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Mercoledì 09 NOVEMBRE 2022
Pronto il nuovo Atto aziendale dell’Asl della Gallura. Acciaro: “Contro carenza di specialisti un innovativo modello organizzativo”
L’obiettivo del manager dell’Asl 2 è evitare la chiusura dei reparti ospedalieri e garantire l’assistenza ai cittadini. A Quotidiano Sanità spiega: “L’ospedale di Olbia sarà riorganizzato come struttura dedicata alla media intensità e all’Emergenza-Urgenza, nell’ospedale di Tempo faremo la bassa intensità e nel presidio de La Maddalena sarà ricondotta tutta la degenza al reparto di Medicina Osservazionale a Bassa Intensità. Nessuna struttura verrà chiusa, i presidi verranno potenziati”. L’ATTO AZIENDALE
L’Asl 2 ha pronta la sua proposta di Atto aziendale che a giorni presenterà ai Sindaci e tutti gli stakeholder interessati alla riforma sanitaria di tutti i Comuni facenti parte della provincia gallurese. “Auspichiamo di fare un grosso investimento sul territorio, che è il punto di svolta del sistema – dichiara a Quotidiano Sanità il Direttore generale Marcello Acciaro -. L’obiettivo è andare incontro ai reparti in sofferenza, i posti letto abbiamo visto non sempre risultano essere sufficienti, ma il problema ancora più rilevante sappiamo riflettersi nella carenza dei medici specialisti, in particolar modo di branche indispensabili come, solo per citare un esempio, Chirurgia e Anestesia che anche se proposte nei bandi delle scuole di specializzazione con un più ampio numero di posti, oggi non trovano sempre piena risposta da parte dei giovani medici”.
“E la carenza di specialisti impone necessariamente un diverso modello organizzativo – spiega il Manager -, al fine di scongiurare la chiusura dei reparti e far venir meno la carenza dell’assistenza sanitaria dovuta. Dobbiamo poterlo evitare! Quale modello possiamo dunque adottare che possa garantire le migliori risposte in relazione ai problemi con cui sappiamo scontrarci quotidianamente? Le attuali linee guida ci indirizzano ad organizzare gli ospedali sulla base del bed manager e delle intensità delle cure: noi dunque abbiamo deciso, con questo approccio, di rimodulare le strutture ospedaliere in funzione dei percorsi dei pazienti, delle soluzioni che i pazienti si attendono di ricevere per il problema per il quale chiedono assistenza”.
“Il bed manager – prosegue il direttore - è la figura interna all’assetto organizzativo degli ospedali nata per garantire l’appropriatezza dei ricoveri, quindi di raccordo tra il Pronto Soccorso e l’Unità di Degenza e che contribuisce alla risoluzione del problema di sovraccarico del Pronto Soccorso attribuendo al paziente il posto letto in base al caso clinico ed alle intensità di cure necessarie. A ciò si aggiunge la riorganizzazione dei dipartimenti, che sono stati introdotti dalla LR n°24/2020 di riforma sanitaria come modello ordinario di gestione operativa a livello aziendale o interaziendale, e che si può dire faccia riferimento al classico modello di presa in carico del paziente in considerazione però alla gravità del caso, e quindi del livello di complessità assistenziale”.
“I tre ospedali di Olbia, Tempio e La Maddalena, dunque, e le nove Case di comunità che verranno costruite, saranno i punti fondamentali della nostra azione – sottolinea Acciaro -. Rimoduleremo quindi questi presidi: l’ospedale di Olbia sarà riorganizzato come struttura dedicata alla media intensità e all’Emergenza-Urgenza; nell’ospedale di Tempo faremo la bassa intensità, sarà sede del nuovo reparto di Lungodegenza e dell’ Ospedale di Comunità (20 posti letto), e nell’ospedale de La Maddalena, dedicato ai casi di bassa intensità, sarà ricondotta tutta la degenza al reparto di Medicina Osservazionale a Bassa Intensità (MOBI), ospiterà inoltre un Ospedale di Comunità (10 posti letto) gestito dai MMG. Sarà un presidio che dovrà rispondere prioritariamente alle esigenze della popolazione di quel territorio”.
“Sul Pronto soccorso di Olbia accenno un importante problema – puntualizza il Manager -: esso fa 2000 accessi d’inverno e d’estate ne conta 12.000. Tenendo quindi conto del numero delle risorse umane su cui possiamo disporre realmente, anche perché il nostro territorio è meno ambito dai giovani medici come sede prioritaria di lavoro, la soluzione che abbiamo adottato per il pronto soccorso di Olbia è attivare 82 posti letto di emergenza. Ciò vuol dire che i pazienti che giungeranno al pronto soccorso verranno accolti sia qui, sia assistiti da mezzo ospedale di Olbia”.
“Riguardo sempre le cose importanti di questo atto aziendale – evidenzia il direttore -, è che prendendo atto delle linee guida e dei problemi che abbiamo su questo territorio abbiamo costruito l’organizzazione sulla base di quattro punti determinanti per i problemi di salute e che sono la prevenzione, l’acuzia, la cronicità e l’emergenza. E quindi i dipartimenti li abbiamo integrati per dare la migliore risposta alle persone su questi aspetti. Per noi i punti fondamentali sono la riorganizzazione ospedaliera da una parte e dall’altra punteremo moltissimo sull’organizzazione territoriale attraverso le case di comunità. Nessuna struttura dunque verrà chiusa, bensì i presidi verranno potenziati: c’è infatti un processo di riapertura e riorganizzazione dei posti letto che in questo momento sono chiusi. Nessun presidio verrà lasciato indietro e anzi in futuro, compatibilmente con l’acquisizione di eventuali nuovi medici specialisti, si auspica di poter arrivare ad aprire 100 posti letto in più, equivalenti al 30% in più, degli attuali operativi”, conclude Acciaro.
Elisabetta Caredda
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