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Martedì 09 OTTOBRE 2012
Staminali cordonali. Uso pubblico o privato? Nanni Costa e Grazzini replicano ad Assobiotec
Le maggiori società scientifiche esprimono da sempre un parere unanime verso l’inutilità della conservazione del sangue cordonale ad uso “privato” mentre raccomandano fortemente la donazione solidaristica. La via è quindi quella del pari accesso alle cure in difesa dell’uso appropriato del sangue cordonale
Quando la medicina dell’evidenza incontra le legittime speranze dei molti pazienti che, ad oggi, non possono essere curati, non esistono né vincitori né vinti. Decidiamo di puntualizzarlo sin da subito, perché la parola “istituzione” non risuoni come “fredda macchina burocratica”. E soprattutto perché al centro delle politiche sanitarie del nostro Paese, c’è il paziente e il raggiungimento di quel “benessere psico-fisico-sociale” sancito dall’OMS.
Nelle ultime settimane, si è fatto un gran parlare delle attuali applicazioni delle cellule staminali. Non è nostra intenzione aggiungere ulteriori commenti sulla posizione ufficiale espressa dal Ministero della Salute al riguardo. Al contrario, ci preme portare all’attenzione dei lettori i risultati e i dati relativi al più ristretto ambito delle cellule staminali contenute nel sangue cordonale. L’appello lanciato dal presidente di Assobiotec sulle pagine di questo quotidiano richiede, infatti, alcune puntualizzazioni di carattere scientifico e organizzativo in grado di sgombrare il campo da pericolosi equivoci.
La principale applicazione clinica delle cellule staminali emopoietiche del cordone è, ad oggi, il trapianto: una terapia salvavita consolidata e di grande successo per curare gravi malattie del sangue, come le leucemie, linfomi e alcuni disordini congeniti. In campo ematologico, uno dei principi alla base del trapianto prevede l’infusione di cellule staminali provenienti da un soggetto (il donatore) diverso dal ricevente (il paziente). Soltanto grazie a questa “estraneità” si può ottenere un effetto terapeutico aggiuntivo, in grado di riconoscere le cellule malate e di sconfiggerle. Su queste e su altre premesse cliniche, le maggiori società scientifiche internazionali e nazionali di settore esprimono da sempre un parere unanime verso l’inutilità della conservazione del sangue cordonale ad uso “privato” mentre raccomandano fortemente la donazione solidaristica.
Richiamandosi ai principi della cosiddetta “evidence-based medicine”, il nostro Paese ha improntato la sua azione legislativa sulla base dei più aggiornati e accreditati risultati in materia di utilizzo delle cellule staminali cordonali. Nel giro di qualche anno, l’Italia ha completato il quadro normativo di riferimento, approvando una serie di leggi e decreti ispirati ai principi che caratterizzano il nostro Sistema Sanitario: pari opportunità di accesso alle cure per tutti i cittadini e tutela della loro salute. Quindi, nessun spirito “oscurantista” dietro al divieto di conservare per sé il sangue del cordone ombelicale in Italia. Al contrario, viene ribadito il principio di appropriatezza della prestazione sanitaria che risulta tale solo se convalidata dai risultati di rigorosi studi clinici prospettici, randomizzati e controllati, dimostrabili e ripetibili a livello nazionale ed internazionale.
In questo senso, i numeri sono indiscutibili: i trapianti allogenici eseguiti su pazienti pediatrici e adulti di tutto il mondo sono oltre 25.000 a fronte di pochi casi aneddotici di trapianti autologhi di staminali cordonali. Dietro a questo risultato straordinario c’è indubbiamente lo spirito di solidarietà sociale che ha spinto numerose mamme a donare il sangue del cordone ombelicale. Ma questa generosità sarebbe fine a sé stessa se non ci fosse un sistema organizzativo solido e sicuro in grado di “tradurre” quei cordoni in unità idonee al trapianto. L’Italia fa la sua parte in questa “rete internazionale”, potendo contare su un sistema di 19 banche pubbliche che gestiscono l’attività di bancaggio e rilascio delle unità di sangue cordonale donate. Anche in questo caso, lasciamo parlare i numeri: al 30 giugno 2012 le unità raccolte sono 151.724, quelle bancate 35.325 e quelle rilasciate a scopo di trapianto sono 1.166.
Risultati del tutto sovrapponibili agli altri sistemi internazionali che aderiscono al Bone Marrow Donors Worldwide Registry, un “archivio” dove confluiscono tutte le caratteristiche immunogenetiche dei donatori di cellule staminali emopoietiche, cordonali comprese. Solo in questo panorama si colloca l’invito rivolto dall’OMS a raggiungere le 80.000 unità bancate nel nostro Paese: campioni donati e messi a disposizione della collettività per la cura di quelle malattie trattabili con il trapianto. E, in questi termini, risulta fuorviante e confondente la disponibilità a “supportare il servizio pubblico nella conservazione del sangue cordonale”, così come dichiarato nell’articolo del 5 ottobre scorso.
Merita un’ultima considerazione il presunto “peso economico” dei ticket fissati dalle Regioni nell’indirizzare le scelte delle coppie in materia di conservazione del sangue cordonale ad uso personale. Non volendo entrare nel merito delle tariffe medie per l’esportazione e bancaggio del sangue cordonale presso banche private estere (tra i 1.500 e i 2.000 euro), è opportuno sottolineare che la procedura di raccolta dello stesso è a carico del cittadino proprio perché tale pratica non risponde a indicazioni appropriate e scientificamente plausibili.
Garantito il diritto all’esercizio di una libera scelta, il CNS e il CNT invitano le future mamme a esprimere consapevolmente una decisione. Con la speranza che questo articolo possa aver chiarito alcuni punti fermi che indirizzano questo delicato settore.
Giuliano Grazzini
Direttore del Centro Nazionale Sangue
Alessandro Nanni Costa
Direttore del Centro Nazionale Trapianti
La posizione ufficiale del Ministero della Salute e la normativa di riferimento è consultabile alla pagina:
http://www.salute.gov.it/speciali/piSpecialiNuova.jsp?id=86
Normativa:
Accordo Stato Regioni 20 aprile 2011
Accordo Stato Regioni 29 aprile 2010
Decreto 18 novembre 2009- Istituzione Rete Nazionale Banche
Decreto 18 novembre 2009- Conservazione per uso autologo dedicato
Accordo Stato Regioni 29 ottobre 2009
Legge 21 ottobre 2005 n.251
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