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Lunedì 03 LUGLIO 2023
Areus Sardegna. Infermiera incinta discriminata, ma l’Azienda smentisce
A sollevare il caso il deputato sardo Silvio Lai, che riferisce come la donna, durante la visita medica pre-assuntiva era risultata idonea ma l’azienda, visto il suo stato di gravidanza, avrebbe deciso di non assumerla. Si difende l’Areus: “Nessun atto discriminatorio, l'infermiera presentava limitazioni in visita pre-assuntiva rispetto alle mansioni lavorative tipicamente sulle postazioni di soccorso avanzato e presso le C.O. 118”.
Non assunta perché incinta. Sarebbe successo all’Areus della Sardegna, secondo quanto denunciato dal deputato del Pd, Silvio Lai, anche se l’Azienda respinge l’accuso di avere discriminato la donna.
Secondo il parlamentare sardo, "il dietrofront, messo nero su bianco dall'avvocato dell'infermiera, sarebbe arrivato per decisione del direttore generale dell'azienda sanitaria che comunicava ai sindacati, il 26 giugno, l'impossibilità a procedere all'assunzione a fronte del fatto che nella visita preassuntiva, pur essendo stata dichiarata idonea escluse temporaneamente le sole attività notturne e quelle dei mezzi di soccorso 118, la lavoratrice aveva dichiarato il suo stato di gravidanza di tre mesi".
“Nessun atto discriminatorio nei confronti della candidata”, replica l’Areus. “L'infermiera – chiarisce -, pur essendo utilmente collocata nella graduatoria di concorso bandito dal Brotzu, rispetto alle mansioni lavorative di AREUS tipicamente sulle postazioni di soccorso avanzato e presso le C.O. 118, presentava limitazioni in fase di visita pre-assuntiva".
La Direzione di Areus respinge le accuse lanciate dall'esponente del PD in merito alla presunta violazione del Codice delle pari opportunità: "Più del 50 per cento dei dirigenti dell'Azienda Regionale per l'Emergenza Urgenza è donna, alla Direzione Generale c'è una donna e l'80 per cento dei dipendenti sono di sesso femminile. Le affermazioni del deputato sono quindi prive di ogni fondamento".
La Direzione dell'Azienda Regionale per l'Emergenza Urgenza rispetto a quanto accaduto entra nel merito della vicenda e chiarisce alcuni dettagli della procedura che ha portato all'esclusione dell'infermiera nel corso della visita preventiva a cui qualche giorno fa sono stati sottoposti tutti i candidati. "Nella relazione di visita pre-assuntiva del medico competente, unico documento ufficialmente a disposizione del Datore di Lavoro, non si fa alcun cenno allo stato di gravidanza dell'infermiera, ma si parla esclusivamente di limitazioni alla mansione".
Insomma, la Direzione di Areus non avrebbe neanche saputo nulla in merito allo stato di gravidanza della professionista quando ha ufficializzato all'infermiera la sua mancata assunzione. "D'altra parte, il medico competente ha agito correttamente in rispetto alle norme sulla privacy e a quelle di tutela della salute e della sicurezza del lavoratore non menzionando lo stato di gravidanza, la comunicazione al datore di lavoro spetta, peraltro, esclusivamente alla lavoratrice". Non è stato, dunque, lo stato di gravidanza a determinare la scelta di Areus, precisa la direzione che fa sapere che valuterà, comunque, “un'altra possibile adeguata collocazione per l'infermiera”.
Una risposta che non convince Lai, secondo cui Areus “si arrampica sugli specchi per tentare di giustificare l'ingiustificabile. Al momento della visita medica preassuntiva la donna in questione, visto lo stato di gravidanza di tre mesi, era risultata idonea con le sole limitazioni del 118 e delle ore notturne. Peraltro già precedentemente su richiesta della stessa Areus aveva accettato l'incarico. Non è vero quindi che nessuno sapesse che fosse in stato di gravidanza e quando si parla di pari opportunità non ci si riferisce solo al rapporto di genere ma anche a situazioni come quelle denunciate. I codici e le regole bisognerebbe conoscerle prima di mettere nero su bianco”, sostiene il deputato.
Sull’annuncio di Areus in merito alla possibilità di assumere la donna con altra mansione, il deputato commenta: “Lo faccia subito senza tentennamenti e assuma quella donna transitoriamente con altro ruolo in attesa di poter riprendere quello che vergognosamente le è stato tolto”.
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