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Giovedì 15 GIUGNO 2023
Medicina legale. Cannavò (Melchiorre Gioia): “Serve piattaforma digitale per gestione e valutazione del danno”

Il presidente della società scientifica è intervenuto al convegno “Gli scenari gestionali e assicurativi nella sanità italiana”, organizzato nei giorni scorsi presso l’Università Sapienza di Roma. “I tempi sono cambiati sotto tutti i punti di vista”

Le nuove tecnologie e, in particolare, l’intelligenza artificiale possono essere utilizzate anche nella gestione e nella valutazione del danno in medicina legale. Ne è convinto Giovanni Cannavò, presidente della società scientifica Melchiorre Gioia (che si occupa di tutte le problematiche relative al risarcimento del danno alla persona da fatto illecito, civile e penale).

Ai microfoni di Quotidiano Sanità, il presidente Cannavò (intervenuto al convegno “Gli scenari gestionali e assicurativi nella sanità italiana”, organizzato nei giorni scorsi presso l’Università Sapienza di Roma) spiega che “siamo alla necessità di una piattaforma digitale”, in quanto “i tempi sono cambiati sotto tutti i punti di vista”, non da ultimo e, anzi, soprattutto, “sotto il punto di vista professionale”.

E dunque, “continuare a gestire la valutazione del danno alla persona con tabelle che risalgono a 50 anni fa ha poco senso” o, perlomeno, è qualcosa che “non corrisponde più all'evoluzione della medicina clinica. Per questo – spiega Cannavò – dobbiamo puntare a metodologie moderne, ovvero a piattaforme digitali dove dall'inserimento dei dati clinici e dai risultati della visita medica si possa estrapolare una valutazione per quanto possibile obiettiva e verificabile, in modo tale da uscire definitivamente dalla soggettività valutativa che ancora oggi è predominante”.

Ma in che modo l'intelligenza artificiale può intervenire efficacemente a supporto delle parti nelle cause per responsabilità professionale? “Il tutto si ricollega a quanto ho detto”, spiega ancora il presidente della società scientifica Melchiorre Gioia. “Il consulente tecnico d'ufficio deve avere un ruolo imparziale e, dunque, avere uno strumento digitale che consenta di fare valutazioni obiettive permette di verificare le conclusioni a cui giunge il consulente tecnico d'ufficio e di ridurre la continuazione del contenzioso”.

Arnaldo Iodice

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