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Giovedì 27 SETTEMBRE 2012
Melanoma cutaneo. Ecco le prime Linee guida Agenas
Per sconfiggere il melanoma, il cui quadro epidemiologico in Italia è ancora sconfortante, arrivano in aiuto delle oncologie le prime Linee guida istituzionali sull’argomento. Per i cittadini il suggerimento è di esporsi al sole con attenzione, per i medici quello di concentrarsi sulla natura genetica della patologia.
Sebbene i dati più recenti sulla diffusione del cancro in Italia si possano guardare tutto sommato con ottimismo, così forse non è quando si restringe il campo al solo melanoma, il più aggressivo dei tumori della pelle. Negli ultimi 20 anni, infatti l’incidenza di questa patologia è aumentata di oltre il 4% all’anno in entrambi i sessi, e la mortalità è ancora in crescita tra gli uomini. Per la prima volta, per far fronte a questa situazione, sono state stilate da una fonte istituzionale delle linee guida per il trattamento della malattia: si tratta di un documento clinico-organizzativo, elaborato dall’Agenzia per i Servizi Sanitari Nazionali (Agenas) in collaborazione con gli Istituti Regina Elena e San Gallicano, e pubblicato oggi sul sito dell’organismo.
L’incidenza per il melanoma cutaneo è di 14,3 casi per 100.000 uomini e 13,6 casi per 100.000 donne (dati AIRTUM), e la patologia è al terzo posto per numero di nuovi casi nella fascia di età da 0 a 44 anni. A differenza di molte altre neoplasie il melanoma colpisce anche le classi d’età più giovani, infatti oltre il 50% dei casi viene diagnosticato entro i 59 anni d’età, e addirittura la neoplasia è quella che più frequentemente colpisce le donne di età compresa tra i 25 e i 29 anni, in età fertile.
Un quadro epidemiologico poco incoraggiante, dunque, alla luce del quale la pubblicazione intende essere uno strumento realmente utile nella pratica clinica. “Per questo le indicazioni sono state create per essere applicabili alla realtà italiana, basate sulle migliori evidenze disponibili, quanto meno equivoche possibile, aperte alle acquisizioni più recenti, propositive e dinamiche”, ha affermato Bruno Rusticali, Coordinatore Linee guida Agenas.
Un manuale per gli addetti ai lavori e per i decision maker, ma che contiene informazioni utili anche per i singoli cittadini, come i suggerimenti sull’esposizione al sole, pensati per grandi e piccini: il melanoma è infatti una patologia con un’evidente relazione con abitudini individuali (esposizione al sole) e sensibile a comportamenti preventivi.
Tuttavia, il volume ha soprattutto l’obiettivo di fornire al clinico informazioni e raccomandazioni sul modo più corretto di attuare la prevenzione primaria e secondaria e di gestire i pazienti affetti da melanoma: e per questo tra i capitoli salienti della guida ci sono quelli sul l trattamento del melanoma primario, dei linfonodi regionali, delle recidive loco-regionale, la terapia sistemica adiuvante e la terapia del melanoma in fase avanzata. Per ogni stadio della malattia ci sono indicazioni di trattamenti chirurgici e medici. La forza delle raccomandazioni è classificata come A, B, C, o D ma la scala non riflette sempre l'importanza clinica delle raccomandazioni. Le migliori pratiche cliniche basate sull'esperienza clinica del gruppo di lavoro sono comunque segnalate con una sigla: in altre parole, lo schema prevede un “grading” in base al quale la decisione di raccomandare o meno l’esecuzione di una determinata procedura può dipendere da diversi fattori tra cui la qualità delle prove scientifiche a favore, o contro, il peso assistenziale dello specifico problema, i costi, l’accettabilità e la praticabilità dell’intervento. Il manuale comprende inoltre anche una sezione che tratta del melanoma in gravidanza.
Ma quali sono le principali raccomandazioni che emergono dalle Linee guida? “Un controllo di routine da uno specialista è opportuno se esistono i fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo del melanoma in maniera indipendente e statisticamente significativa: numero dei nevi di un individuo, fototipo e pigmentazione cutanea, episodi di scottature durante l’infanzia e storia familiare o personale di melanoma”, ha chiarito Caterina Catricalà, Direttore del dipartimento di dermatologia oncologica del San Gallicano e del Melanoma Unit IFO, nonché Responsabile scientifico del progetto. In questo senso, dal capitolo sulle terapie del melanoma in fase avanzata emerge l’importanza di vigilare sulla presenza di nuovi farmaci man mano disponibili, vista la recente evoluzione della ricerca: in questi casi, si evidenzia la necessità di richiedere la valutazione nei preparati istologici degli oncogeni mutati come ad esempio BRAF. “Il 10% dei casi di melanoma presenta familiarità. È quindi è importante lo studio dei geni coinvolti nell’insorgenza del melanoma cutaneo”, ha concluso la ricercatrice.
La diffusione delle linee guida è promossa tramite un volume completo e un documento informatico scaricabile all’indirizzo www.agenas.it.
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