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Mercoledì 11 GENNAIO 2023
Nei prossimi 7 anni in Friuli andranno in pensione oltre il 50% dei mmg. L’allarme dell’Ordine dei medici

Da qui al 2030 andranno in quescienza 470 unità su 850 medici in totale, solo in quel di Udine i mmg quiescenti saranno circa 200. A fronte di circa 50 borse di studio regionali annue. Per il presidente OMCeO di Udine, Gian Luigi Tiberio sarà inevitabile l’aumento della quota capitaria per chi resta. ”A fronte dei numeri che non lasciano scampo, chiediamo alla Regione FVG di investire sulle medicine di gruppo le quali ci permetteranno di svolgere più attività clinica, delegando il rimanente al personale amministrativo ed infermieristico”.

“Da quest’anno al 2030 i medici di medicina generale che in FVG andranno in pensione saranno oltre il 50%. Dai nostri dati, su 850 medici presenti nel nostro territorio, 470 medici saranno quiescenti”. A dirlo è il presidente OMCeO di Udine, Gian Luigi Tiberio.

Le difficoltà nel reclutamento dei medici del territorio sono note a tutti: dalle borse di studio in numero inferiore ai bisogni reali, alla quiescenza dei medici che non è vincolata solo al raggiungimento del limite massimo di età, ovvero da medici che nel corso della loro specializzazione decidono di non svolgere più l’attività della medicina territoriale eccetera. La somma di tutti questi fattori, nel tempo, ha causato un deficit di medici del territorio tutt’altro che trascurabile.

“Già da tempo stiamo segnalando alla Regione Friuli Venezia Giulia questa emergenza di pazienti – avverte il presidente OMCeO di Udine, Gian Luigi Tiberio - che, ahimè, già da quest’anno in molti si troveranno senza medico di fiducia; per non parlare delle zone carenti che ancora una volta non saranno coperte. Dobbiamo calcolare che sui 470 medici che tra il 2023 ed il 2030 andranno in pensione nei prossimi anni a livello regionale, ne saranno formati circa 50 all’anno, sempre che alcuni di questi non decidano di fare altro”.

“I primi medici che andranno in pensione saranno quelli nati nel 1953 – spiega il presidente Tiberio – ma dobbiamo essere chiari: i medici che potranno andare in pensione non sono solo quelli che raggiungeranno il settantesimo anno di età e visto che si può andare in pensione già a 68 anni e senza rimetterci nulla sulla pensione, dobbiamo aggiungerci anche questi medici. Addirittura, vi sono una percentuale di professionisti che decidono di smettere di lavorare già a 62 anni, seppur rimettendoci qualcosina economicamente. Sono queste le variabili che ogni anno si ripetono, mentre i conti sono fatti solo per chi raggiunge il limite massimo dei settant’anni”.

Per Tiberio, insomma, conti alla mano, saranno circa oltre 55mila le persone che si troveranno nei prossimi anni senza il proprio medico di fiducia e, se i medici non saranno reclutati, ipotesi più che probabile, per il presidente OMCeO di Udine non resterà molto da fare se non quella pensare di organizzarsi in medicine di gruppo, poiché sarà inevitabile che nei prossimi anni ci sarà un aumento dei massimali.

“La soluzione per andare incontro alle attuali carenze non la si potrà risolvere con la medicina di gruppo – ribadisce il presidente Tiberio – ma quanto meno ci permetterà di lavorare di più e meglio, togliendoci tutte quelle mansioni che possono essere delegate, lasciandosi tutta la parte clinica, riflesso che sarà inevitabile l’aumento di pazienti per medico. Chiediamo quindi al legislatore regionale che colga questa nostra istanza”.

E ancora, per il presidente Tiberio, ci dovranno essere dei correttivi anche dal legislatore nazionale che superi il tema tanto sentito dai sanitari fra il cumulo della pensione e altro reddito; questo aspetto se venisse “aggiustato” permetterebbe al professionista ultrasettantenne di rimanere in servizio qualche anno in più. Sarebbero tante le cose da intraprendere – conclude Tiberio – per vedere un’inversione di tendenza incominciando, nel rendere più appetibile la specialità del mmg con l’innalzamento del valore delle borse di studio che sono ferme per la metà delle altre”.

Davanti a tante incertezze una cosa è certa: da qui, ai prossimi anni, il FVG, avrà un grosso problema da sostenere se vorrà tenere lontana la popolazione dai pronti soccorsi.

Il vicepresidente Riccardo Riccardi, riconoscendo che la figura del medico di medicina generale è uno dei primi anelli della sanità territoriale, sa che non sarà una situazione facile da gestire, frutto di tanti anni di disattenzione per un segmento così importante.

Endrius Salvalaggio

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