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Giovedì 15 DICEMBRE 2022
Medicina generale. Incentivi per le zone carenti e risorse aggiungive per il personale di studio. Ecco le proposte della Regione 

Le misure già illustrate ai sindacati di categoria. Prevista l’apertura degli ambulatori da un minimo di 7 ad un massimo di 24 ore al giorno,nelle sedi principali. Previsto anche “un importante investimento sul personale” da parte della Regione. Per le zone carenti incentivi specifici per l’accettazione degli incarichi da parte di nuovi medici privi di convenzione, con misure per “rendere sostenibile e supportata da tutor” gli incarichi ai medici frequentanti il corso di Formazione specifica in medicina generale.

La Regione Veneto è al lavoro per fronteggiare la carenza di medici e le linee guida per lo sviluppo futuro della medicina generale nel territorio veneto. Alcune delle misure pensate sono stati illustrati dai sindacati di categoria nel corso di un incontro con l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin. Queste misure, spiega l'assessore, rappresentano gli elementi principali sui quali è stata aperta la trattativa con i sindacati della medicina generale, con i quali è prevista la sottoscrizione di un Accordo Integrativo Regionale.

Nel dettaglio la Regione ha presentato la sua proposta di riorganizzazione territoriale dei medici di medicina generale che prevede, tra le altre cose, nuovi standard minimi di accessibilità oraria, con l’apertura degli ambulatori da un minimo di sette ad un massimo di 24 ore al giorno, nelle sedi principali. "Strutture per le quali è stato previsto da parte regionale un importante investimento sul personale”, sottolinea la Regione in una nota.

Una progettualità, dunque, di sostegno e sviluppo che “consentirà servizi migliori al cittadino, facendo leva sulla positiva esperienza delle medicine di gruppo e medicine di gruppo integrate: dove ai medici di medicina generale vengono affiancati infermieri e personale amministrativo.”

“Questo sviluppo si colloca nel contesto delle riforme del Pnrr e di quanto stabilito dal recente Accordo Collettivo Nazionale – ha detto l’assessore -, e prevede l’identificazione di forme di associazione fra professionisti della medicina generale, le Aggregazioni funzionali territoriali, AFT. Ma anche lo sviluppo di un Sistema Informativo Unico Regionale e l’introduzione di personale infermieristico e personale amministrativo appositamente formato”.

Tra gli interventi presentati vi sono, inoltre, incentivi specifici per l’accettazione delle zone carenti “croniche” da parte di nuovi medici privi di convenzione, per promuoverne l’ingresso nella rete assistenziale. Il Direttore Generale della Sanità veneta, Luciano Flor, presente all’incontro, ha illustrato le misure specifiche per “rendere sostenibile e supportata da tutor la copertura delle zone carenti da parte dei medici frequentanti il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, favorendo, con ciò, l’inserimento dei giovani medici”.

Tra gli interventi illustrati per fronteggiare la carenza di medici è prevista poi la proroga delle misure contenute nella delibera di Giunta n. 8/2022, che prevede l’aumento del massimale a 1800 pazienti per i singoli medici di medicina generale che si rendono disponibili su base volontaria. “A fronte dell'aumentato carico di lavoro sotto il profilo burocratico ed amministrativo, a questi medici verrà riconosciuta, oltre all’indennità annua di collaboratore di studio pari a 3,50 euro per assistito in carico, prevista dall’Accordo Collettivo Nazionale vigente, un’integrazione di ulteriori 2,00 euro/assistito all’anno”, spiega la nota regionale.

“L’incontro, in cui sono stati presentati interventi di natura emergenziale unitamente a elementi per lo sviluppo a medio e lungo termine delle cure primarie – conclude Lanzarin -, rappresenta un importante elemento del percorso con cui la Regione, in condivisione con le organizzazioni sindacale, e intende gettare le basi per una riorganizzazione profonda dell’assistenza medica alla popolazione”.

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