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Lunedì 12 GIUGNO 2023
È morto Silvio Berlusconi. Con lui a Palazzo Chigi nascono l’Aifa, i Lea, la Farmacia dei servizi e scattano i divieti di fumo. Ma il suo ultimo Governo taglierà 12 miliardi alla sanità
Aveva 86 anni, il decesso stamani all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era tornato venerdì scorso dopo il lungo ricovero che si era già reso necessario ad aprile. Leader e fondatore di Forza Italia dal 1994, quando inizia la sua carriera politica che lo porterà a diventare quattro volte presidente del Consiglio (dal 1994 al 1995, dal 2001 al 2005 e dal 2005 al 2006, infine dal 2008 al 2011). Ecco le principali questioni sanitarie che hanno segnato i suoi Governi
È morto Silvio Berlusconi. Il decesso è avvenuto stamani all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era tornato venerdì scorso dopo il lungo ricovero già reso necessario ad aprile. Il leader e fondatore di Forza Italia, quattro volte presidente del Consiglio, aveva 86 anni. Alle sue spalle una lunga serie di successi imprenditoriali, soprattutto nel campo dell’edilizia prima, e della televisione e dell’editoria dopo, ma anche una lunga carriera politica che per 30 anni lo ha visto protagonista della scena, molto amato da una parte, fortemente contestato dall’altra. La brusca frenata nell’inverno 2011, quando, perduta la maggioranza alla Camera dei deputati su un voto sul rendiconto generale dello Stato l'8 novembre 2011, rassegna le sue dimissioni quattro giorni dopo all‘allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Berlusconi non si è mai personalmente occupato di temi di salute (per pochi mesi fu però ministro della Salute ad interim, dal 10 marzo 2006 al 17 maggio successivo, al seguito delle dimissioni dell’allora ministro Francesco Storace coinvolto nello scandalo intercettazioni ai danni dei candidati alle elezioni regionali del Lazio del 2005).
La sanità è stata comunque una delle protagoniste dei quattro Governi che ha guidato tra il 1994 e il 2011, con l’approvazione di leggi importanti come quella sul divieto di fumo (“legge Sirchia” del 2003), sulla farmacia dei servizi (69/2009) e sulla terapia del dolore (38/2010), ma anche con forti polemiche legate ai tagli e al contrasto all’aborto dei suoi ministri (in particolare Maurizio Sacconi e Ferruccio Fazio).
Con il ministro della Salute Girolamo Sirchia furono varati, nel novembre 2001, anche i primi livelli essenziali di assistenza (Lea). Del 2003 è anche l’istituzione dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), il primo ente autonomo deputato alla valutazione e gestione dei farmaci in Italia (precedentemente le attività assimilabili a quella dell’Aifa erano attribuite alla Commissione Unica del Farmaco, organo interno al ministero della Salute). L’anno successivo, all’indomani dell’epidemia di Sars, nasce anche il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm).
In termini più generali la visione liberale cui si è spesso richiamato Berlusconi ha trovato in sanità il suo massimo momento nei due libri bianco/verde sul nuovo welfare presentanti da Maurizio Sacconi (nel periodo in cui rivestì la carica di Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali prima della re-istituzione del ministero della Salute cui andrà Ferruccio Fazio) dove si traccia il disegno di una sanità ad “universalismo selettivo”, con un doppio sistema assistenziale basato su due pilastri, uno pubblico pagato dalla fiscalità generale e uno privato pagato da contributi integrativi e finalizzati a soddisfare particolari bisogni.
Dai due libri non scaturirono nuove riforme ma è certo che quel modello si è fatto strada anche da solo insinuandosi nelle pieghe dell’attuale asseto del Ssn con la ormai consolidata seconda gamba privata-assicurativa-mutualistica che gode di ottima salute (mentre lo stesso non si può dire della prima gamba pubblica della sanità).
A Maurizio Sacconi va però ascritta anche la linea dura del Governo contro la pillola abortiva, la Ru486, a seguito della sua introduzione in Italia da parte dell’Aifa. Al centro della questione l’obbligo di ricovero, poi annullato con le nuove linee guida solo nell’autunno 2020.
Sacconi fu anche al centro della lunga vicenda di Eluana Englaro, la giovane in coma da 17 anni di cui il padre chiedeva l’interruzione dell’alimentazione artificiale che la teneva in vita. Nel dicembre 2008 il ministro emana un atto d'indirizzo che vietava alle strutture sanitarie pubbliche e a quelle private convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale di interrompere l'idratazione e alimentazione forzata con la minaccia di escludere queste strutture dallo stesso accreditamento. Fu un susseguirsi di discussioni parlamentari e ricorsi giudiziari, che si conclusero con l’autorizzazione della Cassazione alla sospensione dei trattamenti e la morte di Eluana, il 9 febbraio 2009. La stessa data scelta da alcune associazioni per avanzare la richiesta, presentata circa un anno dopo al Governo dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, per indire la Giornata nazionale per gli stati vegetativi.
E proprio con Ferruccio Fazio ministro vengono avviate altre riforme (e nuovi interventi su temi caldi come le linee di indirizzo sulla RU486 con cui si scoraggiavano le Regioni a somministrare la pillola abortiva al di fuori del ricovero ordinario).
Al nome di Fazio sono, in particolare, legate anche alcune importanti novità per il nostro sistema sanitario. Prima tra tutte la farmacia dei servizi, che prevede l'erogazione di nuove prestazioni ai cittadini anche da parte delle farmacie, come le prestazioni analitiche di prima istanza o altre prestazioni erogabili anche grazie all’ingresso in farmacia di altre professionalità, cioè gli infermieri e i fisioterapisti.
A Fazio, poi, si deve il progetto del riordino dei punti nascita dopo i diversi casi di decessi durante il parto che hanno segnato l’estate del 2010.
Con lui si avvia anche la riforma del sistema di emergenza-urgenza (che prevedeva, tra le altre cose, anche lo spostamento dei codici bianchi e verdi sul territorio anziché al Pronto Soccorso), la riforma delle cure primarie e la riforma del percorso di formazione in Medicina (che prevedeva, ad esempio, la riduzione degli anni di corso di Laurea). In materia di giovani medici, poi, un capitolo importante è contenuto anche nel ddl Omnibus presentato dallo stesso Fazio, che prevedeva la possibilità, per il Ssn, di assumere a tempo determinato gli specializzandi agli ultimi due anni di scuola di Specializzazione, anche per far fronte all’allarme per la carenza di medici nel futuro. La norma sugli specializzandi (introdotta peraltro con un emendamento governativo) è solo una delle novità introdotte con il ddl, che ha come obiettivo primario il potenziamento della Sperimentazione clinica, ma contiene anche un capitolo sulla riforma degli Ordini delle professioni sanitarie.
Il ministero di Fazio potrebbe essere ricordato, inoltre, per aver avviato e introdotto per la prima volta in Italia un programma di valutazione degli esiti che mira a rilevare quali sono le strutture del Paese dove si registrano le migliori e le peggiori performance su una serie di indicatori. Le cosiddette “pagelle”, come le ha chiamate la stampa.
Ma dei Governi Berlusconi si ricordano anche le ferite inflitte al Ssn, con una politica di tagli che, tra le varie manovre, alla fine dei suoi ultimi tre anni di Governo, avevano lasciato a conti fatti il Ssn con circa 12 miliardi di euro di finanziamenti in meno e la reintroduzione del ticket di 10 euro sulla specialistica.
A queste misure vanno poi aggiunte quelle riguardanti il pubblico impiego, compresa la sanità, con blocco dei contratti e del turn over.
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