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Venerdì 21 SETTEMBRE 2012
Palagiano (Idv): “Taglio posti letto per ridurre la spesa è inefficace senza investimenti sul territorio”

Da Vasto, dove è in corso il Congresso nazionale dell’Idv, Antonio Palagiano, a margine di un dibattito sulla spending review in sanità ha ribadito che il taglio dei posti letti non può generare risparmio se non si investe realmente sui presidi territoriali.

"Il taglio dei posti letto ospedalieri come politica per il contenimento della spesa sanitaria è inefficace e rischioso. È inefficace perché, nonostante in Italia se ne siano tagliati il 15% negli ultimi dieci anni, complessivamente riducendoli di 45.000 unita, la spesa sanitaria nel nostro Paese è aumentata, nello stesso lasso di tempo, del 60%”. A parlare è Antonio Palagiano, responsabile Sanità Idv, che da Vasto (Chieti), dove è in corso il congresso dell’Italia dei Valori, ha partecipato al dibattito "Quanto pesa la spending review sulla sanità italiana?"
 
Il Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari è poi entrato nel dettaglio per chiarire meglio le sue affermazioni “Scendendo nel dettaglio del panorama delle singole regioni, i dati ce lo confermano: la Sicilia e la Campania, che rispettivamente hanno disponibilità di 3,9 e 3,4 posti letto per mille abitanti, sono tra le regioni con maggior disavanzo in campo sanitario, mentre l'Emilia Romagna di posti letto ne conta 4,6 ed è tra le regioni più virtuose”.
 
Poi Palagiano ha spostato lo sguardo anche oltre i confini nazionali ricordando che “la media europea di posti letto è del 5,5 per mille e la Germania, che di certo non è nota per sprecare le proprie risorse, è al primo posto, con l'8,2”.
 
“Questi numeri – ha aggiunto Palagiano – dovrebbero far riflettere il ministro Balduzzi sull’inopportunità di portare avanti l'obiettivo di ridurre la media nazionale italiana al 3,7 entro novembre contro gli attuali 4. La politica della spending review applicata alla sanità attraverso la decurtazione dei posti letto è, inoltre, rischiosa. Conduce inevitabilmente, infatti, ad un'ulteriore congestione dei pronto soccorso, che saranno costretti ad aumentare la permanenza dei degenti per periodi che superano le 24-48 ore, ad allungare le liste d'attesa a ritardare la tempestività delle cure. Tutto questo si ripercuote sul personale che, gravato dal blocco del turnover e dall'aumento del carico lavorativo, potrà incorrere piu' facilmente nell'errore sanitario".
 
"La via del risparmio non è dunque questa. O perlomeno, potrebbe funzionare solo se – conclude – se decidesse realmente di equilibrare il taglio dei posti letto negli ospedali con un investimento sui presidi territoriali. Questo in teoria è quanto prevede il decreto Balduzzi, che assegna ai presidi h24 il compito di costituire un filtro adeguato a gestire i codici bianchi e verdi. Ma se su questo il Ministero non stanzia un soldo e le Regioni sono lasciate a decidere da sole come e quanto investire, il risultato sarà una sanità ancora più diseguale da zona a zona. In questo modo la tutela della salute, che dovrebbe essere costituzionalmente garantita, diventa sempre più una questione di fortuna: ne avremo diritto se siamo nati in una Regione economicamente sana e non ne avremo diritto se siamo nati in una Regione in deficit".

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