia di quel che si può salvare del servizio pubblico. Chi opera nella sanità pubblica, e ci crede, ha un diverso linguaggio (nessuno userebbe la parola etnia come la usa qualche Ministro) e un panorama di valori su cui il governo non ha dato ancora sufficienti rassicurazioni, a parte Il Ministro Schillaci il quale però è un tecnico e non un politico. Forse i professionisti della sanità potrebbero organizzarsi in corporazione, sicuramente in linea con le idee dominanti nel governo; temo però che siano disadatti a questo fine. Ha dà passà a nuttata, occorre lavorare con il consueto impegno per salvare, il salvabile in attesa che maturi una riflessione comune nella gente e nella politica; questo sarebbe un buon programma, parlare ai cittadini spiegando la realtà e i costi dell’assistenza sanitaria moderna. Antonio Panti
stampa | chiudi
Giovedì 03 AGOSTO 2023
Ssn: salviamo il salvabile
nell’articolo del primo agosto ci ricordi con ammirevole acribia la realtà delle cose sanitarie in questo meraviglioso paese, e non è un bel promemoria. L’elenco delle cose non fatte è addirittura superiore alle promesse e le difficoltà da superare perché il SSN risponda alle esigenze dei cittadini e alle legittime aspettative dei professionisti metterebbero in crisi il Conte di Cavour, figuriamoci Schillaci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA