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Secondo quanto emerge dal lavoro di un team di scienziati dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, è possibile rilevare sintomi precoci di demenza già nove anni prima della diagnosi. I risultati della ricerca sono stati pubblicati da Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association. Il gruppo ha analizzato i dati provenienti dalla UK Biobank. Il database contiene informazioni genetiche, su stile di vita e sulla salute raccolte in forma anonima su mezzo milione di inglesi, tra i 40 e i 69 anni. Tra queste informazioni ci sono dati su problem solving, memoria, tempi di reazione, forza della stretta di mano e numero di cadute, segni caratteristici di patologie neurologiche. I dati raccolti hanno consentito ai ricercatori di individuare coloro che mostravano questi sintomi al baseline, confrontandoli cinque o nove anni dopo, quando era stata posta una diagnosi di demenza o di malattia neurodegenerativa. E’ emerso che le persone con diagnosi successiva di Alzheimer avevano totalizzato punteggi più scarsi rispetto ai soggetti sani a livello di problem solving, tempi di reazione e memoria. Inoltre, le persone che sviluppavano Alzheimer avevano una maggiore probabilità degli adulti sani di andare incontro a una caduta nei 12 mesi precedenti alla diagnosi. In generale, per ogni patologia studiata, dal Parkinson alla demenza a corpi di Lewy, i pazienti, al baseline, avevano outcome più bassi a livello di salute. Fonte: Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association 2022
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Giovedì 13 OTTOBRE 2022
Demenza. Sintomi precoci rilevabili già nove anni prima della diagnosi
Una patologia neurodegenerativa può annunciarsi con i sintomi già 5-9 anni prima che venga posta la diagnosi. E’ quanto emerge da un’analisi dei dati contenuti nella UK Biobank condotta da un team di scienziati dell’Università di Cambridge
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