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Venerdì 21 LUGLIO 2023
La Regione, Il Tempo, la Sanità e la Tempesta Perfetta
Gentile Direttore,
in questi ultimi giorni, ma con insolito tempismo, la Regione Lazio ha sferrato un attacco alla sanità laziale, soprattutto a quella delle province e delle periferie. Lo ha fatto in modo, come dicevamo, insolito, trasmettendo ad un quotidiano romano vicino al governo regionale una “velina” riguardante gli esiti di cura in varie branche specialistiche di tutti gli ospedali della nostra regione. Ci sono le eccellenze, quelli bravi, quelli così così e i peggiori: già immaginiamo i commenti e i timori dei cittadini (“se lo dice il giornale sarà vero”, “ma come, io sono andato lì, allora ho sbagliato”, “dottore cosa mi consiglia? Ho letto che da voi ci sono problemi…”, “dottore vorrei disdire quella prenotazione, ci vorrei pensare”).
Lasciamo stare gli errori madornali dell’articolo, che premia come eccellenza un reparto specialistico che in quell’ospedale non esiste nemmeno, ma facciamo alcune considerazioni.
1 - Il Pre.Val.E. è stato certamente una grande svolta per il servizio epidemiologico nella misura delle efficienze e delle attività, ma gli indicatori sono vecchi, incompleti, scopiazzati e male da quelli di oltreoceano ed oltremanica, non è collegato alla realtà, alla qualità dei servizi offerti, controlla solo i costi ma soprattutto non lega i risultati al rapporto medici/posti letto, alle qualità ed alle risorse messe in campo, dal chirurgo operatore , all’infermiera di sala, all’anestesista (se e quando presente) , al posto letto libero, alla disponibilità settimanale della camera operatoria.
2- Organici ridotti: da troppo tempo gli organici di molti ospedali, soprattutto delle periferie e delle province, soffrono di insopportabili carenze di medici, tecnici ed infermieri, ciononostante con quel poco di personale a disposizione si riesce spesso a fornire un servizio decente ed onesto alla popolazione, in linea con protocolli e linee guida.
3- Anomalie nella stabilizzazione dei precari: speravamo che stabilizzando tutti i precari della Sanità si arrivasse ad organici in linea ed idonei a fornire il top dei servizi medici. Errore!
La stabilizzazione ha preso in gran parte dei casi una sola strada, quella romanocentrica, creando nelle periferie e nelle province dei veri e propri buchi neri negli organici, trasformando questi ospedali in....
4 - ...sedi disagiate: la Regione sotto questo aspetto non ha mai fatto nulla, nemmeno nel passato, non ha creato alcun presupposto, non ha trovato incentivi o benefit per il pendolarismo medico, affinché questi ospedali potessero raggiungere risultati ottimali.
Ma se in quell’ospedale di provincia il lavoro di due persone è, in proporzione, superiore a quello di 10 persone a Roma, perché danneggiarlo e pubblicarne una scarsa reputazione?
Come si fa a chiedere una maggiore produttività ad una chirurgia che ha poche sedute operatorie perché mancano gli anestesisti? Queste cose il Pre.Val.E non le tiene assolutamente in considerazione, ma da’ lo stesso i voti, promuove, boccia o rimanda.
La lettura di questi dati ci è sembrata superficiale, sciatta, legata ad uno stile giornalistico da scoop d’altri tempi ma pericoloso, che diffonde cattive reputazioni e realtà distorte che in molti casi, con estrema fatica, si cerca quotidianamente di modificare e migliorare per la salute dei cittadini.
Non vorremmo che le modalità di diffusione siano invece un modo “politico” e l’occasione per prossime reprimende ai vertici di alcune ASL per spingerli a nuove ipotesi di “sanità”, coinvolgendo sempre più il privato ad avvicinarsi a forme compartecipative dirette con il SSN, sponsorizzando il privato a discapito del pubblico.
Questo fatto ci ricorda un vecchio spot pubblicitario che vedeva entrare in campo una squadra di calcio con 11 giocatori contro un’altra con almeno 150, e lo spot declamava un bel “Ti piace vincere facile”: ecco, immaginatevi questo panorama, con ospedali piccoli di provincia e con pochi medici ma molto operosi e le mega strutture romane a pieno organico che macinano prestazioni a raffica.
E il Pre.Val.E che fa? Mette il dito nella piaga, colpevolizzando i piccoli rovinandogli quel po’ di reputazione e decantando i grandi centri.
Non sarebbe stato meglio chiamare a raccolta i vertici delle Aziende in difficoltà, gli stessi Direttori di Struttura e discutere delle problematiche e delle soluzioni nelle sedi opportune?
Sarebbe forse ora, a questo punto, di provare a modificare i meccanismi concorsuali, le ASL dovrebbero riappropriarsi in pieno dei loro concorsi, ma soprattutto delle loro graduatorie, che spesso vengono offerte alle altre ASL e quando queste arrivano negli ospedali della capitale il cerchio si chiude.
D’altra parte non c’è nulla di nuovo sotto il sole, l’ANAAO lo va ripetendo da oltre 10 anni, la Tempesta Perfetta del SSN si sta piano piano completando.
Dr. Marco Benedetti
Componente Direzione Nazionale Anaao Assomed
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