quotidianosanità.it
"I medici sono stanchi, disillusi e arrabbiati". A pesare è la totale assenza di misure in manovra per il personale. Nessun accenno neanche ai fondi per il rinnovo del contratto. Nessuna convocazione da parte del ministero della Salute nonostante le reiterate richieste. E, in più, in legge di Bilancio con l'estensione della flat tax si finisce per favorire la fuga dagli ospedali verso quelle cooperative dei medici a gettone. Oltre a questo, c'è poi il tema dell'autonomia differenziata che rischia di acuire ulteriormente il gap esistente tra Regioni. A fronte di questa situazione i medici sono pronti a forme anche molto dure di protesta per far comprendere ai cittadini che si sta mettendo a rischio l'erogazione di cure gratuite. A raccontarlo in questa intervista a Quotidiano Sanità è il segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio. Segretario Di Silverio che idea si è fatto della manovra varata dal governo Meloni? In che senso? Qualche risorsa è stata però trovata per i Pronto soccorso. Quale? In manovra non si fa cenno neanche ai fondi per il rinnovo del vostro contratto. In tutto questo ha preso il via anche il dibattito sulle nuove autonomie regionali, che ne pensa? Quali misure chiedete nell’immediato alla politica? Giovanni Rodriquez
stampa | chiudi
Martedì 29 NOVEMBRE 2022
Manovra. Intervista al leader dell’Anaao Di Silverio: “Bocciata senza appello. È iniqua e incentiva fuga dei medici dagli ospedali. Pronti a dare battaglia”. E sull’autonomia differenziata: “Un attacco alla professione e alla Costituzione”
"Con l’estensione della flat tax si foraggia ulteriormente il lavoro dei medici libero professionisti a gettone. Non c’è flat tax per i dirigenti medici, sanitari e veterinari dipendenti. I medici sono ormai stanchi, disillusi e arrabbiati". In manovra assenti anche i fondi per il rinnovo del contratto: "Se pensano di fare la sanità senza i medici, che dire, ci provassero". Tra le richieste, un'immediata defiscalizzazione del lavoro dei dipendenti e l'apertura di un tavolo per una riforma del livello organizzativo del lavoro
Questa manovra è iniqua, non è coraggiosa e non va nella direzione di una salvaguardia di un sistema sanitario nazionale che era già in crisi prima dell’emergenza pandemica. Ancora una volta non si premia il personale, si torna a dimenticare quelli che erano stati definiti gli ‘eroi’ del Covid. Anzi, si rischia di peggiorare ulteriormente una situazione di lavoro già ingestibile in ambito ospedaliero.
Non solo non si prevede nulla per il personale ma, in un contesto che vede i medici abbandonare gli ospedali in favore del lavoro come gettonisti nelle cooperative, con l’estensione della flat tax si foraggia ulteriormente il lavoro dei medici libero professionisti. Non c’è flat tax per i dirigenti medici, sanitari e veterinari dipendenti. Non si vede nessuna forma di ringraziamento per il personale sanitario dopo i sacrifici degli ultimi anni. Anzi, ci sono solo spade di damocle per noi: dalle scadenze sull’obbligo formativo fino a condizioni di lavoro sempre peggiori.
Sì, parliamo però di 200 milioni di euro. Di questi, il 60% andrà ai medici di Pronto soccorso e solo a partire dal 2024. Sono poche gocce che potremmo vedere tra più di un anno, solo se nel frattempo questo mare non si sarà del tutto prosciugato. Ma la cosa più grave in tutto questo a mio avvisoe è un’altra.
La cosa più grave è che non puoi non essere ricevuto dalle istituzioni. Tu non puoi rifiutarti di ricevere le parti sociali. Abbiamo avanzato tre richieste di incontro al ministro Schillaci, non solo come Anaao ma anche come Intersindacale medica. Non ci è mai arrivata nessuna risposta dal ministro. A noi non interessa attaccare questo governo ma far comprendere ai cittadini che un problema enorme si sta per abbattere su di loro. E devono capirlo prima che sia troppo tardi. Le persone devono comprendere che si sta mettendo a serio rischio l’erogazione di cure gratuite e omogenee.
L’unico strumento legale che abbiamo per migliorare le nostre condizioni di lavoro è il contratto. Tutti hanno esultato per il rinnovo del contratto dei docenti, nel governo nessuno ha però detto una sola parola sul contratto dei medici già scaduto, oltre a quello ancora da rinnovare. Se pensano di fare la sanità senza i medici, che dire, ci provassero. Ma si ricordassero che la sanità, le cure, servono a tutti. Siamo tutti pazienti prima di essere medici, politici, ingegneri e così via.
Questa misura grida vendetta. Solo grazie allo spirito di unione e alla gestione nazionale del Ssn siamo riusciti ad uscire fuori dalla pandemia. Neanche il tempo di uscirne completamente che già si pensa a regionalizzare i servizi sanitari? Questo è un po’ come dire che chi è stato sempre peggio continuerà a star peggio e chi ha i soldi ed ha la fortuna di vivere in Regioni economicamente floride potrà curarsi meglio. Questi sono degli attacchi alla professione, alla Costituzione e alla nostra dignità. Non staremo inerti a guardare ma reagiremo con forza triplicata rispetto agli attacchi che continuiamo a subire. Devono capire che i medici sono ormai stanchi, disillusi e arrabbiati. Noi continueremo con manifestazioni e scioperi. Se fosse necessario, arriverò a incatenarmi davanti al ministero della Salute ministero e fare uno sciopero della fame. I cittadini devono avere chiaro quello che stanno rischiando.
Chiediamo da subito un segnale in manovra in tema di defiscalizzazione per rimetterci al pari degli altri. E poi l’apertura di un tavolo di confronto che ci veda coinvolti per una riforma del livello organizzativo del lavoro perché quello attuale ormai non regge più.
© RIPRODUZIONE RISERVATA