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Martedì 13 DICEMBRE 2022
Medicina generale. In Veneto studi al “lume di candela” contro l’esclusione dal DL Aiuti Quater

Un gesto simbolico sarà attuato giovedì, 15 dicembre, per richiamare l’attenzione della politica nei confronti delle attività dei medici di famiglia, “imprese a tutti gli effetti". Una protesta “senza ricorrere a sistemi più radicali che - sottolinea la Fimmg di Padova -, in questo momento di picco dell’influenza stagionale e recrudescenza della pandemia, sarebbero contrati al senso di responsabilità verso i cittadini assistiti che da sempre caratterizza questa professione”.

“Ancora una volta la medicina di famiglia viene ignorata nei provvedimenti in discussione a sostegno delle imprese e degli studi professionali per sopperire ai costi del caro energia e dell’inflazione: oltre ad essere stata “dimenticata” nei decreti dedicati al ristoro dei dipendenti pubblici – per i quali è stata prevista una indennità una tantum per il 2023 come anticipo sul prossimo contratto pari all’1,5 % dello stipendio – la medicina di famiglia, ancora una volta, è stata esclusa anche dai provvedimenti del cd. DL Aiuti quater a favore delle imprese”. Per queste ragioni i medici hanno deciso di protestare con un gesto simbolico: terranno i loro ambulatori a lume di candela, secondo il motto scelto per la protesta: “Siamo al lumicino interveniamo prima che la medicina generale si spenga e con lei il Ssn”.

“Il medico di famiglia - ricorda la Fimmg di Padova in una nota - è a tutti gli effetti un libero professionista convenzionato, assimilabile ad una piccola impresa; e come tale, tutti gli oneri di gestione del proprio studio professionale sono a suo carico, compresa la presenza di personale amministrativo e infermieristico. Non si comprende quindi per quale motivo queste imprese siano escluse dai provvedimenti che prevedono agevolazioni dal momento che, al contrario di altri professionisti che operano con partite IVA e con costi di gestione a proprio carico, il medico di medicina generale non può adeguare le tariffe delle proprie prestazioni ai costi sostenuti essendo un servizio pubblico regolamentato da una convenzione - peraltro ferma al 2018 - con il Servizio Sanitario Nazionale”.

Per queste ragioni la Fimmg della provincia di Padova, e i suoi 665 ambulatori di medicina generale dislocati sul territorio, darà un segnale a tutte le forze politiche, locali e nazionali, che in questo momento stanno discutendo la prossima Legge di bilancio. Da Roma stanno arrivando in tutte le provincie aderenti di tutta Italia i ceri acquistati dalla Fimmg nazionale per aderire a questa azione comune di sensibilizzazione nei confronti della politica.

Una sorta di “sciopero dei consumi energetici” per sottolineare le condizioni critiche in cui lavorano i medici di famiglia di Padova, “senza ricorrere a sistemi di protesta più radicali che, in questo momento di picco dell’influenza stagionale e recrudescenza della pandemia, sarebbero contrati al senso di responsabilità verso i cittadini assistiti che da sempre caratterizza questa professione” sottolinea la Fimmg di Padova.

“Siamo al lumicino – ha commentato il vice segretario nazionale Fimmg, Domenico Maria Crisarà –. Desideriamo intervenire quindi prima che la medicina generale si spenga e con lei il SSN. Questa desidera essere una azione simbolica dell’inizio di un percorso di protesta per le mancate risposte alla nostra categoria sempre più in difficoltà dal punto di vista dei carichi di lavoro, dell’impegno burocratico e dalla mancanza di ristori economici. È semplicemente un primo segnale dato che, visto il senso di responsabilità verso i cittadini che contraddistingue la Fimmg, si vogliono lasciare aperti dei canali di confronto con le regioni ed il governo che al momento appaiono percorribili. Ma è un segnale unitario e comune al quale aderiscono tutte le nostre realtà provinciali e regionali”.

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