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Tra farmaci, visite, esami e Pronto soccorso la spesa degli italiani per il ticket sanitario ha superato nel 2022 i 2,5 miliardi, in aumento del 4% rispetto al 2021 e del 10% rispetto al 2020. Specialistica ambulatoriale Sono limitate le differenze tra aree e regioni in termini di recupero. Nella specialistica rimangono, tuttavia, molto diversi i pesi di quest’entrata tra aree e regioni, soprattutto se lette a livello di importi pro capite: nelle regioni del Nord a statuto ordinario esse sono pari a 21 euro pro capite (erano 27 euro nel 2019), mentre nelle regioni del Sud non raggiungono la metà di tale importo. Pronto soccorso. Da Veneto ed Emilia Romagna il 60% degli introiti Farmaci: nel 2022 compartecipazioni a quota 1,5 mld Nel 2022 le compartecipazioni sono pari a 1,5 miliardi, in aumento rispetto all’esercizio precedente del 1,5 per cento. Anche queste entrate si presentano nell’anno inferiori a quanto registrato nel 2019 (-5,1 per cento). Nel complesso, quindi, le compartecipazioni ammonterebbero nel 2022 a 2,5 miliardi con una flessione del 13,4 per cento rispetto al 2019. Gap che si accentua nelle regioni non in Piano (-14,9 per cento) ed in particolar modo in quelle a statuto ordinario del Centro (-18,7 per cento). Si riducono, pur persistendo, anche per questi motivi le differenze tra aree e regioni negli importi pro capite.
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Martedì 27 GIUGNO 2023
Ticket: nel 2022 cresce la spesa del 4%. Tra farmaci, specialistica ambulatoriale e Pronto soccorso per gli italiani una tassa da 2,5 miliardi
Dopo il calo vertiginoso dei primi due anni di pandemia dove c’è stato un forte rallentamento dell’offerta di prestazioni tornano a crescere i proventi da ticket. Permangono diversità tra le Regioni e salta all’occhio il ticket sul Pronto soccorso che ha un impatto molto limitato praticamente in quasi tutte le Regioni: poco meno del 60 per cento è riconducibile anche nel 2022 a due regioni (Veneto ed Emilia-Romagna), che contano per il 16 per cento della popolazione.
Le compartecipazioni alla spesa contabilizzate nei CE riguardano quelle relative alla specialistica ambulatoriale, per il pronto soccorso e per altre prestazioni. Si tratta nel complesso di oltre 1.046 milioni, in crescita rispetto al 2021 dell’8 per cento dopo l’aumento registrato nel 2021 dell’17,6 per cento. Nonostante ciò, l’entrata rimane di oltre 300 milioni inferiore ai livelli pre crisi (nel 2019, pur in flessione rispetto agli anni precedenti per l’abolizione del ticket fisso sulle prestazioni specialistiche, era pari a 1.358 milioni). Il mancato recupero dopo il forte rallentamento delle attività per la pandemia riguarda sia le prestazioni per l’attività ambulatoriale, dove nel 2022 ci si colloca all’78 per cento di quanto incassato nel 2019, sia quelle di pronto soccorso che rimangono al 66 per cento.
Molto limitato il contributo offerto dai ticket sul pronto soccorso: dei 30,5 milioni incassati (come si diceva in forte flessione rispetto al 2019, -14,7 milioni), poco meno del 60 per cento è riconducibile anche nel 2022 a due regioni (Veneto ed Emilia-Romagna), che contano per il 16 per cento della popolazione.
Per avere un quadro completo del contributo richiesto al cittadino vanno considerati anche i ticket sui farmaci che, incassati al momento della fornitura della prestazione, vanno in riduzione di quanto dovuto dalla regione per la farmaceutica convenzionata.
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