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Martedì 16 MAGGIO 2023
Ddl Semplificazioni. I medici estetici: “No all’ampliamento delle competenze odontoiatriche nel nostro campo”
"I medici estetici, rappresentati dalle sottoscritte associazioni e società si sono uniti per organizzare in sinergia tra di loro una serie di iniziative di protesta per contrastare l’ampliamento delle competenze odontoiatriche in medicina estetica che si pongano al di fuori degli stretti limiti già individuati dal Consiglio Superiore della Sanità, con l’obiettivo di preservare la dignità della figura del medico estetico ed il diritto alla salute dei cittadini". Così in una nota Tme, Fime,Sirna e Siome.
No al nuovo tentativo di ampliare le competenze degli odontoiatri in medicina estetica. Questo il messaggio che Tutela Medici Estetici, Federazione Italiana Medici Estetici, Società Italiana Radiofrequenza e Medicina Estetica in Oftalmologia rivolgono al Governo in merito a quanto previsto dal Ddl Semplificazioni.
"Come noto, in questi giorni il Governo sta discutendo alcuni provvedimenti normativi di urgenza, nell’ambito dei quali uno di natura sanitaria che, se approvato, andrà a modificare ed integrare la legge 409/1985 - che regola la professione odontoiatrica - concedendo agli odontoiatri di esercitare la medicina estetica non invasiva o mininvasiva al terzo superiore, terzo medio, terzo inferiore del viso - ricordano in una nota -. In precedenza, ci sono stati altri tentativi degli odontoiatri di vedersi riconosciuta piena operativita’ in medicina estetica, sull’interezza del viso, e tutti sono stati giustamente respinti".
Le ragioni di questa bocciatura vengono così riassunte:
• Il percorso universitario degli odontoiatri è distinto da quello dei medici chirurghi e non consente che i primi siano scientificamente preparati per la diagnosi e la terapia del derma, base della medicina estetica, né li abilita in alcun modo a farlo. La formazione universitaria in Odontoiatria non contempla infatti la Clinica Medica, Chirurgica e Dermatologica e pertanto gli odontoiatri non raggiungono la preparazione scientifica adatta alla pratica della medicina estetica, che è una branca della medicina complessa, sistemica ed interdisciplinare. Eventuali master universitari post laurea non possono supplire alla mancanza di una preparazione scientifica medica completa e non costituiscono in ogni caso titoli abilitanti per l’esercizio di una professione.
• Il Consiglio Superiore della Sanità, supremo organo pubblico in materia di esercizio delle professioni sanitarie, si era già pronunciato sul tema, stabilendo precisi limiti alla competenza odontoiatrica in medicina estetica, in conformità con i limiti anatomici di riferimento odontoiatrico ed in rispetto della interdisciplinarità della scienza medica in medicina estetica. Le pronunce, del 2014 e del 2019, erano e sono basate sulle risultanze condivise di tutta la comunità scientifica medica e sulla disamina in contraddittorio delle istanze sia dei medici che degli odontoiatri. La modifica normativa all’esame di Governo e Parlamento si pone in netto contrasto con quanto acquisito in modo consolidato nell’ambito della intera comunità scientifica medica e sancito dai Pareri del Consiglio Superiore della Sanità.
• La manovra di ampliamento delle competenze odontoiatriche in medicina estetica e’ frutto di un evidente interesse politico ed economico di parte che si pone in contrasto, oltre che con le basi della miglior scienza medica attuale, anche e soprattutto con la doverosa tutela del paziente e con il diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione, andando di fatto a svilire un comparto complesso ed altamente scientifico della medicina, già fortemente afflitto da abusivismo e faciloneria.
"I medici estetici tutti, rappresentati dalle sottoscritte associazioni e società si sono uniti per condividere questi principi e per organizzare in sinergia tra di loro una serie di iniziative di protesta per contrastare l’ampliamento delle competenze odontoiatriche in medicina estetica che si pongano al di fuori degli stretti limiti già individuati dal Consiglio Superiore della Sanità, con l’obiettivo di preservare la dignità della figura del medico estetico ed il diritto alla salute dei cittadini che si rivolgono alla medicina estetica", conclude la nota.
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