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Lunedì 12 SETTEMBRE 2022
Cambiare l’acqua ai pesci
Gentile Direttore,
ho una piccola storiella da raccontare: due pesci di giovanissima età nuotano gioiosi e contenti, passa di là un vecchio pesce e chiede: “Ciao, com’è l’acqua oggi?”. I due pesciolini si guardano sorpresi e si chiedono: “Quale acqua?... cosa voleva dire?”. Fine della storiella. Morale: se nasci nell’acqua, non ci fai nemmeno caso.
Per molti giovani, quelle che sono state conquiste epocali dei nostri avi, non sono cose straordinarie, ma quotidianità. Purtroppo, l’abitudine alla libertà ne fa perdere il significato e l’importanza, come l’acqua per i pesci. Libertà di cura, e piena disponibilità di cure mediche sono cose scontate, ma per mio nonno, una tonsillite dei suoi otto figli, significava mettere mano al portafogli e qualche volta vendere il podere di famiglia per procurarsi le medicine. Oggi, ce la caviamo con due euro di ticket per una scatola di antibiotici. Ancora per poco.
Quasi settanta anni di sanità pubblica hanno talmente banalizzato l’idea di salute che se ne è perso il valore assoluto come l’acqua per i pesci. E’ talmente radicata l’idea di diritto alla salute che oggi è possibile sacrificarla all’arroganza dei liberi pensatori dalla tastiera selvaggia, per i quali la salute coincide solo con il diritto privato alla propria personalità, sopra tutto. Qualsiasi provvedimento di sicurezza collettiva diventa un sopruso, un attentato alla libertà personale. Ho il diritto di concedermi qualsiasi cosa, anche ricorrendo a professionisti privati e pagando di tasca mia, ma decido io come, quando e dove. Pagare è diventata una giustificazione per tutto, per coloro che comprano la salute e per quelli che la vendono, anche su internet in offerta speciale. Quella che era una disgrazia per mio nonno, oggi è diventato un privilegio. Ma bisogna avere soldi, allora come oggi.
Anche per lo Stato la sanità privata è un affare, consente di rinunciare a qualsiasi responsabilità etica e capacità organizzativa, semplicemente pagando e passando la palla ai tanti volenterosi mercenari della salute che la calcolano a prestazione, poco importa se sia umana, efficace, solidale e giusta, importante è rispondere ad una domanda di mercato con una offerta di mercato.
La Sanità è diventata mercato, come settanta anni fa. Quando cambia il mercato, cambia anche la cultura, perché il commercio ha bisogno di presupposti che creano nuove esigenze: vuoi una tac? Noi te la facciamo subito. Perchè ce la chiedi non ci interessa, sicuramente è la richiesta del professionista di grido che ti visita nella sua clinica a cinque stelle. E quel medico di base che dovrebbe vigilare sulla tua salute a gratis? Quello fa solo l’impegnativa. La medicina è altra cosa, siamo seri.
Enzo Bozza
Medico di base a Vodo di Cadore (BL)
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