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Questa mattina in Commissione Giustizia alla Camera, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano, per l'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica sono state audite due coppie di genitori che hanno fatto ricorso alla gestazione per altri all’estero, - Evelina e Michele, insieme a Christian e Carlo - oltre all’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, e Francesca Re, avvocata e membro di giunta dell’Associazione. Entrambe le coppie hanno chiesto ai Parlamentari presenti di normare la gestazione per altri, invece che proibirla; perché una legge in Italia che regolamenti l'accesso alla Gravidanza per altri solidale garantirebbe tutti i nati, le gestanti e la coppia. Una legge è l’unica via possibile per evitare realmente forme illegalità. “Abbiamo evidenziato come la scelta di estendere la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità anche se praticata all’estero si scontri con il principio di legalità e di colpevolezza nonché con l’attuale orientamento delle giurisdizioni italiane e sovranazionali che escludono qualsiasi tipo di reato rispetto a questi percorsi e riconoscono il diritto superiore del minore a vedere trascritto il proprio atto di nascita formato all’estero” hanno dichiarato gli avvocati dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo e Francesca Re. “Rendere universale un fatto che per definizione è legato alle scelte di politica criminale di un paese si scontra con il concetto stesso di reato universale, e soprattutto con il principio della doppia incriminazione che la maggior parte dei paesi europei prevedono per legge come condizione per poter applicare la legge nazionale all’estero: per punire in Italia un reato compiuto in un altro Paese deve essere considerato un fatto illecito anche lì. Questo denota l'intento di questa maggioranza di arrogarsi il potere di imporre la propria disciplina ad altri Stati, violando la sovranità degli altri stati. Inoltre, le proposte di legge in esame mirano non solo ad estendere la punibilità della maternità surrogata commessa all’estero da cittadini italiani, ma vogliono indirettamente anche ostacolare l’applicazione di tecniche di PMA di tipo eterologo. La fecondazione eterologa è tecnica legale dal 2014, reintrodotta nel nostro paese grazie all’azione nei tribunali con le coppie (anche grazie al lavoro difesa e sostegno legale fornito dall'associazione Luca Coscioni). La proposta Varchi (C. 887) vuole infatti estendere la punibilità anche alla commercializzazione dei gameti (il commercio di gameti ed embrioni è vietato in tutta europa da normativa vincolante comunitaria). In un Paese, come l’Italia, in cui è impossibile donare gameti e in cui manca ancora il nomenclatore tariffario per tutta la PMA, per realizzare tecniche eterologhe occorre importare i gameti dall’estero. E il pagamento delle spese necessarie per questa procedura potrebbe in Italia configurare commercializzazione alla luce della mancata previsione nel nostro paese di rimborso alle donatrici di gameti che negli altri paesi percepiscono un rimborso spese che non supera i mille e cento,00 euro. Ci auguriamo – concludono – che vengano ascoltate in audizione anche altre associazioni con le persone che intraprendono percorsi di GPA all’estero, insieme anche alle gestanti, affinché vi sia anche maggiore informazione su cosa realmente e nella piena legalità si affronta per trovare paesi dove ci sono norme chiare e di garanzia per le gestanti e i nati”.
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Mercoledì 12 APRILE 2023
Maternità surrogata. Ass. Luca Coscioni: “Non solo gestazione per altri. Le proposte in esame mirano ad ostacolare anche l’eterologa”
“La scelta di estendere la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità anche se praticata all’estero si scontra con il principio di legalità e di colpevolezza nonché con l’attuale orientamento delle giurisdizioni italiane e sovranazionali che escludono qualsiasi tipo di reato rispetto a questi percorsi” hanno sostenuto Gallo e Francesca Re audite alla Camera
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