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Martedì 29 NOVEMBRE 2022
Giornata mondiale Aids. “Equalize”, lo slogan di quest’anno per ricordare le grandi diseguaglianze nella cura e nell’assistenza. Da quando è comparso, l’Aids ha ucciso oltre 40milioni di persone
Alla fine del 2021 c'erano circa 38,4 milioni di persone che vivevano con l'HIV, due terzi delle quali (25,6 milioni) si trovano nella regione africana dell'OMS. Oggi, sottolinea l’Oms, la risposta globale all'HIV è in pericolo. Negli ultimi anni i progressi verso gli obiettivi dell'HIV si sono bloccati, le risorse si sono ridotte e, di conseguenza, milioni di vite sono a rischio.
L'HIV continua a essere un importante problema di salute pubblica globale. Nel 2021, si stimano circa 650.000 decessi per cause correlate all'HIV e 1,5 milioni di persone hanno contratto l'HIV.
Da quando è comparso l’HIV ha causato oltre 40 milioni di morti e per evitare lo scenario peggiore di 7,7 milioni di morti correlate all'HIV nei prossimi 10 anni, occorre uno straordinario rinnovato impegno che recuperi i ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulatesi anche a causa della pandemia Covid.
Questo il quadro disegnato dall’Oms alla vigilia della Giornata mondiale contro l’Aida del 1 dicembre ricordando che grazie al crescente accesso a un'efficace prevenzione, diagnosi, trattamento e cura dell'HIV, anche per le infezioni opportunistiche, l'infezione è diventata una condizione di salute cronica gestibile, consentendo alle persone che vivono con l'HIV di condurre una vita lunga e sana.
Alla fine del 2021 c'erano circa 38,4 milioni di persone che vivevano con l'HIV, due terzi delle quali (25,6 milioni) si trovano nella regione africana dell'OMS.
Ma oggi, sottolinea l’Oms, la risposta globale all'HIV è in pericolo. Negli ultimi anni i progressi verso gli obiettivi dell'HIV si sono bloccati, le risorse si sono ridotte e, di conseguenza, milioni di vite sono a rischio.
“Divisione, disparità e disprezzo per i diritti umani” sono i fattori principali che hanno permesso all'HIV di restare una crisi sanitaria globale.
Il tema della Giornata mondiale 2022 è “Equalize” (equilibrare) e l’Oms chiede ai leader e ai cittadini di tutto il mondo “di riconoscere e affrontare con coraggio le disuguaglianze che stanno frenando i progressi nel porre fine all'AIDS”.
“Uniformando l'accesso ai servizi essenziali per l'HIV, in particolare per i bambini e le popolazioni chiave e i loro partner: uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, persone transgender, persone che fanno uso di droghe, prostitute e persone in prigione”.
Solo il 52% dei bambini che vivono con l'HIV è sottoposto a cure salvavita, ricorda ancora l’Oms. Ed è da loro che bisogna partire perché, sottolinea l’Oms, “Se possiamo mostrare progressi nel porre fine alle nuove infezioni tra i bambini e garantire che tutti ricevano antiretrovirali di qualità (ARV), abbiamo maggiori speranze e possiamo garantire un maggiore impegno politico per porre fine all'AIDS in tutte le popolazioni entro il 2030”.
A livello globale, il 70% delle nuove infezioni da HIV avviene tra persone emarginate e spesso criminalizzate. “Possiamo porre fine all'AIDS solo aumentando i servizi per l'HIV e rimuovendo le barriere strutturali, lo stigma e la discriminazione delle popolazioni chiave in ogni paese”, conclude l’Oms.
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