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Lunedì 07 NOVEMBRE 2022
Aviaria. Il monitoraggio dei parchi cittadini e i controlli della Asl di Cagliari
Da aprile 2021 in vigore il Regolamento Ue n. 2016/420 “che ascrive l’Influenza Aviaria ad alta patogenicità come una malattia di categoria A, inserita fra le ‘big five’, che normalmente non si manifestano nell’Unione Europea”. “Rischio per l’uomo estremamente basso, soprattutto il virus non si trasmette attraverso il consumo di carni di pollame e uova”. Al via procedure di abbattimento e disinfezione, le carcasse all’Izs.
“Da aprile 2021 è entrato in vigore il Regolamento (UE) n. 2016/429 che ascrive l’Influenza Aviaria ad alta patogenicità come una malattia di categoria A, inserita fra le ‘big five’, che normalmente non si manifestano nell’Unione Europea e che, non appena individuata, richiede l’adozione immediata di misure di eradicazione. Pur ribadendo che il rischio per l’uomo è estremamente basso e che soprattutto il virus non si trasmette attraverso il consumo di carni di pollame e uova, in caso di focolai negli uccelli tenuti in cattività o nel pollame il Servizio veterinario della ASL agirà tempestivamente anche per altri eventuali casi che si possono presentare sul territorio di competenza con misure di controllo diretto (abbattimento degli animali convolti e distruzione di materiale contaminato o potenzialmente contaminato) per evitare un ulteriore diffusione di questo virus particolarmente contagioso per i volatili domestici e selvatici”.
Queste le parole del Direttore della Struttura Complessa di Sanità Animale della ASL di Cagliari, Mario Ignazio Lai, che spiegano la normativa di riferimento e le attività svolte in questi giorni a seguito del ritrovamento di alcuni pavoni morti nell'area verde di Mone Urpinu di Cagliari e all’accertata presenza del virus dell’influenza aviaria.
Subito dopo le procedure di abbattimento, il Servizio Veterinario della ASL di Cagliari ha provveduto nei giorni scorsi ad una accurata disinfezione dell’area, che sarà ripetuta nei giorni successivi. Le carcasse degli animali sono state smaltite in un impianto autorizzato. Sarà inoltre effettuato il monitoraggio su tutti i parchi cittadini e gli stagni di Santa Gilla e Molentargius. Analogamente si procederà ad accurati controlli negli allevamenti avicoli presenti nella ASL di Cagliari.
“Tutte le operazioni intraprese sino ad oggi, assunte di concerto con il Ministero della Salute e Centro di Referenza Nazionale, seppure emotivamente pesanti e dolorose, soprattutto per chi le ha dovute mettere in atto, hanno seguito il principio di massimo rispetto del benessere animale e di norme finalizzate a garantire la tutela della salute della popolazione animale ed umana”, precisa il veterinario della ASL.
“Al fine di valutare con maggiore precisione la presenza del virus dell’influenza aviaria nella provincia di Cagliari – aggiunge Mario Lai - saranno intensificate le attività di sorveglianza e, confidando nella collaborazione dei cittadini, si chiede di segnalare all’ASL la presenza di volatili morti da esaminare presso l’Izs”.
L’accaduto
Due settimane fa una veterinaria dipendente del Comune di Cagliari ha interpellato il Servizio veterinario della ASL per comunicare che nel Parco di Monte Urpinu si erano verificate mortalità anomale nei volatili domestici o semidomestici che popolano il parco. Il Servizio, messo in allerta dalla notizia, ha prontamente inviato le suddette carcasse per gli esami di laboratorio all’IZS di Cagliari. Poiché la mortalità non tendeva a bloccarsi, venerdì 27 ottobre è stato effettuato un sopralluogo per verificare la situazione sul posto. Nel corso del sopralluogo è stata rilevata la sintomatologia nervosa in un soggetto giovane di anatra e la presenza di 4 galline fortemente abbattute.
Il personale del parco, allertato nei giorni precedenti, aveva conservato 6 carcasse di animali, che sono state recapitate anch’esse all’Izs per ulteriori approfondimenti.
Il 4 novembre, il laboratorio dell’Izs di Sassari ha emesso il rapporto di prova che evidenziava la presenza del virus dell’influenza aviaria del sottotipo H5 in cervello, fegato e intestino di tutti gli undici animali rinvenuti morti.
La malattia
L’Influenza Aviaria ad alta patogenicità determinata da questo ceppo, è particolarmente grave e diffusiva per i volatili domestici e non esistono farmaci in grado di combatterla. La vaccinazione routinaria attualmente non è consentita in Europa per questa malattia anche se in futuro è possibile che sarà presa in considerazione vista l’elevata diffusione di questi virus in diverse parti del mondo. Attualmente la malattia è presente in quasi tutti i continenti e sta provocando ingenti perdite economiche soprattutto in Europa e negli USA.
Il virus può raramente trasmettersi per via respiratoria all’uomo, dando generalmente forme asintomatiche o lievi, ma solo in circostanze in cui si venga a contatto con elevate cariche virali come quelle che si possono verificare negli allevamenti avicoli infetti. Il virus non si trasmette con gli alimenti specie se sottoposti a normale cottura.
L’origine dell’infezione è probabilmente riferibile al fenomeno delle migrazioni invernali degli uccelli, in particolare anatidi selvatici, dalle fredde zone del Nord, che possono fungere da portatori asintomatici.
“La Sardegna infatti, collocata proprio al centro del Mediterraneo, è un comodo approdo, anche solo per rifocillarsi, di tutti gli uccelli che hanno come meta il continente africano. È prevedibile immaginare un germano apparentemente sano, portatore di virus, che arriva a Cagliari dopo un lungo viaggio, si ferma nel laghetto di un parco dove riposa per qualche ora, disseminando il virus con le feci e contaminando l’ambiente, per poi riprendere la migrazione verso zone più temperate. E’ presumibile che questo meccanismo abbia innescato la malattia nel Parco di Monte Urpinu, determinando la morte degli animali delle specie recettive, soprattutto avicoli domestici”, prosegue il Veterinario.
“Il ritrovamento del ceppo virale in tutti gli animali analizzati ha determinato l’obbligo da parte del Servizio veterinario di effettuare lo stamping out (abbattimento totale) di tutti gli animali presenti che gravitavano nelle voliere – conclude Lai -. È comunque probabile che molti altri animali sarebbero morti nei giorni successivi, se non si fosse provveduto al loro abbattimento, mantenendo alta la carica infettante nell’ambiente. È necessario precisare che i piccioni che popolano numerosi le nostre città sono poco sensibili ai virus influenzali e sono ritenuti poco importanti dal punto di vista epidemiologico per questa malattia”.
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