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Venerdì 21 OTTOBRE 2022
Chi fa cosa in sanità?



Gentile Direttore,
ormai da qualche anno assistiamo a contaminazioni linguistiche che impoveriscono il rigore della nostra lingua. E, anche nella stesura di leggi e contratti di lavoro, questi neologismi ingenerano dubbi interpretativi che in casi particolari causano contenziosi. Proprio in questi giorni i colleghi di altre sigle sindacali della dirigenza medica e sanitaria, hanno sollevato dubbi sull’interpretazione di alcuni punti del contratto del comparto sanità, in cui sembrano esserci conflitti di competenze, sollevando un acceso dibattito e la reazione “stizzita” da parte dell’ARAN, un po’ al di sopra dei pacati toni istituzionali a cui eravamo abituati.

Quindi ecco le solite voci che parlano di corporativismo medico che tenta di difendere i propri orticelli, altre che parlano di evoluzione del contratto e riconoscimento delle competenze… insomma la solita “guerra tra poveri” che di fatto sono andati e andranno a difendere un modesto rinnovo in cui gli ex eroi dal camice bianco si prenderanno le briciole in un Paese dove, a colpi di scostamento di bilancio, si sono trovate risorse per tutto, dai monopattini ai decoder tv!

Siamo in emergenza e lo saremo fino al 2027, anno in cui si dovrebbe avere un numero di specialisti idoneo a rimpiazzare i medici pensionati. Dico “dovrebbe” perché al netto di quelli che fuggono all’estero e quelli che smettono di “fare i medici” ma non di esserlo, il condizionale è d’obbligo. La nostra posizione è chiara, si inizino a scrivere contratti CHIARI, che siano applicati nelle periferie, dove le figure professionali abbiano precisi e puntuali impieghi senza invasioni di campo. Giova ricordare che al contenzioso medico legale non aspetta altro, che si smetta di paragonare il nostro ad altri Paesi in cui ci sono figure professionali diverse deputate a funzioni medico assistenziali non previste dal nostro ordinamento e che non hanno servizi sanitari neanche lontanamente rispondenti al nostro.

Se si vuole evitare, ma di questo abbiamo seri dubbi, la guerra tra i “poveri ex eroi” dal camice bianco, la politica si prenda la responsabilità di modificare l’atto medico e di creare quelle figure di coadiutori medici che esistono in altri paesi. Figure che non sono fulgidi esempi di equità e universalità delle cure, dato che confondere aumenta solo la possibilità di sbagliare e in medicina questo non è ammissibile perché si misura in morti evitabili.

Finché ci saranno queste regole noi difenderemo, a nome di tutti pazienti, il loro diritto di essere curati da chi fa diagnosi e cura e di essere assistiti da chi si occupa di assistenza. Abbiamo un patrimonio troppo prezioso tra i nostri medici e i nostri infermieri e professionisti sanitari che ogni giorno sa bene cosa fare. Abbiamo bisogno di risorse e gratificazioni vere non di norme scritte male e strumentalizzate peggio.

Dottor Benedetto Magliozzi
Segretario Generale Nazionale CISL Medici

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