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Venerdì 02 SETTEMBRE 2022
Riforma. Atti aziendali in stallo. Cuccu: “Si consenta alle Aziende sanitarie di dotarsi degli strumenti di governance”
Il via libera preliminare degli Indirizzi per l’adozione degli Atti aziendali è stato dato dalla Giunta ad aprile scorso. A maggio la commissione Salute ha dato il parere con la richiesta di alcune modifiche. Cuccu: “Da allora non si è però proceduto all’approvazione definitiva delle delibere e questo sta rallentando ulteriormente l’attività delle Asl, determinando ulteriori difficoltà se pensiamo che siamo in un periodo di emergenza sanitaria diffusa, quale è quello che stiamo vivendo”
Le aziende sanitarie della Sardegna attendono ancora, a otto mesi dall’avvio della nuova legge di riforma sanitaria, che dalla Regione siano emanate le linee guida per gli atti aziendali. Una difficoltà che limita l’azione dei direttori delle Asl ed aziende sanitarie responsabili di garantire l’organizzazione e l’efficientamento di servizi e reparti. “Le Aziende del servizio sanitario regionale devono essere messe nelle condizioni di organizzarsi e articolare i propri servizi in autonomia – spiega la segretaria della commissione Salute Carla Cuccu (Idea Sardegna) che contatta il nostro giornale -. Ciò che ora non può avvenire, visto che non hanno atti aziendali”.
“Il via libera preliminare è stato dato dalla Giunta ad aprile scorso – prosegue la consigliera -. Quindi, a maggio, in commissione Salute abbiamo dato il parere con la richiesta di alcune modifiche. Da allora non si è però proceduto all’approvazione definitiva delle delibere e questo sta rallentando ulteriormente l’attività delle Asl, determinando ulteriori difficoltà se pensiamo che siamo in un periodo di emergenza sanitaria diffusa, quale è quello che stiamo vivendo”.
All’assessore della Sanità Mario Nieddu giunga dunque il mio appello, porti avanti l’approvazione definitiva degli Indirizzi per l’adozione degli Atti aziendali poiché è urgente e improrogabile consentire alle Aziende di dotarsi degli strumenti indispensabili a consentirne la propria governance”.
Elisabetta Caredda
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