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Mercoledì 31 MAGGIO 2023
Circoncisione. In Piemonte il Pd ne chiede la gratuità
L’assessore Icardi risponde a un‘interrogazione in Consiglio spiegando che “trattandosi di un intervento non finalizzato a curare una patologia ma a soddisfare un’esigenza culturale e religiosa della famiglia, non rientra nei Lea e prevede dunque la partecipazione alla spesa sanitaria”. Canalis (Pd) replica: Si faccia come l‘Emilia-Romagna, che ha inserito la circoncisione rituale nell’ambito delle attività istituzionali del Servizio sanitario regionale”.
Inserire la circoncisione rituale nelle attività istituzionali del servizio sanitario regionale (Ssr) per contrastare le pratiche clandestine. Questa la richiesta oggetto del question time che la consigliera Pd Monica Canalis ha rivolto all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, che ieri in Aula ha risposto.
“Presso l’ospedale Maria Vittoria di Torino - ha spiegato Icardi - è presente l’Ambulatorio Mul-tidisciplinare per la circoncisione rituale. Trattandosi di un intervento non finalizzato a curare una patologia ma a soddisfare un’esigenza culturale e religiosa della famiglia, non rientra nei LEA (Livelli essenziali di Assistenza) e prevede dunque la partecipazione alla spesa sanitaria. L’intervento viene effettuato ai bambini che hanno compiuto 3 anni di età, cosi come indicato dalle Società scientifiche SIAARTI-SARNEPI. Abbiamo inoltre attivato presso il centro Multidisciplinare per la salute sessuale dell’ospedale Oftalmico, un ambulatorio dedicato alle mutilazioni genitali femminili per favorire una cultura di contrasto alle pratiche mutilatorie delle nuove nate”, ha concluso l’assessore.
Una riposta che non ha soddisfatto Canalis. “Non basta l’ambulatorio multidisciplinare per la cir-concisione rituale dell’ospedale Maria Vittoria di Torino – ha replicato la consigliera -. Occorre imitare l’esempio della Regione Emilia-Romagna, che ha inserito la circoncisione rituale nell’ambito delle attività istituzionali del Servizio Sanitario Regionale. Solo in questo modo si può ovviare all’esclusione dai LEA nazionali e all’aumento delle operazioni eseguite in clandestinità. Per colpa della pandemia è aumentata la lista d'attesa e il costo della circoncisione in privato e di conseguenza il mercato nero e le circoncisioni fai da te”.
In Italia, ha ricordato la consigliera, “secondo l’Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia), vengono eseguite ogni anno circa 8.500 circoncisioni, il 40% di queste si fanno in maniera clandestina o fai da te”.
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