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“Il nostro auspicio è che le Istituzioni competenti regolino nelle farmacie il rispetto dei requisiti igienico-sanitari, tecnologici e strutturali al pari di quelli previsti per le strutture private e autorizzate di diagnostica e specialistica ambulatoriale”. È quanto sottolineano in una nota congiunta le Associazioni Unindustria Sezione Sanità, Confapi Sanità, Anisap Lazio e Aisi. Le Associazioni puntano i riflettori sulla problematica dell’erogazione dei servizi sanitari, che, ricordano “come avviene dal 2009, sono in gran parte anche appannaggio delle farmacie, progressivamente avvicinatesi ad attività diagnostiche, senza però prestare la giusta attenzione ai requisiti di professionalità e sicurezza dei pazienti”. La “farmacia di servizi” e le farmacie convenzionate con il Ssn “presidi sanitari di prossimità”, sottolineano le Associazioni “possono effettuare le vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali, somministrare test diagnostici a tutela della salute pubblica, eseguire prelievi di sangue capillare (per rilevare la presenza anticorpi IgG e IgM), effettuare test ad uso professionale che comportano l’emissione di una diagnosi, impiegare anche a domicilio, infermieri e fisioterapisti”. E ancora, sono oggetto di sperimentazione i servizi di telemedicina (holter pressorio e cardiaco, ecg, autospirometria) e gli screening per il tumore al colon retto. Il farmacista titolare e/o il direttore della farmacia è responsabile del coordinamento organizzativo e gestionale di tali servizi e relativi operatori, nonché dell’accertamento dei requisiti professionali di questi ultimi. L’erogazione delle prestazioni, proseguono le Associazioni “non comporta la presa in carico dell’utente da parte delle farmacie e l’attribuzione di competenze che sono proprie, in via esclusiva, degli ambulatori medici, ma offre agli utenti la sola possibilità di rivolgersi alla farmacia per ottenere le prestazioni sanitarie, infermieristiche o gli interventi fisioterapici, previsti dalla prescrizione medica. “La farmacia, quindi, si pone quale ‘intermediario’ tra paziente e professionista, secondo uno schema ‘commerciale’ che, di tutta evidenza, non tutela i pazienti. Qual è la competenza del farmacista per valutare i requisiti professionali degli operatori sanitari che dovrebbe coordinare? Il coordinamento “organizzativo” è del tutto insufficiente nei servizi sanitari, che richiedono una supervisione sanitaria capace di intercettare rapidamente le criticità” sottolineano ancora le Associazioni di categoria. Le strutture private di diagnostica e specialistica ambulatoriale, riunite nelle varie associazioni di categoria, sono più di 5mila su tutto il territorio nazionale e, per le stesse prestazioni previste per le farmacie: sono soggette a rigorosi criteri di idoneità e sicurezza di infrastrutture ed impianti; scontano regole altrettanto severe per l’autorizzazione ad erogare i vari servizi; necessitano di un medico che eserciti la Direzione Sanitaria e di un medico specialista Responsabile di branca, per ogni area operativa; sono sottoposti a controlli annuali da parte delle competenti ASL, delle Regioni, dei NAS dell’Arma dei Carabinieri; sono dotate delle certificazioni di qualità (tra tutte: ISO 9001:2015), rilasciate da organismi di certificazione indipendenti; per il mantenimento delle autorizzazioni all’esercizio, anche in virtù della c.d. “legge sulla concorrenza 2021”, necessitano di continui e rilevanti investimenti. “Il nostro auspicio è quindi – concludono le Associazioni – che le Istituzioni competenti ripensino e correggano rapidamente il tiro, imponendo che i locali delle farmacie rispettino requisiti igienico-sanitari, tecnologici e strutturali al pari di quelli previsti per le strutture private e autorizzate di diagnostica e specialistica ambulatoriale. L’unico interesse che va tutelato è sempre la salute e il benessere dei cittadini”.
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Venerdì 28 LUGLIO 2023
Farmacie. Le Associazioni della sanità privata all’attacco: “Fondamentale il rispetto di requisiti basilari per l’erogazione dei servizi sanitari”
Le Associazioni Unindustria Sezione Sanità, Confapi Sanità, Anisap Lazio e Aisi auspicano quindi che “le Istituzioni ripensino e correggano rapidamente il tiro, imponendo che i locali delle farmacie rispettino requisiti igienico-sanitari, tecnologici e strutturali al pari di quelli previsti per le strutture private e autorizzate di diagnostica e specialistica ambulatoriale”
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