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Lunedì 10 OTTOBRE 2022
Identificazione disturbo specifico dell’apprendimento. Irccs Burlo Garofolo fa formazione alle scuole primarie

Concluso il progetto di formazione per migliorare l‘identificazione degli alunni con un sospetto disturbo dell’apprendimento. Organizzato dall’ospedale Irccs materno infantile “Burlo Garofolo” e dall’ufficio scolastico regionale, il progetto si è avvalso anche di uno strumento informatico di screening. Lonciari (Neuropsichiatria): “D’ora in avanti saranno inviati presso le nostre strutture solo chi ha veramente bisogno”.

Per migliorare l’identificazione dei bambini con disturbo specifico dell’apprendimento, gli esperti dell’ Irccs materno infantile “Burlo Garofolo”, in collaborano con l’ufficio scolastico regionale e il contributo dall’assessorato regionale all’Istruzione, ha messo a punto un programma di formazione che si è avvalso anche dell’utilizzo di uno strumento informatico (che di solito diverte i bambini) in grado di individuare gli alunni che, nonostante il rinforzo didattico, non migliorano e che quindi con buona probabilità hanno un disturbo specifico di apprendimento.

Il progetto, spiegano i promotori dell’iniziativa, è stato realizzato proprio perché, negli anni , si è notato come spesso giungevano dagli psicologi del Burlo Garofolo bambini con sospetto disturbo specifico dell’apprendimento inviati dalle varie scuole ma che, dopo le prime valutazioni, risultavano essere bambini affetti da mere difficoltà di apprendimento risolvibili con un solo potenziamento delle lezioni. 

La differenza fra difficoltà e disturbo, puntualizza Isabella Lonciari, dirigente psicologo della Struttura Complessa di Neuropsichiatria e responsabile del progetto, è che “la prima si risolve con il potenziamento didattico dell’insegnamento oltre a un po’ di pazienza, mentre nel secondo caso è presente una alterazione neuro biologico innata su base genetica che risulta non beneficiare del trattamento didattico”. 

Il progetto aveva come obiettivo quello di rendere capaci le insegnati di somministrare ai propri alunni i test di screening per una identificazione precoce del disturbo. “Una squadra, Regione, ufficio scolastico regionale e l’Irccs “Burlo Garofolo” – spiega la Lonciari -, in cui ciascuno ha messo a disposizione le proprie risorse con l’obiettivo di individuare il prima possibile una reale difficoltà dell’apprendimento scolastico su degli alunni iscritti al secondo anno della scuola primaria”.  

Negli ultimi due anni sono stati testati circa un migliaio di bambini e di questi circa il 6% degli alunni è risultato resistente al potenziamento didattico della durata di 3 mesi, mentre per tutti gli altri gli è bastato un potenziamento. 

“Questo significa che dopo questo studio di formazione delle insegnanti – sottolinea lo psicologo di neuropsichiatria infantile - d’ora in avanti ci saranno inviati presso le nostre strutture solo bambini con un reale bisogno per lo screening sul disturbo dell’apprendimento”. 

Una sperimentazione che è servita a definire un modello di azione con effetti su tutte le scuole del territorio regionale oltre a dare un taglio a tutti quei bambini cosiddetti “inappropriati” che prima venivano inviati dalle scuole al Burlo come potenziali bambini con il disturbo specifico dell’apprendimento. 

Endrius Salvalaggio

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