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Mercoledì 03 MAGGIO 2023
Il rumore degli aerei aumenta il rischio di dormire meno di sette ore
Il rumore provocato da un aereo, anche se ridotto a pochi decibel, incide profondamente sul riposo delle persone che ne sono maggiormente esposte. A questa conclusione è giunta una ricerca USA che ha confrontato l’esposizione al rumore degli aerei e i disturbi del sonno auto-riferiti da oltre 35mila infermiere del Nurses’ Health Study, uno studio tuttora in corso in cui i partecipanti, dal 1976, completano dei questionari ogni due anni.
L’esposizione a livelli anche moderati di rumore di aerei, pari a 45 decibel – per confronto, un sussurro misura 30 decibel e una conversazione normale a casa è pari a 50 decibel – non consente di assicurarsi almeno sette ore di sonno a notte. È la conclusione cui è arrivata una ricerca pubblicata su Environmental Health Perspectives da un team della Boston University School of Public Health e dell’Oregon State University (USA).
Il team americano ha confrontato l’esposizione al rumore degli aerei e i disturbi del sonno auto-riferiti da oltre 35mila infermiere del Nurses’ Health Study, uno studio in corso in cui i partecipanti, dal 1976, completano dei questionari ogni due anni,. I ricercatori ha esaminato i livelli di rumore degli aerei ogni cinque anni, dal 1995 al 2015, concentrandosi su una stima notturna, quando le persone dormono, e su una diurna, che corrisponde a quella applicata anche per le politiche sul rumore degli aeroplani, con la soglia di un impatto significativo che supera i 65 decibel. Le soglie sono state associate ai codici postali della residenza degli infermieri.
Dopo aver tenuto conto di vari fattori, come dati demografici, stile di vita e comorbidità, i risultati hanno mostrato che le probabilità di dormire meno di sette ore aumentavano con l’aumentare dell’esposizione al rumore degli aerei. Tuttavia, non è stata trovata alcuna associazione tra il rumore degli aerei e la qualità del sonno. “Le attuali lacune nella conoscenza di questi aspetti potrebbero essere colmate includendo in questi studi, in futuro, altri gruppi, come bambini e uomini, e metriche più dettagliate, magari usando sistemi di monitoraggio indossabili”, ha spiegato Matthew Bozigar, della Oregon State University e autore senior dell’indagine.
Fonte: Environmental Health Perspectives 2023
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