quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Martedì 04 APRILE 2023
Vicenza. Proiettile inviato a giovane dottoressa di medicina generale. Anelli (Fnomceo) chiede lo “scudo penale”
La giovane dottoressa riferisce aggressioni verbali all’ordine del giorno e a volte sono di una ferocia che spaventa. Per il presidente della Fnomceo occorre “un finanziamento straordinario per pagare gli stipendi ai professionisti sanitari oggi assenti sul territorio”. Ma anche “uno scudo penale” che “consenta ai cittadini di ottenere, in tempi ancora più rapidi, il giusto riconoscimento dell'eventuale danno subito senza che il medico sia trascinato in un tribunale per la sua condotta professionale”, come già sperimentato durante il covid.
Urla, offese, minacce, fino a ritrovarsi nella cassetta della posta un proiettile. È quanto accaduto a una giovane dottoressa di Vicenza, che sta ancora frequentando la scuola di formazione ma che, grazie a una deroga prevista per sopperire alla carenza di medici di medicina generale, da alcuni mesi presta servizio in un ambulatorio di San Pio X, a Vicenza. “Mi si è gelato il sangue nelle vene. Non ho idea di chi potrebbe aver compiuto un gesto simile. Ho anche pensato che possa trattarsi di uno scherzo di cattivo gusto, ma la cosa mi ha decisamente inquietata, soprattutto per via del clima che vivo quotidianamente”, ha dichiarato la dottoressa al Corriere di Vicenza. Urla, minacce e aggressioni verbale sono infatti all’ordine del giorno nel suo lavoro, ha riferito.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli: “Profondamente amareggiati dalle minacce pesanti e reiterate ricevute dalla collega, medico di famiglia nel vicentino, che, dopo essere stata più volte aggredita verbalmente dai pazienti e aver ritrovato un bossolo nella cassetta della posta, medita di abbandonare la professione. Siamo vicini alla collega, che ha dovuto scontrarsi con questa realtà proprio all’inizio della carriera professionale, e a tutto l’Ordine di Vicenza”.
“Sono sempre più i medici – evidenzia Anelli – che dicono basta, che abbandonano una professione che ogni giorno si fa più difficile, per le condizioni insostenibili di lavoro. In ospedale, negli ambulatori di guardia medica e, ora, anche dei medici di famiglia. Medici aggrediti, minacciati, sottoposti a violenza fisica e psicologica. Medici ospedalieri costretti a turni infiniti, medici di famiglia che rispondono sino a tarda sera alle richieste dei pazienti e, quando devono assentarsi anche solo per un giorno, non trovano un sostituto. Medici denunciati, nella maggior parte dei casi ingiustamente, che passano anni sotto la pressione di un processo, prima di essere assolti. Un disagio tanto profondo da portare alla mobilitazione per rivendicare il rispetto della dignità dell’esercizio professionale, così come è accaduto a Bari, dove sono scesi in piazza oltre mille medici”.
“Per questo – continua - abbiamo apprezzato la sensibilità dimostrata dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, prima con il DL Bollette e poi con le dichiarazioni rilasciate ieri alla stampa. In particolare, condividiamo il provvedimento contro la violenza, così come l’intenzione di depenalizzare la responsabilità medica”.
“Dobbiamo fermare – ammonisce - la fuga dei medici e dei professionisti sanitari dal Servizio Sanitario Nazionale. Le aggressioni, la carenza di personale e soprattutto i carichi di lavoro aumentano il rischio clinico. Ogni giorno, i medici sono oggetto di una campagna mediatica sui danni presunti in sanità, minando la serenità dei professionisti già aggravata da un ricorso massivo, spesso improprio, alle prestazioni sanitarie. Né si può pensare di arginare questo fenomeno limitando il numero e la tipologia di esami che i medici possono prescrivere: un nuovo “Decreto appropriatezza” sarebbe, come l’altro, bocciato dalla Corte costituzionale”.
“Un numero sempre maggiore di medici vuole lasciare il Servizio sanitario nazionale anche per scarsa attrattività di un sistema che non li tutela - continua Anelli - né li remunera in maniera adeguata. Servono risorse e provvedimenti legislativi per fermare questo esodo. Serve uno scudo penale che ridia serenità ai medici, che consenta ai cittadini di ottenere, in tempi ancora più rapidi, il giusto riconoscimento dell'eventuale danno subito senza che il medico sia trascinato in un tribunale per la sua condotta professionale. Un provvedimento che riproponga quanto già sperimentato durante il covid e che consenta di porre un argine alla grande fuga dei medici dal SSN”.
“Apprezziamo dunque – conclude - la volontà del Ministro Schillaci di aumentare il Fondo sanitario nazionale, portandolo a 131 miliardi per ridurre il divario tra finanziamento e spesa sanitaria che oramai si è attestata lo scorso anno a 133 miliardi. Continuiamo a pensare, tuttavia, che occorra un finanziamento straordinario che vincoli le risorse sul potenziamento del personale e dei professionisti sanitari. Molti analisti sanitari stimano in 30 miliardi questo stanziamento, che servirebbe per pagare gli stipendi ai professionisti sanitari oggi assenti sul territorio, aumentare le remunerazioni ai medici, sia in ospedale che sul territorio, e ai professionisti della salute, aumentare il numero degli addetti in sanità, garantendo a tutti gli operatori sanitari un welfare sociale ancora oggi assente in larga parte del Paese. Servono infine modifiche al DL Bollette nella parte in cui si creano differenze tra medici, come, ad esempio, tra medici di diversi reparti o, nell’ambito dell’emergenza-urgenza, tra quelli che operano nei pronto soccorso e quelli che operano nel servizio 118”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA