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Martedì 23 MAGGIO 2023
Sulcis-iglesiente. Cuccu chiede il potenziamento del CTO, Doria chiarisce possibilità e limiti
La conversione del reparto di ortopedia da struttura complessa a struttura semplice dipartimentale, il mantenimento dell’apertura del punto nascita, il ripristino dell’attività del P.S. e quindi l’assunzione di medici e personale sanitario. Sono le richieste della segretaria della commissione Salute alla Regione. Doria chiarisce che ci sono problematiche, a cominciare dalla carenza di personale, ma anche requisiti da rispettare.
Garantire il mantenimento delle attività sul presidio ospedaliero del C.T.O., punto di riferimento della sanità del territorio del Sulcis-iglesiente, che va però anche potenziato. Ad entrare nel dettaglio delle problematiche è la segretaria della commissione consiliare Salute, Carla Cuccu (Idea Sardegna), che volge su Quotidiano Sanità un appello all’assessore Carlo Doria.
“Il progetto della rete ospedaliera pensato dalla Regione Sardegna negli anni 2017/2019 – spiega la consigliera - prevedeva due strutture complesse di ortopedia e traumatologia, che sono una quella del presidio ospedaliero C.T.O. di Iglesias, l’altra quella del presidio ospedaliero Sirai di Carbonia. Durante questi ultimi anni trascorsi ad oggi, invece, sembrerebbero altre le intenzioni sul mantenere in vita entrambi questi due presidi. Risulta infatti, attualmente, che per l'ortopedia del C.T.O. sia prevista la conversione in una struttura semplice dipartimentale”.
“In proposito – sottolinea la Segretaria -, terrei a rilevare che l’attività del suddetto reparto del C.T.O. è garantita con efficienza da un primario di ortopedia di rinomate competenze che assicura il servizio di assistenza ai pazienti operando con abnegazione, anche nei periodi di sopraggiunte difficoltà. Non vorremo che l’intento della Regione sia quello di chiudere il servizio di ortopedia al C.T.O. di Iglesias, per favorire la struttura di Carbonia”.
“Tengo ancora a puntualizzare – aggiunge Cuccu - che l’ortopedia rappresenta un servizio essenziale, e che si aggiunge indiscutibilmente agli altri reparti di eccellenza di cui vanta il nosocomio iglesiente, come il Laboratorio Analisi, la Pediatria, la Ginecologia e Ostetricia, ed il blocco della sala operatoria, peraltro strutture recentemente ristrutturate ed attrezzate con strumentazione di ultima generazione. Un presidio che offre pertanto un’assistenza sanitaria multidisciplinare, punto di riferimento dei residenti del territorio e Comuni limitrofi”.
“Oltre all’ortopedia – prosegue la consigliera -, è importantissimo poter tenere aperto anche il punto nascita di Iglesias, unico punto di riferimento per le partorienti residenti nel suddetto territorio, nonché cercare di ripristinare l’attività del pronto soccorso del nosocomio perché possa funzionare per tutte le urgenze, e non solo per codici bianchi e verdi come sta avvenendo in questi ultimi mesi. Si attendono a riguardo notizie circa la possibilità di assunzione di nuovi medici”.
“Il territorio dell'iglesiente è peraltro una bella zona turistica e si attende un buon flusso di turisti quest’anno – osserva Cuccu in conclusione -, motivo in più che deve portare a rafforzare l'offerta sanitaria ed il pronto soccorso in particolare in tempi imminenti, giacché la stagione turistica è alle porte. Faccio appello all’assessore alla Sanità, pertanto, di poterci aggiornare in Commissione in merito anche al C.T.O. di Iglesias; purtroppo, e lo dico con rammarico giacché seguo da vicino la materia, i problemi della Sanità sarda sono così rilevanti da costringere sempre più cittadini a varcare il Tirreno per ricevere una assistenza sanitaria adeguata all’ urgenza dei casi. E che a Milano, Roma, Verona, per fare degli esempi, si trovino risposte in tempi idonei, ci deve poter far riflettere”.
