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Giovedì 03 NOVEMBRE 2022
Mutilazioni genitali femminili. La Sardegna promuove un programma formativo per la prevenzione e il contrasto
La Giunta affida ad Ares la realizzazione del programma. Nieddu: “Vogliamo contrastare anche nelle comunità da noi immigrate questa tipologia di ‘cultura’ che cultura non è, ma si traduce in una violenza eseguita su bambine e ragazze che porta a non poche conseguenze. Si tratta di pratiche lesive dell'integrità psicofisica della persona e sono riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani e come una forma estrema di discriminazione di genere. Non si può accettare!”. LA DELIBERA
La Regione Sardegna dice no alle mutilazioni genitali femminili che sono purtroppo note per essere parte della cultura di gruppi ed etnie dei Paesi dell'Africa subsahariana e della penisola arabica, dove frequentemente bambine e ragazze vengono sottoposte senza anestesia a ‘cruente mutilazioni’ per tradizione di quei popoli, nell’idea che sia una pratica sostenuta dalla religione e collegata a ideali di bellezza e purezza. Costituiscono un problema anche in Europa e in Italia per effetto dell'immigrazione.
“Vogliamo poter contrastare anche nelle comunità da noi immigrate questa tipologia di ‘cultura’ che cultura non è – dichiara l’assessore Mario Nieddu a Quotidiano Sanità -, ma si traduce essenzialmente in una violenza eseguita su bambine e ragazze che porta a non poche conseguenze. Si tratta infatti di pratiche fortemente lesive dell'integrità psicofisica della persona e sono riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani delle ragazze e delle donne nonchè come una forma estrema di discriminazione di genere, che riflette una profonda disuguaglianza tra i sessi. Non si può accettare!”.
“Al fine dunque di potenziare le iniziative di prevenzione e per facilitare l'eventuale emersione del fenomeno – prosegue l’assessore -, intercettando precocemente le situazioni di rischio e le donne mutilate, favorendo il contatto e l'orientamento ai Servizi sanitari e sociosanitari, con la Giunta abbiamo deliberato per la realizzazione di un programma formativo finalizzato alla prevenzione e al contrasto delle mutilazioni genitali femminili e per il quale abbiamo destinato, in termini di risorse, l’ammontare di 49.452,61 euro”.
“Il programma – spiega l’esponente di Giunta - sarà rivolto a tutte quelle figure professionali che svolgono un ruolo di raccordo tra le donne, le famiglie e le comunità di immigrati da un lato, ed i servizi socio-sanitari dall'altro. Ossia mi riferisco a mediatori/mediatrici culturali, ad assistenti sociali dei Comuni e delle Aziende sanitarie, a rappresentati di associazioni e organizzazioni di volontariato e operatori sanitari e socio sanitari impegnati nelle attività di assistenza ai migranti irregolari”.
“Relativamente alla realizzazione del programma formativo, essa è affidata all'Azienda Regionale della Salute (ARES Sardegna) che si potrà avvalere del supporto tecnico-scientifico della struttura organizzativa di Prevenzione e promozione della salute afferente al Dipartimento di Prevenzione della ASL di Cagliari, individuata peraltro capofila regionale. Il finanziamento è dunque assegnato all'ARES Sardegna e sarà erogato in due tranche: il 70% nella fase di avvio e il restante 30% a conclusione dell'attività formativa in base alla relazione finale delle attività svolte, e alla rendicontazione delle spese effettivamente sostenute”, conclude Nieddu.
Elisabetta Caredda
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