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Martedì 20 GIUGNO 2023
I discount della salute



Gentile Direttore,
il Bignami dell’economia di mercato spiega che “se aumenti l’offerta, aumenterai anche la domanda di un prodotto. Poi, spetta anche alla pubblicità far sembrare quel prodotto indispensabile per il benessere di tutti”. Di solito, si tratta di un prodotto inutile, ma come farne a meno se tutti ne parlano? Anche qui in Cadore, tra le splendide montagne bellunesi, vale la stessa strategia. Infatti leggo il volantino pubblicitario di un laboratorio privato che offre vari pacchetti di esami con intestazioni suggestive: Salute Donna, ben 33 esami per un costo complessivo di 85 euro, Salute Uomo, con 35 esami per 90 euro, anche qui la solita discriminazione di genere, la salute dell’uomo costa di più. Ben in evidenza sul frontespizio del volantino, la scritta: non è necessaria la ricetta medica.

È qui il fulcro di tutta la questione: il medico non c’entra, è solo un rapporto commerciale tra domanda e offerta di un prodotto così banalizzato come gli esami del sangue da poterli comprare a pacchetti come al supermercato. Non hai tempo? Non vuoi fare la fila? Ma qualche amico ti ha detto che dovresti fare qualcosa per la tua salute? Tranquillo, ci siamo noi. Soli 90 euro.

Ho sempre apprezzato l’imprenditorialità e la libera iniziativa, ma sappiamo benissimo che il mercato necessita di un po’ di scaltrezza e un pizzico di pirateria per sfilare dal portafogli un po’ di quattrini in cambio della solita fontana di Trevi in vendita all’ingenuone di turno, come insegna Totò. Ma nel caso del laboratorio di analisi privato, la questione è pericolosa e illuminante. Pericolosa perché si parte dal principio che la buona salute e la prevenzione si basino su un pacchetto di esami che prescinde da qualsiasi valutazione clinica a monte, da parte di un medico. Troppi hanno dimenticato che la clinica la fa il medico che richiede esami inerenti alla situazione e circostanze del paziente. Il sovvertimento di questa logica, include un’altra anomalia: quando il paziente avrà in mano questo pacchetto di esami, chi li leggerà e chi ne trarrà una diagnosi, il paziente stesso? Considerato che il medico è stato già escluso a priori.

La pericolosità sta nella convinzione che il concetto di buona salute sia tutto qui, spendendo soli 90 euro e senza nessuna rottura di scatole. Prenotazioni, attese, appuntamenti con il medico di base, confronto con il suo punto di vista. Tutta roba inutile, c’è una scorciatoia e questa è il cortocircuito dell’assistenza e del lavoro del medico di base.

La vicenda è illuminante perché dice che ci stiamo muovendo nel campo della commercializzazione della salute, della visione del SSN in chiave supermercato dove puoi comprare quello che ti serve, facendoti credere che sia indispensabile e invece stai comprando la solita roba inutile da poter esibire come buona pratica di prevenzione. Ti fanno acquistare l’automobile senza avere la patente per guidarla. Chi permette tutto questo, chi autorizza un mercato becero, falso e immorale? Semplicemente, la politica, che valuta la Sanità solo e sempre in termini di costi e mercato, senza mai considerare l’unico elemento fondamentale: la salute della gente.

Tra l’altro, questa cosa della salute pubblica è sempre stata una grande rottura di scatole. Perché mettere a bilancio statale quando la gente può mettere mano al portafogli e ottenere quello che vuole, saltando liste di attesa e disservizi pubblici? Infatti, una delle ragioni per cui ogni governo ha lasciato allo sbando il SSN dipende dal fatto che nessun ministro è mai andato da un medico di base o in pronto soccorso. Al minimo malore, “l’onorevole” ha sempre una clinica privata o un luminare di turno a portata di mano. L’avete mai visto fare la coda con un numeretto in mano?

La straordinaria capacità politica di non scendere tra la gente e capire i problemi, è una costante tutta italiana, a destra come a sinistra. Ma se il ministro è latitante, non lo è il mercato che sa benissimo cosa la gente vuole, persino qui in Cadore dove si aprono i discount della salute.

Da queste parti, si dice che quando l’acqua arriva alla gola si impara a nuotare. Infatti, il nuovissimo ministro della Sanità, ha capito benissimo dove è arrivata l’acqua, ultimamente, e sembra voler riformare il SSN, partendo dal basso, dalla medicina del territorio. Sopravvivenza: ha capito di essere a capo di un ministero in via di estinzione. Peccato che altrettanta lungimiranza non si veda da parte di Fimmg e Enpam, che continuano a danzare sul ponte, mentre il Titanic affonda.

Enzo Bozza
Medico di base a Vodo e Borca di Cadore (BL)

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