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Venerdì 07 SETTEMBRE 2012
Edema polmonare. Correre la maratona può scatenarlo
La ricerca statunitense è stata presentata nel corso del Congresso della European Respiratory Society a Vienna. La metà dei maratoneti a fine corsa presenta un qualche livello di edema polmonare, e nel 20% di questi casi si tratta di condizioni da moderate a severe. Ma gli esperti rassicurano: “L’esercizio fisico regolare fa bene”.
Di solito ci si aspetta che gli atleti siano persone che godono di ottima salute. Ma talvolta alcune discipline possono causare alcuni problemi, spesso ai legamenti o alle articolazioni. Ma non solo. Più inatteso sarà forse per qualcuno il legame appena scoperto da alcuni ricercatori della Marywood University, in collaborazione con l'Università di Firenze: correre la maratona può scatenare lo sviluppo di edema polmonare, una patologia per la quale del fluido si accumula nei polmoni. La ricerca è stata presentata al Congresso della European Respiratory Society, che si è concluso questa settimana a Vienna.
Sebbene sempre più spesso ultimamente si siano trovate prove che l’esercizio fisico troppo duro possa portare all’edema polmonare, che causa fiatone e tosse profonda, e nei casi peggiori attacchi cardiaci e collasso respiratorio, gli esperti non erano ancora del tutto convinti che le due cose fossero legate. Ecco perché gli scienziati statunitensi hanno cercato la prova definitiva, analizzando 26 corridori che avevano completato nel 2011 la Steamtown Marathon, corsa che si svolge ogni anno nel nordest della Pennsylvania: ai partecipanti è stata fatta una radiografia al petto il giorno prima della corsa e in tre momenti successivi all’arrivo, 19, 56 e 98 minuti dopo che avevano tagliato il traguardo.
Le immagini sono state poi sottoposte a tre esperti, due radiografi specializzati nelle immagini del petto, e un radiologo generico. Ai tre medici non veniva detto quale immagine corrispondesse al giorno prima e quali fossero quelle invece del giorno della corsa, in modo da non pregiudicare in nessun modo il loro giudizio, e poi gli veniva chiesto di assegnare ad ogni radiografia un voto da 0 (nel caso non rilevassero edema) a 8 (nel caso di edema grave). Da questa analisi è emerso che circa il 50% dei corridori presentavano dopo venti minuti un qualche tipo di edema, che persisteva fino a 1 ora dopo la gara, e il 20% di questi avevano una condizione che poteva essere da moderata a severa. “Abbiamo anche osservato che il rischio è più alto per le donne e che prescinde dal tempo impiegato nel finire il percorso”, ha commentato Gerald Zavorsky, primo autore dello studio. “Tuttavia chiaramente non vogliamo creare allarmismi, né spingere le persone a non fare sport. Non sappiamo l’impatto che correre una maratona possa avere sui corridori, ma siamo sicuri che un esercizio regolare possa mantenere in buona salute e in forma a lungo”.
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