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Mercoledì 04 AGOSTO 2010
Sicilia: presentata la bozza del Piano sanitario regionale

Riordino della rete ospedaliera, potenziamento del territorio e dei servizi assistenziali. La costituzione di 17 nuove aziende sanitarie, poi, insieme ad una serie di misure per controllare la spesa. Ecco alcune delle novità contenute nella bozza di Piano sanitario 2010-2012 (in allegato) per la Regione Sicilia presentato ieri dall'assessore Massimo Russo (nella foto).

È stata presentata ieri dall'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, la bozza del nuovo 'Piano sanitario regionale’ per il triennio 2010-2012. Il Piano costituisce lo strumento indispensabile per il rinnovamento della sanità regionale poiché descrive l'assetto organizzativo del sistema, la programmazione, il riequilibrio dell'offerta tra la rete ospedaliera e il territorio e introduce chiari meccanismi operativi di governo e controllo delle attività sanitarie e delle relative risorse. Ci sarà tempo fino al 15 settembre per formulare le opportune osservazioni e successivamente, dopo il parere della Consulta e della conferenza permanente per la programmazione socio sanitaria, il Piano andrà in commissione Sanità all'Ars per il parere vincolante. L'approvazione finale, con delibera di Giunta, dovrebbe essere prevista per il mese di novembre. “Il Piano sanitario – sottolinea Russo - è l'atto di programmazione per eccellenza con cui daremo vita a una sanità in grado di fornire risposte appropriate e diversificate sia sul territorio che in ospedale. Per l'elaborazione del Piano abbiamo voluto seguire un metodo nuovo e assolutamente trasparente, cercando il più ampio livello di concertazione possibile attraverso il confronto con tutti gli operatori della sanità e dando a tutti, attraverso internet, la possibilità di consultarlo”. Da dieci anni l’Isola attendeva un Piano sanitario. “In Sicilia - prosegue l'assessore - l'ultimo piano sanitario risaliva a oltre dieci anni fa e questo lascia comprendere come sia mancata una seria programmazione e una omogenea prospettiva gestionale e organizzativa di tutto il sistema. Adesso potremo avviare un processo culturale di rinnovamento fondato sulla riqualificazione dell'assistenza, consolidando i risultati già raggiunti con gli specifici provvedimenti adottati molto spesso in situazioni di emergenza. La direzione obbligata è quella della modernizzazione del sistema perché l'evoluzione demografica, epidemiologica, scientifica, tecnologica clinico - assistenziale e perfino sociale richiedevano una nuova fisionomia dei sistemi di assistenza sanitaria, sempre più orientati verso la centralità delle persone da assistere, delle loro famiglie e delle singole comunità di riferimento”.
 
 
Qui di seguito le linee d’intervento del Piano e gli obiettivi specifici:
L’azione di governo regionale, delineata dalla legge di riforma, si articola lungo le seguenti linee di intervento:
- il progressivo spostamento dell’offerta sanitaria dall’ospedale al territorio al fine di un più corretto ed efficace
bilanciamento delle prestazioni in funzione dei fabbisogni;
- il riordino della rete ospedaliera pubblica e privata realizzata attraverso l’accorpamento e la
rifunzionalizzazione di presidi ospedalieri sotto-utilizzati;
- il superamento della frammentazione e/o duplicazione di strutture, attraverso processi di aggregazione e
integrazione operativa e funzionale;
- il potenziamento dei servizi e dei posti letto destinati alle attività di riabilitazione, lungo-degenza e postacuzie;
- la riduzione della mobilità sanitaria passiva extra-regionale;
- il progressivo contenimento dei ricoveri inappropriati sia sotto il profilo clinico, sia organizzativo;
- l’introduzione di un sistema di assegnazione delle risorse commisurato alla erogazione delle attività
programmate, alla qualità e alla efficienza dell’operato delle aziende;
- l’attuazione del principio della responsabilità attraverso un sistema di controlli e verifiche che trovi
fondamento in ben definiti processi tecnico-gestionali e nell’informatizzazione dei flussi.
In termini programmatori la legge stabilisce che l’assegnazione delle risorse delle aziende deve essere pilotata
dalla individuazione degli obiettivi di attività, volumi e qualità delle prestazioni determinate dal livello di
fabbisogno territoriale, inserendo i presupposti necessari ad attuare una sinergia virtuosa tra l’attribuzione degli
obiettivi, l’assegnazione delle risorse e una puntuale verifica dei risultati.
 
