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Martedì 02 OTTOBRE 2012
Fumo. Gli pneumologi: “La battaglia per smettere è ben lungi dall’essere vinta”

Le malattie respiratorie sono responsabili del 17% di tutte le cause di morte nel mondo e costano all’Europa 100 miliardi di euro. Prevenzione e migliori tecniche diagnostiche le parole chiave. Che saranno al centro del XIII Congresso Nazionale di Pneumologia in programma dal 3 al 6 ottobre a Catania.

Le malattie respiratorie sono responsabili del 17% di tutte le cause di morte nel mondo che includono le infezioni delle vie respiratorie, la BPCO (broncopatia cronica ostruttiva), la tubercolosi e il cancro del polmone e delle vie aeree. In Europa, le malattie respiratorie sono tra le cause principalidi mortalità e morbosità. Hanno un peso economico di circa 100 miliardi di euro in Europa, inclusi i costi indiretti dovuti a milioni di giornate lavorative perse. Una realtà, peraltro, in preoccupante aumento. “Per fronteggiare questo aumento importante è necessario il miglioramento delle tecniche diagnostiche, anche se la triste verità è che l’aumento di cui parlavo deriva dal fatto che viviamo, purtroppo, in un ambiente malsano, siamo troppo a stretto contatto con l’inquinamento atmosferico, e che la lotta contro il fumo di sigaretta, che rappresenta uno dei più importanti, se non il più importante fattore di rischio per patologie respiratorie croniche sia di ordine ostruttivo che restrittivo, non ha avuto ancora pieno successo”.

Una considerazione sconfortante, quella di Giuseppe Di Maria, presidente degli pneumologi italiani, che tuttavia non rinunciano a combattere contro queste patologie e contro i fattori di rischio. E i nuovi strumenti per farlo saranno presentati a Catania dal 3 al 6 ottobre, in occasion del XIII Congresso Nazionale di Pneumologia (Uip).

“Il XIII Congresso Nazionale di Pneumologia porterà grandi novità. Un ambito in cui le patologie non solo stanno aumentando, ma stanno anche variando. Dunque la Pneumologia rappresenta una branca di grande importanza per la salute pubblica. In Parlamento porto avanti una battaglia contro la regionalizzazione della Salute, in quanto sono convinto che questo diritto deve essere uguale per tutti e in tutta la nazione”, ha affermato Giuseppe Palumbo, presidente della Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati, in occasione della presentazione del Cogresso.

“Parliamo – ha spiegato Di Maria – di patologie che impegnano in maniera molto importante, in fatto di risorse, lo Stato, il sistema sanitario e di assistenza. Per questo credo che molto di più potrebbe e dovrebbe essere fatto in campo preventivo. Lottare seriamente contro l’abitudine al fumo e a tutti gli altri fattori di rischio che minacciano la salute respiratoria”.

“La nostra mission – ha aggiunto Andrea Rossi, presidente Aipo (pneumologi ospedalieri), Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona - è quella di dare una risposta alle esigenze della collettività di fronte all’intensificarsi delle malattie dell’apparato respiratorio. Dobbiamo quindi cercare di traslare il più rapidamente possibile la ricerca scientifica nell’applicazione clinica, ma non solo. Bisogna tenere conto poi che oggi il non è più solo tra medico e paziente, ma tra la famiglia che circonda il paziente e l’intera organizzazione sanitaria. L’obiettivo finale del congresso è quindi fare in modo che questa «macchina» segua dei percorsi virtuosi condivisi da tutta la comunità pneumologia”.

Al congresso verrà dato ampio spazio alla formazione. “Le patologie dell’apparato respiratorio sono molto variegate e ci porta ogni anno ad avere negli ospedali decine di migliaia di pazienti che necessitano di supporto, di protesi ventilatoria e di essere anche seguiti a domicilio. Dunque – ha osservato Giuseppe Girbino, Università di Messina - c’è bisogno di una classe di specialisti pronta a seguire tutto questo. E devo dire che molto si sta facendo a livello nazionale attraverso un’ottima campagna di comunicazione”.

“Le cosiddette ‘malattie rare’ rappresentano una vera emergenza a livello mondiale ed europeo. Esse sono più di 8mila e affliggono pazienti di cui cidobbiamo fare carico. A livello polmonare ne esiste una chiamata Fibrosi Polmonare Idiopatica che ha una incidenza di circa 10 casi per 100mila persone: per combatterla – ha concluso Luca Richeldi, Università di Modena - da pochissimo abbiamo un farmaco già utilizzato in circa 15 centri in tutta Italia. Credo che il concetto di rarità vada rivisitato e gli pneumologi sono sempre stati in prima linea in questa battaglia”.
 

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