quotidianosanità.it
Gentile Direttore,
stampa | chiudi
Venerdì 05 MAGGIO 2023
Cosa bisogna fare di più nelle Marche per prevenire le aggressioni contro i medici e i sanitari?
Le aggressioni nei confronti dei medici e del personale socio sanitario sono sempre più frequenti con un ulteriore incremento in questi anni di pandemia. Il comportamento negativo e aggressivo da parte dei pazienti e da parte dei loro familiari verso gli operatori, ma anche verso le strutture sanitarie è attuato con aggressioni fisiche, verbali o di comportamento, sostenute da pazienti e/o da cargiver. La preoccupazione di fronte a tali episodi ha portato le diverse istituzioni del settore a chiedere al legislatore una nuova la legge la 113/2020 a tutela degli operatori sensibilizzando i cittadini e attuando sistemi di monitoraggio fino ad inasprimento della pena con la procedibilità d’ufficio.
A tal proposito è stato istituito l’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-sanitarie (ONSEPS), con specifici compiti di monitoraggio, studio e promozione di iniziative volte a garantire la sicurezza dei professionisti. Dall’esame dei documenti acquisiti per l’anno 2022 dal Coordinamento Rischio Clinico della Commissione Salute Nazionale, è chiaro che le Regioni italiane adottano sistemi di raccolta dei dati con modalità diverse e conseguentemente non rapportabili tra loro e quindi non tali da poter confluire in una piattaforma informatica accessibile a tutti per poter alimentare un flusso informativo apposito.
Per quanto riguarda la Regione Marche al momento non esiste ancora in merito alla rilevazione e segnalazione di episodi di violenza a danno degli esercenti la professione sanitaria una raccolta dati regionale e ciascuna Azienda Sanitaria provvede all'inserimento dei dati nel portale SIMES ed AGENAS con validazione regionale. Per le Marche risultano segnalati su SIMES solo se aggressioni fisiche (nel 2022 sono 4). Per quanto riguarda la scheda di rilevazione essa è diversa tra le diverse strutture regionali. È in programma per il 2023 un corso base per tutte le strutture con adesione a singola scheda anche alla luce della nuova organizzazione sanitaria reginale. I dati ora vengono raccolti in alcuni casi dai Dipartimenti di prevenzione in altri dal rischio clinico.
Questi fenomeni di violenza a carico del personale sanitario avvengono nei pronti soccorso/118, guardia medica, ambulatori e ancora una volta vogliamo evidenziare che molteplici sono i fattori che espongono il personale, a partire dalle carenze strutturali ed organizzative che determinano inevitabilmente rallentamenti del lavoro e disorganizzazione con la percezione da parte del paziente della mancata attenzione necessaria al suo problema di salute e alla percezione di mancata presa in carico. Come si può pensare che un medico di famiglia possa rivolgere l’attenzione necessaria a tutte quelle centinaia di pazienti” che gli vengono affidati?
La soluzione di inserire i posti di polizia negli ospedali, non può essere la sola da attuare perché anche tutti i medici anche quelli del territorio, hanno bisogno di essere protetti adeguatamente. Facendo riferimento all’ultimo episodio che è costato la vita alla collega psichiatra di Pisa, anche nella regione Marche ci sono non poche difficoltà che già qualche mese avevamo evidenziato. Infatti, il settore della salute mentale per anni è stato poco valorizzato, risulta evidente il dato strutturale del sottofinanziamento della salute mentale, la spesa, anche nella regione Marche resta al palo del 2,9% sul Fondo sanitario regionale (dato SIEP 2020) ben lontana dal 5% concordato in sede Conferenza Stato -regioni nel lontano 2001 e raccomandato a livello internazionale per i paesi a reddito medio-basso (10 % per quelli ad alto reddito) (Lancet Commission sulla Salute Mentale Globale e lo sviluppo sostenibile 2018).
Dalla revisione dei dati si evince che non ci sono segnali sostanziali di cambiamento rispetto all’ alta spesa associata ai trattamenti residenziali che nel rapporto Istat per gli anni 2016-2017 vedeva le Marche attestarsi al 59,1%; sul totale contro una media nazionale del 39%, indice di trascuratezza verso i mezzi a disposizione per prevenzione, cura e riabilitazione sul territorio; in non osservanza degli obiettivi della riforma Basaglia. Non appare sanato neppure il gap regionale nella capacità del sistema pubblico regionale di intercettare nuova utenza rispetto alla media nazionale (-39,4% secondo i dati SIEP del 2017); ed inoltre la messa a disposizione dei fondi a favore della salute mentale di bambini ed adolescenti derivanti dalla legge di bilancio 2022, rappresenta una risorsa che per quanto benvenuta, si presenta con i caratteri del provvedimento una tantum all’insegna della precarietà. Purtroppo ancora nulla è stato fatto per colmare queste carenze a supporto dei medici che lavorano in questo settore.
Sarebbe opportuno a questo punto che le figure proposte a vario titolo nella Regione Marche, possano applicare quanto previsto dalla legge 113/2020 a tutela del personale tutto, perché la legge c’è , ma di fatto non sembra aver risolto il problema, in quanto spesso non viene applicata in modo completo. Infatti se l’azienda sanitaria, come spesso accade, non segnala il caso in procura, le indagini non vengono avviate. Da oggi stesso vorremmo leggere sulla stampa notizie di buona sanità e non i tristi ed inaccettabili episodi di aggressioni di una brutalità inaudita, che vedono coinvolti i nostri medici peraltro non per loro responsabilità.
Alessandra Moraca
Segretaria Regionale Marche
Sindacato Medici Italiani (SMI) e
Vice Presidente FVM Marche
© RIPRODUZIONE RISERVATA