In particolare la legge definisce:

- la nuova articolazione dell’assetto organizzativo del sistema sanitario prevedendo la costituzione di 17 nuove
aziende sanitarie che subentrano alle soppresse 29;
- i distretti ospedalieri (20 in tutta la Sicilia) e i distretti sanitari in numero coincidente con gli ambiti territoriali
dei distretti socio sanitari che erogano le prestazioni in materia di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione ed
educazione sanitaria;
- la creazione di due Bacini territoriali, per ottimizzare gli acquisti di beni e servizi, per il coordinamento delle
funzioni e dei servizi a livello interaziendale e per lo sviluppo di progetti comuni;
- i termini della riorganizzazione strutturale e funzionale della rete dell’emergenza-urgenza sanitaria, articolata
in quattro centrali operative che coordinano il servizio attraverso nove unità periferiche (una per provincia) e le
modalità di affidamento delle attività di trasporto;
- l’indicazione degli atti e delle procedure, dei tempi di vigilanza e controllo che possono essere esercitati
dall’assessorato sulle aziende al fine di assicurare il monitoraggio dei dati economico-gestionali;
- attività di verifica e controllo sulla corrispondenza tra i risultati raggiunti dalle aziende e quelli fissati negli atti
di programmazione locale;
- un sistema di controllo di gestione delle aziende che assicuri assicurare la verifica dell’appropriatezza,
l’adeguatezza e la qualità delle prestazioni, adeguati tassi di utilizzo dei posti letto e delle dotazioni
tecnologiche, l’accoglienza delle strutture e l’accessibilità dei servizi e l’attivazione di procedure per il governo
del rischio clinico;
- le condizioni e le modalità in base alle quali si stabiliscono gli accordi e i contratti con gli erogatori privati: i
rapporti con le strutture private vengono subordinate ai vincoli derivanti dalla programmazione economico
finanziaria (tetti di spesa), agli esiti delle verifiche su qualità e appropriatezza, ai vincoli di determinazione
dell’effettivo fabbisogno di prestazioni e vengono introdotti meccanismi di remunerazione per le strutture
capaci di assistere pazienti provenienti da altre regioni;
- l’individuazione della destinazione delle risorse finanziarie disponibili per il SSR;
- il divieto di esternalizzazione delle funzioni da parte delle Aziende sanitarie.
Un ulteriore presupposto normativo su cui si fonda il presente Piano, è riconducibile ad alcuni principi contenuti
nella legge 5 maggio 2009 n, 42 recante “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione
9 dell’articolo 119 della Costituzione”. Principio di base della citata legge è il “superamento graduale, per tutti i
livelli istituzionali, del criterio di spesa storica a favore del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli
essenziali di cui all’art. 117 secondo comma lettera m) della Costituzione”.
 
Il Piano della Salute interviene quindi ad armonizzare e rendere coerente la programmazione regionale alle
indicazioni programmatiche riferite al quadro normativo nazionale e regionale, attuando in tal modo i principi
ispiratori della delega legislativa con particolare riferimento alla garanzia dei LEA.
In tale contesto assume rilevanza il problema della allocazione delle risorse finanziarie che trova, come descritto
nei paragrafi successivi, nel nuovo Patto per la Salute i criteri e le regole per il governo dei livelli di spesa basati
su indicatori standard di efficienza ed appropriatezza.

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