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Venerdì 14 SETTEMBRE 2012
Decreto Balduzzi. Sondaggio on line: i medici non si fidano 

È quanto emerge da un sondaggio on line del Consulcesi. Il 58% dei medici che hanno risposto è contrario al decreto, il 69% si dice convinto che i poliambulatori territoriali non saranno più efficaci del Pronto soccorso e teme conflitti con i pazienti (53%) e maggiori costi sia per i pazienti (67%) e che per i professionisti (66%).

Il Decreto Balduzzi non piace ai medici, che anzi esprimono un generale senso di sfiducia tra i professionisti coinvolti nel nuovo assetto della medicina di base. È quanto emerge da un'indagine, a cui hanno risposto circa 6.000 professionisti sanitari, lanciata tramite il proprio sito dall’associazione Consulcesi in questi giorni per valutare luci e ombre delle proposte contenute nel decreto legge.
 
Se, infatti, poco più della metà degli intervistati si dichiara contrario al decreto tout court (58%), indagandone gli aspetti specifici l’opposizione si fa più netta. In particolare, si rileva un significativo pessimismo sulla possibilità che la riforma delle cure primarie possa portare reali benefici sia ai pazienti sia agli operatori della sanità.

La proposta di creare dei poliambulatori, che riuniscano in una singola sede medico di base, pediatra e specialisti, in grado di rispondere alle esigenze di diagnosi e cura della popolazione garantendo un’assistenza 24 ore al giorno, fine settimana compresi, per alleggerire il flusso presso i Pronto Soccorso, lascia scettico il 69% dei medici che hanno risposto all’inchiesta. Il 53% ritiene che in ogni caso tali poliambulatori non serviranno ad alleggerire l’affollamento nei Pronto Soccorso.

A questo si aggiunge il timore che la riforma incrini il rapporto di fiducia medico-paziente (53%), si concretizzerà in difficoltà organizzative nella gestione della turnazione (76%) e in difficoltà di coordinamento da parte delle Regioni (79%). Comporterà inoltre un incremento dei costi sanitari sia per i pazienti (lo sostiene il 67% dei professionisti sanitari) sia per gli stessi professionisti (66%).

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