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Mercoledì 10 OTTOBRE 2012
Turismo procreativo. La Svizzera è la prima meta per gli italiani con problemi di fertilità

Sono 1.530 le coppie italiane che nel 2011 hanno scelto il Paese elvetico. A Locarno, il Centro Cantonale di Fertilità ha accolto 278 aspiranti genitori durante lo scorso anno e nel 2012 continuano le richieste per accedere a trattamenti di Procreazione medicalmente assistita (Pma).

La crisi economica non ferma il turismo della provetta. Almeno 4.000 coppie italiane nel 2011 hanno varcato i confini per cercare una risposta al desiderio di concepire un figlio e di queste, secondo i dati dell'Osservatorio sul turismo procreativo, 1.530 hanno scelto la Svizzera. Complici una normativa più flessibile, la vicinanza geografica e la diffusione della lingua italiana, il Paese elvetico è quindi in testa alle preferenze degli aspiranti genitori, seguito dalla Spagna (1.450 coppie) e dal Belgio (510 coppie).

Gli italiani non si recano in Svizzera solo per trattamenti di Procreazione medicalmente assistita (Pma) non disponibili in Italia, come la fecondazione eterologa, ma anche per pratiche consentite nel nostro Paese come la fecondazione omologa, la stimolazione ormonale e la criopreservazione ovocitaria. Delle 1.530 coppie che hanno scelto la Svizzera per risolvere i problemi di fertilità, infatti, 630 si sono sottoposte alla fecondazione eterologa (41%) e 900 alla omologa e ad altri trattamenti disponibili anche in Italia (59%). Le percentuali trovano rispondenza nei dati registrati dal Centro Cantonale di Fertilità di Locarno, che ha preso in cura 278 aspiranti genitori durante lo scorso anno (139 coppie, il 40% per l'eterologa e il 60% per l'omologa) e 144 nei primi sei mesi del 2012.


“La difficoltà principale che si trovano ad affrontare le coppie italiane con problemi di fertilità – ha affermato Jürg Stamm, primario del Centro Cantonale di Fertilità - è quella di non poter accedere nel proprio Paese alla fecondazione eterologa, da un donatore di sperma. Da noi invece non solo la legge consente la pratica, ma vengono anche seguiti protocolli molto severi, per cui i donatori sono rigidamente controllati e selezionati, in modo da permettere alla coppia di avere a disposizione il massimo delle possibilità di riuscita”.

Ma alla Svizzera gli aspiranti genitori guardano anche per trattamenti che potrebbero ricevere nelle cliniche e negli ospedali italiani come la fecondazione omologa, la crioconservazione degli ovociti cui sempre più donne si rivolgono anche per poter scegliere di rinviare la maternità di alcuni anni, e la stimolazione ovarica, un campo in cui negli ultimi tempi la ricerca scientifica ha fatto importanti passi in avanti.

“Nelle tecniche di procreazione assistita - ha spiegato Stamm - il nostro atteggiamento è quello di procedere in maniera graduale e il più naturale possibile se le condizioni di fertilità di coppia lo permettono. Se in questo modo una gravidanza non arriva o vi è un’altra chiara indicazione terapeutica, allora viene prescritta la stimolazione ovarica”. “Nel Centro Cantonale di Fertilità da diversi anni indichiamo la mild stimulation – ha concluso - un nuovo approccio che rispetto a quello tradizionale prevede un dosaggio ormonale molto più contenuto ma che consente comunque il recupero di ovociti adeguati. In questo modo evitiamo alla donna una sovramedicalizzazione agendo in linea con i principi della Slow Medicine che guidano il nostro Centro: una cura appropriata, attenta alle esigenze del singolo paziente, sostenibile finanziariamente e anche dal punto di vista psicologico, grazie al supporto specialistico offerto per tutta la durata del trattamento”.

 

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