quotidianosanità.it
Gentile direttore, Ad una prima analisi, sommaria, la soluzione sembrerebbe accontentare tutti, dalla Direzione Strategica (turni coperti), ai professionisti reclutati (nettamente meglio remunerati dei colleghi della dipendenza), sino agli ignari cittadini. Viceversa, come sovente accade, non è tutto oro quello che luccica. Se affrontiamo, infatti, la questione dal punto di vista dell’incremento della Spesa Pubblica sappiamo bene che la soluzione proposta è svantaggiosa per lo Stato. Un turno di guardia di dodici ore, in Pronto Soccorso o in uno dei servizi (ad esempio, la Radiologia) che devono funzionare h24, viene remunerato con 1200-1500 euro lordi, emolumento clamorosamente maggiore di quanto percepito dal Dirigente dipendente. E che nessuna ci venga a dire che si fa riferimento a capitoli di spesa differenti in quanto, alla fine, è sempre il bilancio statale a rimetterci. Se osserviamo il fenomeno dal punto di vista del cittadino, della sicurezza delle cure, della qualità del prodotto erogato, il declino prosegue. Sin dal primo incontro avvenuto tra le organizzazioni sindacali della Dirigenza Sanitaria e il Ministro Schillaci (lo scorso16 dicembre), abbiamo avuto conferma di gravi irregolarità segnalate dai carabinieri dei NAS a seguito di controlli (dall’età dei professionisti sino alla assenza dei requisiti specifici). Senza contare la frequente mancanza del rispetto della normativa sull’orario di lavoro e sui riposi. Per non parlare della sicurezza di questi “lavoratori autonomi”: il datore di lavoro è obbligato ad adempiere una serie di doveri di tutela quali informazione, formazione, addestramento, sorveglianza sanitaria? Se guardiamo il caso dal punto di vista aziendale e organizzativo, mettendoci dalla parte del datore di lavoro, ebbene le criticità non tendono a ridursi. Pensiamo alle riunioni di reparto o di dipartimento, con il personale chiamato a condividere gli obiettivi aziendali. Valga un esempio per tutti: lo screening mammografico. I radiologi dipendenti sanno assumere le proprie responsabilità professionali richiedendo gli accertamenti di secondo livello solo nei casi veramente sospetti. Sanno bene che eventuali anomalie nel loro operato potranno essere valutate dai colleghi con i quali lavorano “gomito a gomito”, condividendo percorsi decisionali e operativi comuni, frutto dell’esperienza quotidiana. Questa modalità difficilmente coinvolge colleghi che prestano la propria opera occasionalmente, senza alcun legame con l’ambiente, senza condivisione delle “regole” stabilite dal gruppo interno. Essi tenderanno a utilizzare il modello della “Monade” piuttosto che quello “dei vasi comunicanti”. Se, infine, analizziamo la faccenda dal punto di vista dei Dirigenti dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale, allora abbiamo la stangata finale. Il diverso trattamento viene percepito come profondamente ingiusto: la stessa azienda che nega, in sede di trattativa decentrata, lo scatto da 100 euro a 120 euro quale corresponsione della indennità notturna, non batte ciglio se deve pagare queste cifre concordate con le cooperative ovvero direttamente con i medici gettonisti. Lo spirito di squadra e di sacrificio viene definitivamente vanificato e, di conseguenza, assistiamo alle dimissioni di colleghi che scelgono altri lidi dove operare in condizioni più vantaggiose. In conclusione, questa circostanza ha confermato la necessità, nello specifico, di reperire risorse extra-contrattuali al fine di contrastare il declino del Pubblico, da associare a una visione politica, ampia e complessiva, che consenta una corretta distribuzione dei compiti nel tentativo di difendere il bene supremo della Salute universale ed equa. Fabio Pinto
stampa | chiudi
Venerdì 14 APRILE 2023
“Medici gettonisti”: lo Stato ci rimette. E la salute dei pazienti?
è ben noto che, negli ultimi 5 anni, le lacune organizzative del Sistema Sanitario Nazionale si sono palesate anche mediante il ricorso al reclutamento di Medici esterni, non arruolati mediante procedura concorsuale, al fine di tappare i buchi della carenza di organico in diverse discipline dell’area medica e non solo. Questi professionisti sono stati remunerati grazie a risorse economiche garantite dalla voce “Spesa di acquisto di beni e servizi”, non gravata da tetti come accade, invece, per il personale dipendente.
Segretario Nazionale Sindacato Area Radiologica SNR-FASSID
© RIPRODUZIONE RISERVATA