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Venerdì 07 LUGLIO 2023
La Commissione Covid e il rischio di confondere la libertà di opinione con la verità scientifica
La scienza, in base al più grande esperimento della storia, la vaccinazione contemporanea di miliardi di persone, ha stabilito la sicurezza del vaccino, la sua efficacia sulla mortalità piuttosto che sulla contagiosità (non si è raggiunto l’effetto gregge), e ha definito le linee guida della terapia domiciliare, superando credenze e mistificazioni della prima ora. Una cosa è la libertà di opinione un’altra è la verità scientifica. Confonderle sarebbe desolante oltre che pericoloso
Il Parlamento della Repubblica ha istituito una Commissione Bicamerale sulla gestione del Covid. In televisione abbiamo assistito a uno scontro veemente tra la maggioranza e l’opposizione di cui ora fanno parte sia l’ex Presidente Conte che l’ex Ministro Speranza.
Le Commissioni d’inchiesta dovrebbero stabilire la verità ma si concludono quasi sempre con una relazione di maggioranza e una di minoranza quando di verità ce ne dovrebbe essere una sola.
Tra gli infiniti compiti assegnati alla Commissione vi è la ricerca di eventuali corruttele, irregolarità e spechi sui quali dovrebbe indagare la Magistratura; in una commissione parlamentare i partiti sostengono le loro idee, cui piegano l’interpretazione dei fatti, di solito strumentalizzandoli. E’ più facile che, al termine dei lavori, la confusione aumenti e le certezze diminuiscano.
La Commissione deve valutare anche le misure adottate dal Governo per il potenziamento del SSN, dimenticando che questo dipende dalle Regioni il cui operato, invece, non è soggetto a esame. E il fallimento della Lombardia? Di questo, guarda caso, non si vuol parlare!
Però la Commissione dovrà affrontare argomenti che non dovrebbero essere oggetto di valutazione politica perché sono aspetti medici su cui la comunità scientifica ha già raggiunto accordo. Qui si gioca il rapporto tra scienza e politica, ambiti e logiche diverse che debbono integrarsi ma non confondersi.
La Commissione dovrà “valutare l’efficacia e i risultati del Comitato Tecnico Scientifico” nonché “verificare la corrispondenza tra il piano pandemico e i protocolli terapeutici soprattutto nelle terapie domiciliari” e “indagare sul piano vaccinale” stimando l’efficacia sulla “diffusione dei contagi, ricoveri e la mortalità nonché gli eventi avversi denunciati”.
Siffatti argomenti non si decidono a maggioranza ma secondo il metodo della scienza e già i no vax hanno fortemente inquinato il dibattito politico, trovando più spazio nell’attuale maggioranza che nell’opposizione che, ai tempi del covid, governava. Alla fine si deciderà che i vaccini sono di sinistra come la chemioterapia al tempo di Di Bella?
La scienza, in base al più grande esperimento della storia, la vaccinazione contemporanea di miliardi di persone, ha stabilito la sicurezza del vaccino, la sua efficacia sulla mortalità piuttosto che sulla contagiosità (non si è raggiunto l’effetto gregge), e ha definito le linee guida della terapia domiciliare, superando credenze e mistificazioni della prima ora.
E’ proponibile una prova controfattuale: quanti sarebbero stati i morti senza il tempestivo intervento della medicina moderna? Nello scontro delle posizioni partitiche non si tenterà di piegare la scienza alla politica, il contrario della libertà e della democrazia?
Questo è il paese del caso Di Bella, del caso Stamina, della Xylella, del processo sul terremoto nelle Marche, dei no vax che tentano la scalata al Parlamento. Allora, poiché la Commissione ha anche il compito di “verificare le incongruenze, le contraddizioni e i difetti di trasparenza nella comunicazione istituzionale e nell’informazione”, sarebbe davvero importante impegnare il Parlamento nella correzione della disinformazione e dell’ignoranza del metodo della scienza, nel combattere bugie e fakes news.
La Commissione dovrà affrontare anche il tema delle possibili libertà conculcate. Secondo la Costituzione i diritti individuali trovano limite nell’interesse collettivo e quindi il lockdown o l’obbligo vaccinale debbono essere valutati come condizioni per la tutela della salute della collettività.
Una cosa è la libertà di opinione un’altra è la verità scientifica. Confonderle sarebbe desolante oltre che pericoloso per la tenuta della gente in caso di nuova epidemia. La politica ha il diritto di scegliere la strada per affrontare gli ostacoli ma, pur mantenendo la massima autonomia decisionale, non può rimettere in discussione i dati che la scienza offre.
Antonio Panti
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