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Martedì 01 AGOSTO 2023
La difficile estate della sanità italiana: tra ospedali e personale in affanno, risorse che mancano e riforme che non vedono la luce

Dall'incognita sui fondi in più, passando per i contratti per il personale, il payback dei dispositivi, la riforma Aifa che non arriva, il ‘taglio’ ai progetti del Pnrr e un’assistenza territoriale ancora in cerca d’autore sono parecchie le questioni che giacciono ferme sul tavolo e che a quasi un anno dall’insediamento del Governo attendono una risposta. E intanto le liste d'attesa sono sempre bibliche e gli ospedali vanno sempre più in sofferenza.

Ci si avvia verso la pausa estiva ma in vista della ripresa autunnale sono parecchi i temi clou che riguardano la sanità. In prima analisi sarà da capire se ci saranno risorse in più per il Fondo sanitario (ad oggi sono previsti 2,3 mld aggiuntivi per il 2024) da appostare in Legge di Bilancio. Il Ministro Schillaci (che ha ben presente i problemi) ha parlato della necessità di ulteriori 3-4 mld ma la doccia fredda degli ultimi dati Istat che hanno evidenziato il segno meno del pil non fanno ben sperare. E sarà difficile che oggi nel faccia a faccia col Ministro Giorgetti, Schillaci ottenga qualcosa di concreto.

Tema caldo anche quello dei contratti per il personale. In attesa di scoprire se ci sarà la firma del rinnovo di quello dei medici 2019-2021 sarà fondamentale capire se già nella prossima manovra saranno stanziati i fondi per il 2022-2024. La questione del personale è decisiva: mancano infermieri, i medici fuggono dal Ssn e questa carenza determina in molti contesti un calo dell’offerta e lo scontento dei cittadini.

Molta attesa anche sul payback dei dispositivi medici. Il Governo ha prorogato al 30 ottobre i pagamenti (circa 1 mld) da parte delle aziende di quello relativo agli anni 2015-2018. Ma in ballo ci sono anche gli anni 2019-2022 dove l’Esecutivo dovrà trovare nuove risorse per non mandare in crisi imprese e regioni.

Ci sarà poi da capire se si risolverà la questione della riforma Aifa dove è atteso il decreto attuativo in Stato-Regioni per sbloccare le nuove nomine e far ripartire finalmente l’Agenzia che da un anno è praticamente in ordinaria amministrazione e va in tilt appena le si presenta un tema che esce dal seminato (vedi pillola gratuita).

Al rientro dalla pausa estiva probabilmente si capirà anche di più sul piano di revisione del Pnrr presentato dal Governo. Ad oggi una cosa è chiara: entro il 2026 ci saranno il 30% in meno della Case della Comunità preventivate e il 25% in meno di Ospedali della Comunità. Il Governo ha chiarito che non ci saranno tagli e che si realizzeranno tutte le 1.350 CdC e i 400 OdC previsti ma è chiaro che sarà difficile che entro quella data si riescano a completare tutti i progetti anche perché lo spostamento dai fondi Pnrr a quelli dell’edilizia sanitaria per 414 CdC e 96 OdC vuol dire solo una cosa: tempi biblici come già più volte segnalato dalla Corte dei conti.

Sullo sfondo del Pnrr ci sarà da vedere poi come e se si realizzerà la riforma della medicina generale. Le Regioni premono per il passaggio alla dipendenza dei mmg ma il Ministero della Salute apertamente non ha mai fatto una dichiarazione in tal senso e tiene ancora le carte coperte. A prescindere dalla strada che s’intraprenderà occorre però fare qualcosa, dare un segnale ad una categoria sempre più demotivata e spaesata a causa della ridda di voci sul proprio futuro. È arcinoto da anni che la sanità territoriale non funziona ma a parte le chiacchiere i fatti ancora latitano.

In questo scenario estivo non si può dimenticare poi la questione delle liste d’attesa dove al di là delle risorse manca ancora un piano concreto del Governo per contrastarle. Così come grida vendetta la situazione quotidiana che si vive nei Pronto soccorso sempre più sovraffollati e in corto circuito.

Sempre incandescente il tema delle nomine: a settembre dovrebbe prendere servizio a capo dalla Programmazione del Ministero Americo Cicchetti. Più aperta la partita per la guida dell’Iss mentre per Aifa c’è da attuare prima la riforma per capire chi sarà il nuovo presidente.

Queste sono solo alcune delle principali questioni in ballo, ma a quasi un anno dall’insediamento del Governo, inizia essere lecito attendersi delle risposte.

Luciano Fassari

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