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Giovedì 15 GIUGNO 2023
Tra prevenzione e sanità privata: quando le critiche sono preconcette



Gentile direttore,
mi permetto di inviarti due brevi commenti circa due articoli che sono stati pubblicati ieri: “No ai luoghi comuni sulla prevenzione”, scritto dalla Giunta Esecutiva Siti (società italiana di igiene); “Privatizzazione del Servizio sanitario nazionale: di cosa stiamo parlando?”, scritto da Isabella Mastrobuono.

Entrambi di fatto si riferiscono al mio articolo (QS 12 giugno 2023) e meritano secondo me un piccolo commento da parte mia.

La giunta esecutiva della Siti, sulla mia analisi circa i dipartimenti di prevenzione ha manifestato “perplesso stupore” giudicandomi, come uno che “appalesa una superficiale ed obsoleta visione dell’attività di prevenzione” ( cioè praticamente uno sprovveduto) ma nello stesso tempo specificando che il suo giudizio è stato deciso ma “senza entrare nell’esame e nella valutazione complessiva della proposta” .

Ritengo a buon diritto che il giudizio della Siti sia quanto meno preconcetto dal momento che è impossibile comprendere la mia proposta senza comprendere “la valutazione complessiva della proposta” cioè le ragioni le preoccupazioni che la anima ma soprattutto senza comprendere le pesanti contraddizioni che vi sono dietro e che la Siti difende secondo me in modo eccessivamente apologetico se non miope.

Questa apologia, a priori nonostante tutto, cioè di qualcosa che va difeso ad ogni costo fa riflettere perché nel caso dei dipartimenti di prevenzione e della prevenzione in generale considerando come sono andate le cose, non è un punto di forza ma è il contrario.

Ormai a proposito di prevenzione le cose sono andate così male che qualsiasi persona ragionevole è costretta ad aprire gli occhi e trarne le giuste conseguenze. E da quello che vedo a pensarla così non sono il solo. Mi ha positivamente colpito per esempio l’analisi dei colleghi della Siti cioè della Snop (società italiana operatori della prevenzione) che sull’argomento è tutt’altro che apologetica:

“Forse è venuto il momento di abbandonare il dipartimento di prevenzione quale lo abbiamo conosciuto in questi anni o anche come lo avremmo voluto ma non è mai stato”

Non aggiungo altro. Forse la Siti prima di accusare gli altri di essere farebbe bene a rendersi conto lei per prima delle conseguenze delle sue preconcette valutazioni.

Invece relativamente all’articolo di isabella Mastrobuono una mia amica una veterana della sanità come me e le cui irriducibili convinzioni a favore del privato assicurativo, della sanità sostitutiva e del mutualismo sono ben note a tutti (altrettanto come le mie quelle contrarie alle sue cioè a favore del pubblico), non intendo farle cambiare idea e ne contrastarne i suoi discutibilissimi dati (specialmente quelli sugli oneri che derivano allo Stato a causa degli sgravi fiscali concessi al privato ) Siamo da sempre su sponde opposte e probabilmente resteremo su sponde opposte. E poi sono convinto che a lei non interessano le cose che dico io e cioè che:

il problema della “grande marchetta” sia oggi, per la prima volta, un problema pesante di sostenibilità che mette in crisi tutto il SSNP, gli economisti (Berwuick” salve lucrum su JAMA). che hanno sempre sostenuto la sanità privata siano sempre più preoccupati della sua ingestibilità dovuta a cupidigia e a insaziabilità esistono importanti problemi di privatocrazia.

Come tutti i fautori del privato per Isabella Mastrobuono alla fine ciò che conta è “l’interesse dell’interesse” e poi il privato ha solo virtù, e a parte gli speculatori che si riempiono le tasche di soldi a spese del pubblico il privato è un vero affare per tutti soprattutto per chi può pagare. Chi non può pagare non ha diritti di nessun tipo.

Ma a parte queste amenità su una cosa di Isabella Mastrobuono vorrei soffermarmi. Essa scrive che la sanità privata è sempre esistita che il suo ruolo è importante, che il suo “valore” è perfino tutelato dalla Costituzione e cita la mutualità volontaria. Cioè l’art 46

Anch’io nella mia proposta sulla sostenibilità (QS 12 giugno 2023) ho proposto di rimettere in piedi l’art 46 della Costituzione ma a differenza di Isabella Mastrobuono che cita solo la prima parte di questo articolo (la mutualità è libera) io propongo di applicare anche la seconda parte quella che non si cita mai e si dimentica sempre:

“È vietato agli enti, imprese ed aziende pubbliche contribuire sotto qualsiasi forma al finanziamento di associazioni mutualistiche liberamente costituite aventi finalità di erogare prestazioni integrative dell'assistenza sanitaria prestata dal servizio sanitario nazionale”.

Cioè propongo e non da ora (Qs 7 marzo 2023) di cancellare tutti gli incentivi fiscali alla sanità privata e di usare queste risorse già presenti nella spesa storica quindi spendibili subito per rifinanziare il servizio pubblico.

Non ha senso incentivare il privato che fa la guerra al pubblico. Chi fa la guerra al pubblico vuole prenderne il posto e spremerci come limoni. L’unica cosa che ha senso oggi è togliere al privato le “nostre” risorse quelle che esso ci sottrae con il fisco e che ci servirebbero per rifinanziare il SSN. Insomma capisco che non sia il top del liberismo ma non credo che sia così blasfemo e eversivo dire che lo Stato garantisce la sanità gratis a tutti i cittadini e chi vuole la sanità privata è libero di comprarsela ma se la deve comprare con i suoi soldi non a spese dello Stato. Esattamente come prescrive l’art 46 della L.833 citato da Isabella Mastrobuono.

Ivan Cavicchi

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