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Lunedì 22 MAGGIO 2023
All’Università di Trieste c’è Hal, l’umanoide per le pratiche di emergenza medica 

Ha la forma e dimensioni di un paziente in carne ed ossa, è dotato di intelligenza artificiale e reagisce  agli interventi del personale in addestramento. Il suo nome è Hal ed è un simulatore artificiale appena arrivato nel centro di medicina all’Università di Trieste. Il Rettore Di Lenarda: “Hal fa parte di un progetto ambizioso e visionario che contribuirà ulteriormente a fare dell’Università di Trieste un centro di richiamo per gli studenti di tutta Italia e dall’estero”.

C’è un nuovo simulatore per la formazione degli studenti in Medicina dell’Università degli studi di Trieste. Si chiama Hal, è un paziente umanoide, a disposizione nel centro di simulazione medica e addestramento avanzato della stessa università presso l’ospedale di Cattinara, e consentirà agli studenti di simulare interventi e procedure di emergenza medica nel modo più realistico possibile.

“Hal fa parte di un progetto che ha come focus la medicina personalizzata e la simulazione. Una volta entrati fra i vincitori del bando è stato costruito presso il comprensorio dell’ospedale Cattinara una palazzina ad hoc per la simulazione avanzata – spiega il Rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda – che raccoglierà tutti i corsi pre e post laurea di area medica e sanitaria oltre ai laboratori di ricerca. Un progetto ambizioso e visionario supportato dalla Regione FVG che contribuirà ulteriormente a fare dell’Università di Trieste un centro di richiamo per gli studenti di tutta Italia e dall’estero”.

Questo nuovo importante dispositivo di simulazione completa ciò che già è presente in campo della simulazione nell’ateneo triestino, che va dalla chirurgia laparoscopica alle pratiche più banali come l’inserimento di un catetere o di un sondino naso tracheale. Con questa nuova apparecchiatura di simulazione si è arrivati a mettere a disposizione degli studenti un umanoide con intelligenza artificiale.

“La novità del nuovo simulatore è che è dotato della reazione al trattamento simulato – illustra il Rettore Di Lenarda – e questo viene mostrato allo studente o allo specializzando a fronte della scelta che farà davanti ad un caso clinico, il tutto seguito a sua volta dal tutore, dalla cabina di regia. A fine simulazione e valutate anche le reazioni dell’umanoide, il tutore dirà allo studente o allo specializzando ciò che è stato fatto bene e ciò che è stato fatto meno bene”.

Come si svolge la simulazione di un caso clinico complesso? Il paziente Hal, gestito da una sala regia adiacente, parla, suda, muove occhi e braccio ed è strutturato in modo da consentire la pratica delle principali tecniche mediche applicate in pronto soccorso, terapia intensiva e chirurgia. Il simulatore riproduce la fisiologia cardiaca, respiratoria, vascolare e celebro vascolare che può essere esaminata utilizzando gli strumenti normalmente usati nella pratica clinica come defibrillatori, sensori, ventilatori, stetoscopi consentendo anche il prelievo venoso e l’applicazione di cateteri.

I team di studenti simulano l’attività ospedaliera all’arrivo di un paziente trovandosi di fronte di volta in volta a diversi casi clinici proposti dai docenti: osservando Hal e i suoi sintomi formulano la diagnosi e agiscono in base alle tecniche apprese durante il corso di studio. Al termine della simulazione avviene il debriefing guidato dai professori che evidenziano eventuali errori e indicano le strategie di intervento corrette.

“Siamo in presenza, non solo ad una simulazione di emergenze mediche dove in un paziente meccanico si svolgono azioni fisiche, ma l’umanoide diventa una strumentazione con cui interagire in modo sempre più realistico e vicino alla realtà. Con l’aggiunta che dalla cabina di regia il tutore può inserire degli imprevisti clinici, come spesso accade nella realtà fra le corsie negli ospedali, obbligando ad attivare la destrezza dello studente oltre che alla rapidità con cui rispondere”, conclude il Rettore Di Lenarda.

Endrius Salvalaggio

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