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Gentile Direttore, In particolare ci si è chiesti come sia possibile che di fronte all’emergenza dovuta a crescente quantità di professionisti sedicenti e incontrollati, possano ancora sussistere “criticità” irrisolte a cui il Tavolo tecnico interministeriale faccia riferimento dopo quasi cinque anni di ritardo nell’attuazione dell’art. 7, L. 3/2018. Come presumibile, queste criticità non riguardano solo le citate qualifiche dei docenti idonei per l’insegnamento universitario della materia caratterizzante. Viceversa, soprattutto il precario livello delle competenze professionali da accertarsi per i nuovi professionisti della salute potrebbe essere la causa del ritardo pluriennale. Ovvero, il tema sensibile dei corsi abilitanti da prevedersi ai sensi della legge istitutiva della nuova professione sanitaria. Per la stessa ragione, con spirito di servizio e in termini di assoluta trasparenza, la stessa Associazione di osteopati ha inteso ribadire la presenza nazionale di osteopati il cui livello di legalità pedagogica abbia carattere magistrale, europeo e, in molti casi, già abilitante per l’esercizio. Per la stessa ragione, gli associati ADOE non meritano affatto la continua discriminazione ai loro danni, potendo attestare una formazione autorizzata in Italia dalle Autorità competenti per verificata compatibilità europea ai sensi della legge. Ne consegue, inoltre, che gli stessi possano rappresentare riferimento e contributo esemplare per l’individuazione dei criteri pedagogici e abilitanti grazie al livello qualitativo e interdisciplinare delle loro prestazioni assistenziali. Essi, infatti, hanno completato un piano di Studi conforme alla rilevanza professionale della stessa professione come riconosciuta legalmente ed esercitata negli altri Paesi dell’Unione Europea. In termini ancora più espliciti, l’iniziativa ADOE intende scongiurare il rischio di limitazioni inaccettabili delle competenze dei futuri osteopati italiani, penalizzanti a lungo termine l’efficacia e la dignità professionale, qualora si intenda semplificare il processo formativo universitario a miope vantaggio della precaria abilitazione di numerosi operatori sedicenti che non sono in possesso di attestazioni pedagogiche formali e dichiarazioni fiscali attestanti i tempi dell’esercizio esclusivo della medesima attività. Inaccettabilmente, si premierebbe in questo modo l’opportunismo e il demerito di chi ha approfittato del vuoto legislativo per “salire sul carro” dell’osteopatia, erogando una formazione o esercitando un’attività in termini del tutto autoreferenziali, cioè illeciti e contestabili. Federico Claudio Franscini
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Mercoledì 25 GENNAIO 2023
Osteopati, ancora una proroga per il riconoscimento. A rischio la salute delle persone
l’ennesima proroga nell’iter per il riconoscimento degli osteopati prevista dal decreto Milleproroghe, ha indotto l’Assemblea ordinaria dei soci ADOE (Associazione Degli Osteopati Esclusivi) ad approvare l’11 gennaio scorso un Ordine del Giorno per segnalare ancora la condizione di rischio per la salute delle persone dovuta a perdurante precarietà professionale.
Segretario/Tesoriere, per l’Assemblea degli Osteopati ADOE
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