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Giovedì 03 NOVEMBRE 2022
“Educazione Sessuo-Affettiva nella Regione Lazio”: Protocollo di Intesa tra Ordine Psicologi, Omceo Roma, Sapienza e Tor Vergata

Dall’indagine ‘Studio nazionale fertilità’ del Ministero della Salute si evince che in un contesto di educazione sessuale e affettiva assente, frammentaria, approssimativa e geograficamente disomogenea, l’89% dei maschi e l’84% delle giovani donne si informa su Internet, meno della metà si rivolge agli amici, 1 su 4 ai familiari. I giovani chiedono al 94% che sia la scuola a fornire informazioni, il 61% già dalle medie o prima

L’educazione affettiva e sessuale nelle scuole è da sempre oggetto di un forte dibattito, soprattutto nel nostro Paese. Nonostante le numerose proposte di legge depositate nel corso dei decenni, l’Italia è uno dei pochi Paesi Europei a non aver ancora regolamentato questo tipo di intervento.

E così, in assenza di programmi ministeriali definiti, ogni istituto scolastico - in virtù della propria autonomia - può scegliere se e come affrontare la questione, affidando a volte l’incarico a professionisti non adeguatamente formati, richiedendo l’intervento solo in caso di urgenze contingenti o trasmettendo unicamente informazioni di natura medico-sanitaria non tenendo conto dei vissuti emotivi, relazionali ed evolutivi connessi alla sfera della sessualità. Inoltre, mancando percorsi strutturati, organici e omogenei, si sono generate grosse disparità territoriali e sociali per via delle quali, in alcune zone d’Italia - ma molto più spesso anche all’interno del medesimo comune - molti studenti completano le scuole superiori senza mai aver partecipato ad una lezione di educazione affettiva e sessuale.

Dall’indagine «Studio nazionale fertilità» del Ministero della Salute sulla salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti, pubblicata il 19 febbraio 2019, è emerso che in un contesto in cui l’educazione sessuale e affettiva è assente, frammentaria, approssimativa e geograficamente disomogenea, la stragrande maggioranza degli adolescenti italiani (l’89% dei ragazzi e l’84% delle ragazze) si informa ricorrendo ad Internet, meno della metà si rivolge agli amici, e solo uno su quattro ai familiari. Sempre secondo la citata indagine, il 94% dei ragazzi ritiene che debba essere la scuola a garantire l’informazione sui temi della sessualità e riproduzione (ben il 61% di loro ritiene che questo dovrebbe iniziare dalla scuola secondaria di primo grado o anche prima).

I dati evidenziano che le infezioni e le malattie sessualmente trasmesse (Ist), le gravidanze indesiderate e il ricorso alle tecniche di interruzione volontaria di gravidanza rappresentano ancora un problema evidente con un costo elevatissimo per il SSN; l’abuso di farmaci sessuali e di sostanze – come droga o alcool – per sostenere il desiderio e l’eccitazione sta raggiungendo numeri allarmanti; l’isolamento sociale, i fenomeni legati al sexting, uniti all’ansia per il proprio corpo e allo stress per l’incontro con l’Altro sono ormai problematiche reali che come esperti del settore ci troviamo a dover affrontare quotidianamente.

La sessualità è un’area complessa e fondamentale nello sviluppo dell’identità dell’individuo, in cui la dimensione relazionale, affettiva, emozionale, biologica ed ormonale si intersecano costantemente in un delicato equilibrio individuale e sociale. Risulta dunque fondamentale strutturare percorsi di intervento che incoraggino un graduale processo di cambiamento culturale fondato sulla consapevolezza e il dialogo e non più sulla paura e i pregiudizi, in cui si passi da interventi informativi a modelli educativi, da interventi basati sull’urgenza a programmi di prevenzione.

Per questo motivo il Gruppo di Lavoro “Psicologia e Sessualità” dell’Ordine degli Psicologi del Lazio ha proposto e siglato – con dei partner di eccezione - un importante Protocollo d’Intesa dal titolo “Educazione Sessuo-Affettiva nella Regione Lazio”.

L’obiettivo generale del Progetto è quello di creare un Documento Tecnico di natura scientifica sul tema, finalizzato a promuovere delle linee guida di intervento per gli specialisti del settore e per gli Istituti Scolastici, mettendo in sinergia Enti e Istituzioni rappresentative del mondo Accademico e Professionale del nostro territorio. In accordo con la letteratura e con i documenti tecnici nazionali e internazionali, che riconoscono l’efficacia di un lavoro integrato tra la figura dello Psicologo e quella del Medico nei progetti di Educazione Sessuo-Affettiva, il Progetto prevede dunque la partecipazione di rappresentanti dell’Area Psicologica (con il coinvolgimento dell’Ordine degli Psicologi del Lazio e della Cattedra di Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale del Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute dell’Università Sapienza di Roma) e dell’Area Medica (con la partecipazione dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri e della Cattedra di Medicina Sessuale del Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell’Università di Roma Tor Vergata).

Un Progetto ambizioso che si propone, partendo da solide basi scientifiche, di cambiare la cultura della diffidenza che avvolge le tematiche legate alla sessuo-affettività, di fornire indicazioni utili a tutti gli attori coinvolti nella presa in carico della salute sessuale dei ragazzi, di promuovere sempre di più un lavoro integrato tra professionisti della sanità pubblica, non solo in un’ottica di integrazione di saperi ma anche per permettere una presa in carico globale e multifattoriale dell’individuo.

Dott.ssa Marta Giuliani
Referente per l’Ordine degli Psicologi del Lazio, capofila del Progetto

Dott.ssa Maria Grazia Tarsitano
Referente per l’Ordine Provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri

Prof. Emmanuele Jannini
Referente per il Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell’Università di Roma Tor Vergata

Prof. Giacomo Ciocca
Referente per il Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute dell’Università Sapienza di Roma

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