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Lunedì 19 SETTEMBRE 2022
Verso le elezioni. L’intersindacale sanitaria abruzzese scrive ai candidati: “Un decreto legge per ‘l’emergenza assistenziale’ pari a quello per la pandemia” 

Missiva di Anpo, Fials, Fismu, Nursind, Nursing-Up, Sidirss, Simet, Sinafo e Snr. Il decreto per “trattenere in servizio tutti gli operatori sanitari prossimi alla pensione che abbiano voglia di farlo almeno nell’Emergenza-Urgenza e in Anestesia e Rianimazione”, sempre in queste “richiamare in servizio gli operatori in pensione” e “sospendere la libera professione intramoenia”. Domani l’incontro con i candidati a Pescara.

“L’emergenza legata alla pandemia per il Covid-19 ha fatto riscoprire l’importanza di un Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universalistico garantito dalla fiscalità generale. Il tema è stato ed è al centro dell’attenzione da moltissimi mesi e l’ondata emotiva conseguente al lock down aveva lasciato sperare nella definitiva affermazione del SSN quale primo e vero pilastro del welfare nella scala dei valori dei cittadini, delle istituzioni e della politica. Pur rappresentando un pilastro del welfare nazionale, e nonostante una pandemia ancora in corso, il tema della salute è invece quasi scomparso dalla attuale campagna elettorale delle forze politiche alla luce di altre gravi emergenze quali la guerra in Ucraina, l’inflazione galoppante e la crisi energetica che catturano l’attenzione dei cittadini più che la stessa salute”.

Comincia così una lettera ai candidati della regione Abruzzo alle elezioni politiche del 25 settembre ad opera dell’intersindacale sanitaria abruzzese composta da Anpo, Fials, Fismu, Nursind, Nursing-Up, Sidirss, Simet, Sinafo e Snr. La lettera è scritta alla vigilia di un dibattito con i candidati abruzzesi che si svolgerà all’hotel Dragonara di Pescara domani, 20 settembre, alle ore 11.00.

Nella lettera si chiede ai candidati che, una volta eletti, essi possano spingere  il prossimo Governo ad adottare al più presto un provvedimento urgente per tamponare le criticità più impellenti dell'assistenza sanitaria. “In qualche modo l’aver inserito il tema della salute nel Pnrr con investimenti per 16 miliardi su 194 complessivi (in buona parte per le tecnologie avanzate, per la riforma della medicina territoriale e per la ricerca biomedica) è sembrato sufficiente a tacitare qualsiasi ulteriore richiesta di attenzione da parte di chi il servizio sanitario lo usa, ci lavora e ci investe. I fondi e le riforme del Pnrr non saranno però sufficienti a salvare il Servizio sanitario nazionale, oggi di fatto in pericolo, forse più di due anni fa”, si legge ancora.

“Infatti – si legge ancora -, la quantità di risorse disponibili con il Pnrr, seppur cospicua, appare non sufficiente visto che, secondo alcune stime del Ministero della Salute servirebbero 14 miliardi di euro solo per l’adeguamento alle norme antisismiche degli ospedali già esistenti. Nella realtà dei fatti, la sanità in Italia continua ad essere sottofinanziata (attualmente al 6,1% del PIL) se si prende come riferimento il livello di spesa degli altri 4 paesi del continente europeo con i quali amiamo confrontarci, ovvero Regno Unito, Francia, Germania e Spagna”.

Da qui la proposta dell’intersindacale di un “provvedimento urgente” da proporre al prossimo Governo: “per esempio un decreto legge, per la ‘Emergenza assistenziale’ così come è stato fatto nel recente passato per la ‘Emergenza da pandemia per Covid-19’”.

“Un decreto legge che preveda al primo punto un maggiore finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale, superando quello attuale pari al 6,1% del PIL e abolendo l’attuale tetto di spesa previsto dalla legge di bilancio 2005 pari a quello del 2004 meno l’1,4%, per poter assumere il personale sanitario necessario a fronteggiare le criticità assistenziali ad esso legate. Un decreto legge che preveda anche, viste le carenze di personale legate alla mancata programmazione negli ultimi anni del fabbisogno di operatori necessari da formare per tamponare i previsti pensionamenti, la possibilità solo per un tempo limitato di due o tre anni e solo dopo l’espletamento prioritario di tutti i concorsi banditi e di altri possibili concorsi da bandire”, chiariscono Anpo, Fials, Fismu, Nursind, Nursing-Up, Sidirss, Simet, Sinafo e Snr nella lettera.

Questi i dettagli della proposta di decreto:

1) trattenere in servizio tutti gli operatori sanitari prossimi alla pensione che abbiano voglia di farlo almeno nelle Unità Operative dei Servizi di Emergenza-Urgenza (Pronto Soccorso e 118) e nelle Unità Operative di Anestesia e Rianimazione;

2) richiamare in servizio, su loro richiesta, quegli operatori sanitari in pensione che attualmente per norme incomprensibili possono lavorare solo nella sanità privata anche accreditata con il SSN almeno nelle Unità Operative dei Servizi di Emergenza-Urgenza (Pronto Soccorso e 118), nelle Unità Operative di Anestesia e Rianimazione e negli ambulatori specialistici ospedalieri e distrettuali per risolvere il problema delle lunghe file di attesa per visite e esami diagnostici;

3) sospendere la libera professione intramoenia (Alpi) per affrontare la ridotta disponibilità ad erogare prestazioni in regime istituzionale per le esigenze della popolazione chiedendo alla Aziende Sanitarie di concordare con i professionisti interessati, sulla base dell’art. 55 comma 2 lettera d) del Ccnl 08.06.2000, una quota ‘libero professionale aziendale’ sostenuta economicamente dell’Azienda riservando al cittadino il pagamento del ticket, se dovuto.

“Un reclutamento che possa avvenire a tempo determinato attraverso società di lavoro interinale o assunzione libero-professionale. Tutto questo senza dimenticare – si conclude nella missiva - di programmare al più presto una rivalutazione delle retribuzioni agli operatori sanitari degli ospedali e del territorio commisurata alla tipologia del loro impegno professionale ed anche rapportato al raggiungimento di specifici obiettivi condivisi e alla intensità di cure a cui essi sono assegnati”.

Lorenzo Proia

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