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Martedì 28 MARZO 2023
Intelligenza artificiale e tecnologie. Schillaci: “Non privi di rischi, ma con formazione appropriata possiamo arginarli”

Così il ministro nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico all’Università Politecnica delle Marche: “Ogni evoluzione tecnologica è una grande opportunità da non sprecare e utilizzare in maniera appropriata. Occorre però un’attenta programmazione affinché le siano impiegate in modo idoneo e in setting assistenziali di riferimento adeguati”

Intelligenza artificiale e innovazione tecnologica, importanza della formazione, aumento del numero di ingressi in Medicina, e valorizzazione economica e professionale del capitale umano per arrestare l’emorragia dei migliori cervelli verso l’estero.

Questi i temi toccati dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023 dell’Università Politecnica delle Marche alla quale ha rivolto un plauso sottolineandone i meriti testimoniati dai 7 Dipartimenti (su 12) di eccellenza per qualità della ricerca, dalle 35 Scuole di Specializzazione accreditate di area medica e dalla recente costituzione del Centro in Intelligenza Artificiale e Sanità Digitale e del Corso di Laurea in Medicine and Technology “un’importante palestra per i nostri giovani affinché imparino a interagire con le tecnologie e l’Intelligenza Artificiale in maniera consapevole”.

E proprio sulla IA e sull’utilizzo delle nuove tecnologie si è soffermato: “Come evidenziato in un recente documento del Css, l’interazione con l’Intelligenza Artificiale non è, infatti, scevra da rischi che possono derivare da un eventuale utilizzo privo di una rigorosa validazione scientifica, oppure da discriminazioni, ad esempio di genere, introdotte dalla programmazione degli algoritmi; o ancora dall’assenza di informazioni sulla sicurezza e la riproducibilità nell’uso di questi sistemi, da una preparazione non adeguata del personale medico e sanitario al loro corretto utilizzo. Rischi che attraverso i percorsi formativi appropriati possiamo arginare”.

Per Schillaci bisogna essere consapevoli che, in generale “ogni evoluzione tecnologica non è un valore fine a se stesso, ma una grande opportunità da non sprecare e da utilizzare in maniera appropriata. Occorre, dunque, un’attenta programmazione per far sì che le apparecchiature a disposizione siano impiegate in modo idoneo e in setting assistenziali di riferimento adeguati. Ciò è importante per evitare di disporre di macchine troppo evolute ma poco o male utilizzate, anche per la mancata formazione del personale dedicato, oppure, al contrario, di strumenti obsoleti che non consentono diagnosi e terapie precise”.

Si tratta sostanzialmente di saper governare un progresso inarrestabile e di implementare misure per mettere il sistema salute nelle condizioni di saper gestire le innovazioni tecnologiche che svolgono un ruolo cruciale nella medicina personalizzata e nella capacità di terapie mirate.

In questa sfida, ha aggiunto Schillaci “si delinea il nuovo ruolo dell’Università che deve saper rispondere alle istanze di una società in continua evoluzione, coltivando nei giovani la capacità di porsi sempre domande senza mai accontentarsi delle risposte; di sviluppare senso critico e apertura verso il progresso tecnologico”.

Tuttavia, avverte, nessuna innovazione tecnologica “deve e può sostituire la capacità di ascolto, quell’alleanza terapeutica che deve guidare il rapporto medico-paziente, l’attenzione ai bisogni di chi, affrontando una malattia, vive una situazione di grande vulnerabilità. In fondo, l’importanza della personalizzazione delle cure, sempre più possibile grazie alle nuove tecnologie, risiede proprio nella capacità di realizzare una terapia su misura. E questo per un paziente è il più grande segno di prossimità”.

Infine, il ministro ha poi ribadito il suo impegno personale e del Governo “affinché i nostri giovani possano realizzare le proprie aspirazioni” e nel risolvere il grave problema di carenza di personale sanitario.

Guardando al futuro, ha infine aggiunto, dovremo anche “valorizzare economicamente e professionalmente il nostro capitale umano evitando che, una volta formato nelle nostre Università, sia costretto a trasferirsi all’estero alla ricerca di maggiori gratificazioni economiche e di carriera. Arrestare questa emorragia dei nostri migliori cervelli è il più grande investimento sul futuro che possiamo fare e un traguardo che però non possiamo fallire”.

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