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Giovedì 27 LUGLIO 2023
Fino a 18 anni in cura dai pediatri? Piuttosto si pensi a istituire la figura “geriatra di famiglia”



Gentile Direttore,
la SIP (Società Italiana di Pediatria) propone il diritto alle cure pediatriche sino a 18 anni sia sul territorio sia in ospedale. I Pediatri di Libera Scelta (PLS) in Italia hanno al massimo 800 assistiti, la metà delle scelte del medico di medicina generale (MMG), raramente effettuano visite domiciliari perché il minore è trasportabile ed hanno un compenso nettamente più alto.

Il MMG non è in grado di seguire il percorso di crescita psicologica degli under 18? Il MMG da sempre svolge questa attività e la fa con grande perizia, perché conosce bene il contesto familiare da cui proviene l’adolescente a lui affidato e in più sa mettere in atto quelle strategie di prevenzione delle malattie. Molti MMG praticano l’attività di psicoterapeuta e tale capacità non può essere appannaggio esclusivo del PLS, sicuramente non per Legge o norma contrattuale.

Evidentemente la SIP tende a difendere gli interessi dei propri iscritti: gli under 18 in Italia sono solo il 16,6% della popolazione e i PLS vedranno diminuire il numero dei potenziali assistiti. Faccio una considerazione da MMG e da Consigliere di Ordine: tali argomenti me li aspetterei dai SINDACATI dei PLS, ma non certo dalla Società Scientifica che, come tale, dovrebbe sposare ciò che la comunità scientifica internazionale studia e pubblica e non dovrebbe invece andare ad occuparsi di questioni politico-sindacali.

La stessa SIMA (Società Italiana Medicina dell’Adolescenza) fa difficoltà a definire quando termini l’adolescenza che ormai dura di più rispetto alle passate generazioni: si protrarrebbe oltre i 26 aa. La pubertà però inizia prima, attorno ai 10 aa. Per molti psichiatri il raggiungimento della maturità psicologica non è correlata alla data di nascita ma alla necessità di provvedere a se stessi: si è maturi quando si va via di casa. E allora vogliamo far seguire i cittadini dal PLS fino a che non escono dal nido domestico, per non turbare la loro crescita psicologica?

Attenzione, perché così facendo si rischia una ulteriore infantilizzazione dei giovani. Il sociologo J. Macvarish sostiene che considerare i ragazzi teenager troppo a lungo potrebbe tradursi in un pericoloso “adolescenti per sempre”.

A parer mio la proposta da fare è un’altra: si istituisca la figura del geriatra di libera scelta (per esempio all’interno dei MMG in possesso del relativo titolo), che prenda in carico gli ultra 75enni che sono sicuramente i più impegnativi dal punto di vista socio-sanitario. Questa è la vera ed urgente necessità del territorio ed è motivata dalle seguenti considerazioni: uno dei compiti fondamentali del MMG è la prevenzione. Ma la prevenzione comincia dalla nascita. Cosa vogliamo prevenire negli over 75 se non la comparsa di neoplasie correlate all’immunosenescenza? Il MMG, per diventare tale, effettua un corso di formazione di tre anni, dove lo studio e la pratica geriatrica riveste una minima parte del curriculum, quindi andrebbe ampliato il suo percorso universitario; è impensabile che il MMG, a meno che non sia specialista geriatra, possa formarsi in autonomia per raggiungere quelle appropriate conoscenze per la corretta gestione della popolazione geriatrica.

Certo il MMG si deve occupare della cronicità ma la terza età rappresenta un mondo a sé, dove anche le prescrizioni farmacologiche sono totalmente diverse da quelle dell’adulto. La SIP chiede anche di accelerare il riconoscimento sul piano normativo del valore legale delle sub-specialità pediatriche, quali il pediatra cardiologo, allergologo, gastroenterologo, come già avviene in altri Paesi europei: in Italia che ha la popolazione fra la più anziana nel mondo, seconda solo al Giappone, dove gli over 75 rappresentano l’11,7% della popolazione vogliamo ignorare la necessità di istituire una subspecialità della MG in modo da seguire in modo coscienzioso i nostri anziani? E’ la situazione sociale e demografica del nostro Paese che ce lo richiede. E’ questa la vera morsa sulla medicina generale che bisognerebbe allentare. Non solo perché il MMG non sempre, specie in ambito di neurofarmacologia, ha il know how sufficiente, ma soprattutto perché curare un anziano richiede molto più tempo ed energie che seguire un adolescente. Il carico per questo tipo di popolazione è massimo (piani terapeutici, attivazione dell’assistenza domiciliare, visite in RSA spesso lontane) ma soprattutto nella maggior parte dei casi l’anziano va seguito a domicilio. E il territorio italiano non è solo Milano, Roma o Napoli, ma è fatto di piccoli agglomerati, talvolta molto distanti fra loro soprattutto nelle aree montane, per cui spesso un solo MMG deve sovrintendere ad un territorio vastissimo e, a volte, non riesce ad essere costantemente presente al domicilio di ogni suo anziano non deambulante. Smettiamo di fare proposte “pro domo” di qualche parte.

E’ necessario che finalmente si cominci a lavorare per il “reale” interesse dei nostri assistiti e quindi i suggerimenti che le Società scientifiche danno alla politica devono seguire questo solco, e non tutelare interessi di parte.

Dr. Marina Di Fonso
MMG in Roma
Referente Nazionale dei medici di Contiamo.Ci

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