Quotidiano Sanità approfondisce la questione direttamente con l’assessore Carlo Doria, che in merito alle problematiche sollevate dalla segretaria della commissione Salute spiega: “Comprendo bene le preoccupazioni sui punti sollevati dall’On. Cuccu. E non ho nascosto al Consiglio le difficoltà che si rilevano nella sanità dei territori, così come si può vedere anche dal mio intervento sulle liste di attesadi appena una settimana fa. Il problema di tenere aperti reparti, che sia ortopedia, punti nascita ecc., e rafforzare i pronto soccorso, sta tutto sempre nel numero del personale: un reparto non si attiva infatti soltanto per la presenza di un primario, ma di un primario e di una équipe di medici e professioni sanitarie. Personale che al momento è carente, ed in Sardegna soprattutto in determinati territori disagiati, vuoi per la posizione geografica, vuoi per i collegamenti trasporti. Ed anche Iglesias ha le sue difficoltà in tal senso”.
“Iglesias e Carbonia sappiamo distano 25 km tra loro in auto – prosegue il professore -, e le strutture tra loro devono poter essere anche collaborative. Nel tentativo di colmare la carenza significativa di specialisti nelle discipline maggiormente messe in discussione sull’assistenza rivolta ai pazienti, ho accennato che stiamo intervenendo attraverso lo stanziamento di risorse ad hoc, appositamente per potenziare la formazione dei medici di cui oggi registriamo le carenze più forti”.
“E’ chiaro che paghiamo oggi – aggiunge l’assessore - gli errori di una inadeguata programmazione di posti nelle scuole di specializzazione fatta da chi ci ha preceduto anni e anni addietro, ci vuole ora il suo tempo per recuperare risorse formate. Sempre che ci sia poi quel numero di medici interessati a specializzarsi nelle discipline da noi auspicate, in rapporto ai posti che saranno resi disponibili attraverso i contratti di formazione specialistica”.
“Per far fronte, dunque, all’assunzione di personale già formato in tempi ragionevoli – sottolinea Doria -, oltre ai bandi rivolti al reclutamento dei medici e personale sanitario italiano, abbiamo aperto le ‘frontiere’, potremo dire, nella speranza di attrarre anche medici ed infermieri provenienti dall’estero che hanno la padronanza della lingua italiana. Molto dipenderà dunque dal numero di professionisti che riusciremo ad assumere nelle discipline utili a mantenere la continuità delle attività in essere, dobbiamo anche assicurare l’assistenza nell’intero territorio, e dall’accettazione dei candidati di svolgere l’attività presso determinati presidi. Sappiamo infatti bene che un medico non ha difficoltà a lavorare altrove, licenziandosi là dove non intende più stare”.
“E’ altresì da considerare – continua l’assessore – che gli interventi che in questo momento potremo eventualmente anche essere costretti a fare, in ragione, ripeto, sempre del numero del personale che potrà garantirci servizi ed assistenza medico-sanitaria, nel momento in cui nel tempo dovessero venire ad aumentare le risorse umane in questione, che servono per colmare le carenze riscontrate, potranno evolvere compatibilmente a nuove situazioni. E, dal mio vista, osservo inoltre che sarebbe meglio cercare di fare una comunicazione più propositiva quando si parla delle problematiche sulla Sanità, confronto e dialogo sulle soluzioni da proporre trovo sia senz’altro una via più costruttiva. E farebbe lavorare tutti con più serenità. Che ci siano problemi in Sanità infatti lo sappiamo tutti, il nostro sforzo in qualità di istituzioni dev’essere quello di cercare soluzioni possibili, di pari passo alle risorse umane ed economiche su cui possiamo concretamente contare”.
“Entrando ancora nelle specifiche osservazioni della consigliera Cuccu – conclude il professore -, c’è anche da dire che le due strutture complesse di Ortopedia già esistenti nei presidi ospedalieri di Iglesias e Carbonia non potevano già coesistere per il numero complessivo insufficiente di posti letto (30) atti a giustificarne l’attivazione di entrambe secondo le norme vigenti e, dovendo individuare la sede per l’unica attivabile, l’indicazione del Sirai di Carbonia ha rappresentato un percorso obbligato correlato alla presenza del DEA di primo livello deputato alla gestione dell’emergenza-urgenza in quel preciso presidio ospedaliero. L’aver attivato una struttura semplice dipartimentale di Ortopedia non rappresenta una “diminutio” avendo anch’essa autonomia di budget e di personale ma, anzi, rappresenta una preziosa struttura aziendale deputata alla chirurgia ortopedica di elezione dell’intero territorio del Sulcis-Iglesiente. Per quanto concerne il punto nascita ci stiamo battendo per garantire il mantenimento delle attività sul presidio ospedaliero del C.T.O. e in questa ottica abbiamo richiesto la deroga al ministero della salute”.
Elisabetta Caredda
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